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L’appello della Conferenza episcopale statunitense a rispettare la
«sacralità della vita umana e la dignità della persona»
in tutte le sue forme.
La vescova
episcopaliana Budde: «Abbi pietà»
-di Angela Napoletano
«Prendersi
cura di immigrati, rifugiati e poveri fa parte dello stesso
insegnamento della Chiesa che ci richiede di proteggere i più vulnerabili, in
particolare i bambini non nati, gli anziani e i malati». È il richiamo rivolto
al presidente Donald Trump dalla Conferenza episcopale cattolica degli Stati
Uniti in
vista delle deportazioni di latinos senza documenti autorizzate dalla Casa
Bianca.
L’appello
è a rispettare la «sacralità della vita umana e la dignità della persona» in
tutte le sue forme. Non si può essere contrari all’aborto, questo è il senso
dell’esortazione, e favorevoli ai raid contro i migranti irregolari. La nota
(in poche righe) diffusa dai vescovi americani, presieduti dall’arcivescovo
Timothy Broglio, prosegue a sottolineare la disponibilità della Chiesa
cattolica americana a «collaborare con l’amministrazione e il Congresso per
promuovere il bene comune», sempre, a prescindere dei «momenti di accordo e
disaccordo».
Meno
istituzionale è il tono del comunicato diffuso invece dalla diocesi
texana di El Paso, al confine con il Messico, che da tempo ha aperto le
chiese alla prima accoglienza dei migranti. «Facciamo nostre le loro angosce e
loro paure – ha precisato il vescovo Mark Seitz – confidando
che il Signore farà emergere il bene anche dal dolore, e che questa prova sarà
solo preludio a una riforma reale sull’immigrazione, a una società riconciliata
e alla giustizia per tutti coloro che sono costretti a lasciare il proprio
Paese».
La
voce dei cattolici non è l’unica a gridare «no» al pugno di ferro di Trump
contro i disperati arrivati negli Stati Uniti senza autorizzazione. Ha fatto
scalpore, martedì, il sermone della reverenda Marianne Budde, 65
anni, la prima donna vescovo della diocesi episcopaliana della capitale, che
parlando dal pulpito della Washington National Cathedral, ha sollecitato il neopresidente,
seduto in prima fila, «ad avere pietà, in nome di Dio», di immigrati e
rifugiati, di chi «fugge da zone di guerra e persecuzioni per trovare, qui,
compassione e accoglienza».
L’ammonimento
di Budde, che ha chiesto «misericordia» anche per «gay, lesbiche e bambini
transgender» spaventati dalle annunciate
politiche contro l’identità di genere, ha irritato non poco il tycoon. In
post pubblicato sui social poco dopo la messa, The Donald ha bollato la
religiosa come «un’estremista di sinistra» che ha trascinato la sua chiesa
nella politica «in un modo poco rispettoso». «È stata sgradevole nel tono, poco
persuasiva e poco intelligente», ha tuonato, «dovrebbe scusarsi con il
pubblico».
La Chiesa statunitense
All'indomani
della elezione di Donald Trump come 47.mo presidente degli Stati Uniti
d'America, l'arcivescovo Timothy Broglio, presidente della Conferenza
Episcopale degli Usa, dichiara ai media vaticani che i vescovi cattolici sono
pronti a collaborare con tutti i politici eletti al fine di promuovere il bene
comune. "Come cristiani e come americani - afferma - abbiamo il dovere di
promuovere il reciproco rispetto, in spirito di carità e con civiltà, anche
dialogando con chi la pensa diversamente da noi". In merito al dibattito
politico sull'aborto - che al momento coinvolge almeno dieci diversi Stati -
l'arcivescovo sottolinea che i vescovi Usa difenderanno sempre i diritti di
tutte le persone, anche di quelle non ancora nate.
Negli Stati Uniti siamo fortunati perché viviamo in una democrazia e gli americani si sono recati alle urne per scegliere liberamente chi deve guidare la nazione. Faccio le mie personali congratulazioni al presidente Trump e a tutti i politici che sono stati eletti a livello nazionale e locale. Adesso è il momento di passare dalla campagna elettorale al governo del Paese. Siamo convinti che la transizione da un governo all'altro possa avvenire pacificamente. La chiesa cattolica e la Conferenza episcopale non sono espressione di alcun partito politico e la Chiesa rimane fedele al proprio magistero a prescindere da chi siede alla Casa Bianca.
Come vescovi siamo pronti a lavorare con tutti i rappresentanti politici eletti con l'obiettivo di perseguire il bene comune. Siamo una nazione benedetta dal benessere e abbiamo il dovere di prenderci cura degli altri, anche al di fuori dei nostri confini nazionali. Preghiamo affinché il neoeletto presidente Trump e tutti i leader politici possano agire nel rispetto delle responsabilità loro affidate per servire il paese e i cittadini.
Chiediamo l'intercessione della Santa Madre,
patrona della nazione, affinché possa guidarci nella ricerca del bene comune e
nel rispetto della dignità di ogni persona umana, in particolare per coloro che
sono i più vulnerabili, i nascituri, i poveri, gli stranieri, gli anziani e gli
infermi, i migranti”.
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