venerdì 31 luglio 2020

IL MAESTRO - luglio 2020

ANIMATORI LAUDATO SI'



Ecco il link e il video del quarto incontro per animatori. Ci sono delle indicazioni per riflettere e organizzare delle iniziative.


SERVIZI EDUCATIVI E SCUOLA INFANZIA. LE LINEE GUIDA


Scuola, ripresa di settembre: 

approvate in Unificata

le Linee Guida 
per la
 fascia 0-6 anni

Via libera in Conferenza Unificata al Documento di indirizzo e orientamento per la ripresa delle attività in presenza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia per la fascia 0-6.
 “Si tratta di un altro tassello importante in vista della ripresa di settembre - commenta la Ministra Lucia Azzolina -. Stiamo lavorando ogni giorno, senza sosta, per riportare tutti a scuola, dai più piccoli ai più grandi. Già con il documento del 26 giugno, il Piano per la ripartenza di settembre, avevamo dato indicazioni per la scuola dell’infanzia, con il Documento approvato oggi allarghiamo ai più piccoli. Le bambine e i bambini sono quelli che più hanno sofferto il periodo di chiusura, a tutti loro stiamo riservando particolare attenzione per la ripresa, penso anche all’organico in più che garantiremo proprio per far sì che il loro sia un rientro sereno e in sicurezza”.
 “Abbiamo lavorato sodo, con tutti i soggetti coinvolti che ringrazio per l'impegno, per far sì che questo documento arrivasse prima possibile - ha dichiarato la Viceministra Anna Ascani -. Avevamo promesso di produrre le linee guida entro il 31 luglio, non potevamo permetterci di tardare. Siamo consapevoli dell'importanza di fornire indicazioni alle strutture che offrono servizi educativi per i più piccoli, alle scuole dell'infanzia, ai territori, ma anche ai vari operatori e alle famiglie, per predisporre una ripresa delle attività in presenza e in sicurezza, assicurando la qualità dell'esperienza educativa e formativa dei bambini. Anche grazie al confronto con il Comitato tecnico scientifico, che ci è stato accanto con grande disponibilità nella definizione degli indirizzi, abbiamo prodotto un documento che accompagnerà l'organizzazione in sicurezza del rientro di settembre per la fascia 0-6. Continueremo a impegnarci per garantire il benessere di ogni bambino e allo stesso tempo la salute di tutti”.
 Il Documento è il risultato del lavoro coordinato dal Ministero dell’Istruzione con gli altri Ministeri competenti, le Regioni e l’Associazione Nazionale Comuni Italiani (ANCI) e tiene conto di quanto emerso dal confronto con due tavoli di ascolto con scuole paritarie, gestori, associazioni e sindacati.
 Il testo fornisce indicazioni organizzative specifiche per la fascia 0-6 affinché si possa garantire la ripresa e lo svolgimento in sicurezza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia in presenza, assicurando sia i consueti tempi di erogazione, sia l’accesso allo stesso numero di bambini accolto secondo le normali capienze.
 Particolare attenzione viene data al benessere delle bambine e dei bambini: ci saranno gruppi/sezioni stabili organizzati in modo da essere identificabili, con l’individuazione per ciascun gruppo del personale educatore, docente e collaboratore, con lo scopo prioritario di semplificare l’adozione delle misure di contenimento conseguenti a eventuali casi di contagio e limitarne l’impatto sull’intera comunità scolastica.
 L’organizzazione degli spazi prevede aree strutturate, nel rispetto delle esigenze della fascia di età, anche attraverso una diversa disposizione degli arredi, affinché si possano realizzare le esperienze quotidianamente proposte, nel rispetto del principio di non intersezione tra gruppi diversi, utilizzando materiale ludico-didattico, oggetti e giocattoli assegnati in maniera esclusiva a specifici gruppi/sezioni. In particolare, dovrà essere valorizzato l’uso degli spazi esterni e di tutti gli spazi disponibili che potranno essere “riconvertiti” per accogliere stabilmente gruppi di relazione e gioco.
 Per garantire la ripresa e lo svolgimento in sicurezza dei servizi educativi e delle scuole dell’infanzia in presenza, laddove necessario, i sottoscrittori del documento, ciascuno secondo le proprie competenze in materia di Sistema integrato 0-6, si impegnano a verificare la possibilità di individuare ulteriori figure professionali, di prevedere eventuali deroghe per le sostituzioni e di assegnare dotazioni organiche aggiuntive nei limiti delle risorse disponibili. Per quanto riguarda le scuole dell’infanzia statali il Ministero si sta già adoperando per un incremento dell’organico.
 Si prevedono anche momenti di formazione/informazione specifica del personale.
 Attenzione ai momenti dedicati all’accoglienza che, compatibilmente con gli spazi a disposizione, è preferibile organizzare all’esterno, prevedendo possibilmente punti di ingresso e uscita differenziati. Ad accompagnare i bambini potrà essere un solo genitore, nel rispetto delle regole generali di prevenzione dal contagio, incluso l’uso della mascherina durante tutta la permanenza all’interno della struttura. Per favorire le misure organizzative idonee alla limitazione del contagio, si potrà tenere un registro delle presenze delle eventuali persone che accedono alla struttura.
 Per quanto riguarda l’accesso dei più piccoli alle strutture educative, non sarà necessaria la rilevazione della temperatura corporea all’ingresso, ma bambini e personale non dovranno avere sintomatologia respiratoria o temperatura corporea oltre i 37.5°C, non dovranno essere stati in quarantena o isolamento domiciliare negli ultimi 14 giorni né a contatto con persone positive, per quanto di propria conoscenza, negli ultimi 14 giorni.
 L’igiene personale, anch'essa elemento caratterizzante del percorso educativo dei bambini all’interno dei servizi educativi e di istruzione, dovrà essere integrata nelle routine che scandiscono normalmente la giornata dei bambini per l’acquisizione di corretti e rispettosi stili di comportamento, compatibilmente con l’età e con il loro grado di autonomia e consapevolezza.
 Il Documento pone particolare attenzione e cura alla realizzazione di attività inclusive e alle misure di sicurezza specifiche per favorire il pieno coinvolgimento di tutti i bambini.
 Resta confermato che per i bambini di età inferiore a 6 anni non è previsto l’obbligo di indossare la mascherina. Tutto il personale è tenuto all’utilizzo corretto di dispositivi di protezione individuali.

www.istruzione.it

  


giovedì 30 luglio 2020

COVID-19 E RIAPERTURA SCUOLE


I dati Unesco riportano che il 28 marzo 2020, all'inizio della primavera, 184 Paesi hanno chiuso le scuole, portando il 90% degli studenti del mondo a casa. 
Si è trattato di un miliardo e mezzo di bambini e ragazzi di tutto il pianeta che ha interrotto la frequenza scolastica!

di Rosa Musto 

In Europa solo Italia e Spagna hanno allora deciso di chiudere le scuole fino a settembre e, in Italia, l’unica attività svolta in presenza è stata lo svolgimento dell'Esame di Stato delle scuole secondarie superiori.
Poi, da metà maggio scorso, in altri paesi europei, sono stati aperti con gradualità i battenti delle scuole, seguendo diverse regole di sicurezza sanitaria per ridurre i rischi come ad esempio il distanziamento fisico, la riduzione del numero di alunni per aula, le frequenti sanificazioni alle strutture, l'uso delle mascherine per diversi paesi, la suddivisione delle classi in due, l'alternarsi della didattica a distanza con quella in presenza, a seconda delle necessità.
Dopo marzo l’istruzione in presenza è ripresa in 77 Paesi e in altri la riprenderanno dopo la pausa estiva, a settembre.  Ma ci si chiede: rientrare a scuola è pericoloso?
A riguardo conforta uno studio realizzato su tre paesi Finlandia, Danimarca e Israele, condotto e pubblicato dalla rivista Science, che dimostra come sia possibile ritornare a scuola, sempre adottando regole severe di sicurezza, perché pare che i bambini si infettino raramente. In questi paesi, molte scuole hanno scelto di distanziare fisicamente gli studenti per prevenire la diffusione virale, facendo anche lezione all'aperto, quando e dove possibile. La Danimarca, il primo paese in Europa a riaprire le scuole, ha suddiviso i bambini in piccoli gruppi e ha creato delle condizioni logistiche per dare a quei gruppi più spazio e aria fresca possibile. In Finlandia si sono mantenute le normali dimensioni delle classi, ma sono stati impediti gli incontri tra esse. In Israele è stato difficile attuare il distanziamento sociale e sono state applicate per tutti e obbligatoriamente le mascherine. Lo studio di Science evidenzia come l'uso delle mascherine sia di grande utilità per un rientro a scuola in sicurezza, consente di rallentare la diffusione del virus covid19.
Quindi, la riapertura delle scuole è dunque possibile, a patto che si adottino le regole di sicurezza sanitaria stabilite così come ci invita la lettera aperta e firmata da oltre 1.500 membri del "Royal College of Paediatrics and Child Health". Questo documento sottolinea la gravità di continuare a tenere chiuse le scuole, fatto che lascerebbe segni negativi indelebili per un’intera generazione. Lettera a cui Jennifer Couzin-Frankel, Gretchen Vogel, Meagan Weiland, si sono collegate in un loro recente articolo, evidenziando come le persone di età inferiore ai 18 anni abbiano una probabilità compresa tra un terzo e la metà degli adulti di contrarre il virus e, il rischio è ancora più basso per i bambini più piccoli. Osservano poi che la questione che l'età più giovane riduca il rischio di infezione e trasmissione sia ancora oggetto di studio. Le autrici presentano che al momento, i bambini di età inferiore agli 11 e 12 anni evidenziano un rischio di contagio molto basso, mentre gli studenti delle scuole superiori risultano essere leggermente più contagiosi.
Seppure è vero che i focolai nelle scuole saranno in futuro probabilmente inevitabili, in quanto l’apertura delle scuole può modificare la proporzione dei contagi rispetto all’età, provocando un aumento dei casi tra i bambini, comunque Otto Helve, infettivologo e pediatra dell’Istituto per la salute finlandese, ritiene che i benefici della frequenza scolastica sono da ritenere superiori ai rischi e che l'apertura delle scuole va realizzata soprattutto nelle località dove i tassi di infezione della comunità risultano bassi. Importante e da non sottovalutare, sono i suddetti benefici che un ritorno a scuola comporta e che vanno oltre il mero apprendimento e si riferiscono ad altri aspetti, come la garanzia di giustizia sociale  in favore delle famiglie a basso reddito, con l'offerta del pasto delle mense scolastiche ai loro figli e  la serenità ambientale, per quei  bambini che  vivono in un clima familiare non sereno, anche a rischio di abusi.
Alla domanda cosa fare se a scuola scoppia un focolaio? Chiudiamo la classe? Si chiude tutta la scuola? Sulla questione non c'è ancora una risposta risolutiva e pare si attendano a riguardo i risultati di due studi in corso in Germania e nel Regno Unito. L’incertezza è infatti dovuta soprattutto dalla carenza di dati su quanti casi asintomatici si sviluppano nel momento in cui sono accertati i contagi.
La riapertura delle scuole mette in allerta non solo gli studenti, ma anche gli insegnanti, i familiari e la comunità in generale. Molti insegnanti e dipendenti delle scuole sono molto preoccupati all’idea di tornare a lavoro in sede. In una serie di studi condotti nei distretti scolastici degli Stati Uniti, fino a un terzo del personale ha dichiarato che preferirebbe restare a casa. Science non ha trovato molti riscontri a proposito di decessi o forme gravi di covid-19 tra il personale scolastico, ma i dati sono ancora carenti e gli studi proseguono.
In Italia, dal primo settembre le scuole riapriranno e le lezioni potranno iniziare dal 14 settembre. Le Linee guida presentate a fine giugno dal Ministero dell'Istruzione riportano proposte con soluzioni flessibili, che si potranno adeguare di volta in volta a ogni diversa situazione specifica, di ogni singola Istituzione scolastica. Le scuole saranno dotate di prodotti igienizzanti, saponi e tutto quanto servirà per assicurare la sicurezza di alunne e alunni e del personale. Le linee guida invitano all'adozione di una didattica meno frontale e più laboratoriale, in piccoli gruppi e non necessariamente in classe, ma in spazi diversi, riuscendo così a coniugare la necessità di distanziamento con l’innovazione. Viene favorito l’acquisto di nuovi arredi e la didattica digitale potrà essere integrata con quella in presenza solo nella scuola secondaria superiore.
Il Comitato tecnico-scientifico si è riservato di poter rivalutare, a ridosso della ripresa scolastica, la necessità dell’obbligo dell'uso della mascherina, sulla base dei dati che vengono registrati costantemente sul contagio in atto, su scala nazionale e regionale.
In Italia, “Presenza” e “Sicurezza” sono le parole chiave di riferimento per l'elaborazione di tutti i suggerimenti e le indicazioni delle linee guida elaborate con attenzione, per garantire una serena riapertura delle scuole e con l'augurio a tutti di un buon nuovo anno scolastico.



mercoledì 29 luglio 2020

SALUTE, RELAZIONI, DIDATTICA. LE STRATEGIE PER RIPARTIRE A SCUOLA


Rendere generativo ciò che la scuola ha saputo offrire nell’emergenza: il documento Fism «Per un accompagnamento alla riapertura delle scuole dell’infanzia». Flessibilità e inclusione. E la riconquista dello spazio esterno

Non sarà una riapertura consueta. 
Gli scenari che i servizi 0-6 si troveranno a prefigurare per settembre, oltre che con le normative igienico sanitarie in continua ridefinizione, dovranno misurarsi con l’esperienza che ha segnato questo tempo eccezionale. Ma se gli eventi di marzo hanno colto tutti impreparati, costringendoci a rivedere rapidamente riferimenti che credevamo certi e consolidati, ora abbiamo - pur nella innegabile incertezza - una possibilità in più. Quella di poter rendere generativo tutto ciò che la scuola ha saputo offrire ai bambini, alle famiglie, alla società; tutto ciò che la scuola ha sollecitato nella comunità professionale interrogando la collegialità come luogo di elaborazione di un pensiero educativo condiviso; tutto ciò che la scuola ha promosso per continuare a tessere relazioni, prendendosi cura anche di fragilità, distanze, sconnessioni. Una possibilità che è anche una responsabilità. 
La responsabilità di fare memoria dei movimenti professionali e dell’innovazione didattica che hanno caratterizzato le sperimentazioni e i diversi percorsi di ricerca per continuare a mantenere i tratti distintivi dell’essere scuola. Per continuare a impegnarci, grazie a nuove consapevolezze, nel riscoprire nuove forme, nuove modalità, nuove energie per ripartire. 
Proprio per non disperdere la ricchezza generata in questo tempo la Fism ha messo a disposizione delle scuole associate il documento progettuale “Per un accompagnamento alla riapertura delle scuole dell’infanzia” messo a punto dalla Commissione tecnica del Settore pedagogico nazionale. Il documento delinea un percorso che, nel quadro delle prescrizioni igienico-sanitarie, invita le scuole a ripensarsi accogliendo la sfida di trasformare i vincoli in occasioni di apprendimento. Con attenzione a ciò che può essere rinnovato, insieme a ciò che, di questo tempo, può essere
custodito e rilanciato.
La scuola, anche in tempo di emergenza, dev'essere una scuola che non viene meno alle proprie finalità; anzi proprio nello sforzo di far fronte alla crisi contingente, le ricomprende in modo più dinamico e le declina in traguardi innovativi e adeguati alle esigenze di ciascun bambino, valorizzando sia le buone pratiche già presenti prima dell’emergenza, sia quanto maturato in questo periodo. Significativo e di grande testimonianza dal punto di vista della capacità di fare sistema si è rivelato il prezioso contributo di quanto emerso dal lavoro e dal confronto a livello nazionale. Le linee guida contenute nel documento sono infatti l’esito del dialogo aperto con le esperienze nei territori, con le insegnanti e le coordinatrici di rete, con i referenti regionali del Settore pedagogico nazionale.
Gli step attraverso i quali si snoda la proposta danno vita a un processo dinamico non consequenziale né lineare, ma circolare e ricorsivo così da assicurare integrazione e flessibilità. Organizzare e garantire un ambiente sicuro dal punto di vista igienico- sanitario, attraverso la cura di spazi, tempi e materiali suggerisce strade interessanti per progettare gli ambienti. Un esempio è la riflessione sulle potenzialità dello spazio esterno; spazio finalmente da riconquistare, non accessorio ma parte integrante dell’azione educativa, occasione per dare vita, con progetti strutturati e articolati nel tempo, a quei laboratori o aule didattiche all'aperto di cui spesso si è parlato in questi anni.
Anche i materiali da mettere a disposizione dei bambini dovranno garantire qualità e ricchezza perché la riduzione della quantità non deve tradursi in 'povertà' delle opportunità e dell’articolazione delle esperienze. Inoltre il rispetto delle norme sanitarie potrà aprire all'introduzione di tipologie di materiali non consuete o solitamente poco presenti. Un altro aspetto importante sarà quello di curare lo scambio e il dialogo tra bambini evitando che il distanziamento fisico si traduca in proposte unicamente individualizzate all’interno di ciascun gruppo o di proposte distinte e non comunicanti tra i vari sottogruppi presenti a scuola. È necessario invece mantenere un collegamento alla scuola come 'intero' e trovare modalità che non facciano perdere ai bambini la dimensione di 'scuola' e il contatto con i percorsi degli altri sottogruppi.
Sarà significativo tener conto di quanto è stato proposto a casa nel periodo di chiusura, come riferimento a quanto vissuto e per potersi raccontare. Altra attenzione sarà quella di progettare esperienze educativo-didattiche in modo che possano essere proseguite in tempi - e anche luoghi - differenziati.

(Il documento è scaricabile dal sito www.fism.net)

La Commissione tecnica del Settore pedagogico nazionale






UNA PROPOSTA DA ATTUARE NELLE ASSOCIAZIONI E NELLE ISTITUZIONI: I CIRCOLI LAUDATO SI'

I Circoli Laudato Si’ sono piccoli gruppi di persone che si riuniscono regolarmente per approfondire il loro rapporto con Dio Creatore e tutti i membri del creato, alla luce dell’enciclica Laudato Si’ e nel bisogno di affrontare urgentemente il cambiamento climatico e la crisi ecologica. I Circoli Laudato Si’ sono basati su tre pilastri di preghiera, riflessione, ed azione.

IN CHE COSA CONSISTONO I CIRCOLI

Preghiera

Preghiera con e per il creato per esempio attraverso preghiera all’aperto o un esame di coscienza ecologico,

Riflessione

Riflessione sulla continua conversione ecologica dei partecipanti, specialmente per quanto riguarda problematiche di semplicità e consumo, e

Azione

Azione di gruppo per l’adozione di stili di vita sostenibili, per la realizzazione comunitaria di eventi per Tempo del Creato, per iniziative di mobilitazione per la difesa della nostra casa comune, ed altro.

I Circoli possono radunarsi settimanalmente, bisettimanalmente o mensilmente, a seconda del gruppo. Il formato e’ sufficentemente flessibile da permettere che i Circoli abbiano luogo in vari contesti: residenze, parrocchie, gruppi studenteschi, ecc. E‘ possibile che abbiate gia’ un gruppo locale che possa servire da modello per il vostro cammino, ispirandosi a simili Circoli intorno al mondo.




domenica 26 luglio 2020

DON CARLO NANNI E' TORNATO ALLA CASA DEL PADRE


Ricordo di don Carlo Nanni 
               di Luciano Corradini                        
Don Carlo Nanni ha chiuso a 75 anni la sua giornata terrena, il 19 luglio senza che noi sapessimo, se non negli ultimi giorni dal suo amico e confratello don Guglielmo Malizia, del tumore che l’aveva colpito. Nell’accavallarsi dei ricordi, mi è venuto il desiderio di rileggere il sereno e impegnativo messaggio di saluto programmatico da lui rivolto all’UCIIM, dopo la sua nomina a Consulente centrale. Lo propongo a tutti, come se fosse stato scritto ieri mattina.

“Cari soci, come già sapete, dal 22 gennaio 1998 la Commissione Permanente della CEI e il presidente di essa, il card. Ruini, mi hanno nominato Consulente centrale. Io ho ringraziato della fiducia e ho assicurato impegno e fedeltà (….) Mi auguro di poter essere vicino e di collaborare con voi nella realizzazione di quel ‘bene che ci accomuna’, di quel ‘fine supremo’ che dice la ragione profonda del nostro essere UCIIM: aiutare i ragazzi e le ragazze, i giovani e le giovani a trovare in quel ‘grembo vitale’ che è la scuola media, inferiore e superiore - per quanto disastrata essa possa essere – gli stimoli e gli strumenti adeguati per la loro crescita personale e la formazione umana, civile, culturale e religiosa dell’esistenza individuale e comunitaria.
Sono salesiano, e quindi comprenderete che ho visto in questo incarico un modo concreto di realizzare la mia vocazione cristiana, religiosa, presbiterale. Ma, come tutti voi, sento che in esso potrò, con voi, dare il mio apporto alla vita del Paese, collaborare allo sviluppo culturale di esso, partecipare a realizzare una società democratica, aprirmi all’Europa, essere solidale con tutti i popoli che ricercano la prosperità e la pace.::: Potremo riferirci alla ‘radicale vocazione’ con la quale Dio ci ha chiamati ad essere uomini e donne fatti a Sua immagine e somiglianza e invitati a dare senso a ‘quanto ci fa passare innanzi.’ (…)
In secondo luogo potremo chiedere allo Spirito Santo di sentire più vivo e più forte il nostro essere membri del Popolo di Dio, che ha in Gesù il Capo e che permette ad ogni membro di avere un ‘dono carismatico specifico’, dato ‘a ciascuno in modo diverso, ma sempre per il bene comune’ (ICor:12,7) (…) Noi tutti, in quanto comunità civile, dovremo impegnarci per offrire le condizioni di possibilità per una vita relazionale buona, capace di infondere fiducia e sicurezza in chi intraprende i primi passi nella vita adulta ‘a tutto campo’ (oltre lo spazio- oggi purtroppo non protetto- della famiglia).
(…) Nel prossimo futuro mi sentirò con i Consulenti regionali e locali, per vedere insieme come esservi compagni di viaggio, in questa bella avventura di essere persone, cittadini, professionisti e credenti, che ‘aprono le porte alla speranza’ (Giovanni Paolo II) , nel sopravvenire del terzo millennio dell’era cristiana. (…)
Spero di incontrarvi uno per uno, sezione per sezione, in occasione di convegni e di iniziative di aggiornamento o in altro modo, come Dio vorrà: e così imparare a volervi bene concretamente, ‘faccia a faccia’. Lo desidero tanto! Con affetto e stima. Don Carlo (La Scuola e l’Uomo, 3, 1998, pp.51-52).

 Il comune accorato rimpianto manifestato per via telefonica e telematica, alla notizia che di colpo erano venute meno tutte le occasioni di incontrarlo e di vederlo faccia a faccia su questa terra, ci consente da un lato di esprimere a lui e al Padre la gratitudine per il dono che abbiamo ricevuto, nell’ultimo ventennio della sua attiva e animatrice presenza fra noi, UCIIM e poi AIDU; dall’altro di aspettare, con fede e con speranza, quell’altro modo d’incontro, “come Dio vorrà”.
L’ho conosciuto in occasione di un convegno nazionale promosso dall’AIMC, a Fano, su invito di Carlo Buzzi, ai primi di aprile del 1990. Ne conservo gli Atti, sul tema ‘La convivenza democratica come proposta educativa’.
In una passeggiata serale lungo il mare, abbiamo fraternizzato, scavando nelle nostre vite e trovando consonanze che hanno posto le basi della nostra amicizia e della nostra collaborazione associativa. Poi ci siamo incontrati nei convegni settembrini di Scholè, a Brescia, promossi dall’editrice La Scuola per affrontare fra docenti cattolici i problemi pedagogici e scolastici più attuali. E ricordo i suoi contributi ai convegni estivi del SIESC-FEEC, in cui ha svolto anche, in sede europea, il ruolo di animatore religioso e celebrante. Ricordo i suoi interventi brillanti, talora appassionati e accolti da tutti con attenzione e simpatia. La stessa cosa avveniva negli incontri istituzionali e nei gruppi di lavoro delle università pubbliche.
Non era un uomo in carriera, ma un educatore culturalmente e scientificamente attrezzato, che si sentiva a disposizione di chi potesse ricevere un contributo utile, studente o docente, credente o non credente che fosse. Quando toccò a me, all’inizio della mia presidenza, nel 1997, presentare alla CEI la rituale terna di nomi per la nomina del Consulente nazionale dell’UCIIM, fu Bona a farmi pensare a don Carlo, per il quale ebbe sempre una garbata simpatia. Nelle pochissime mail a suo nome, presenti nella memoria del mio computer, ho trovato questa nota del 4 sett. 2019: “Proverò a recensirlo al più presto. Un saluto dolcissimo alla “sacrestana” che anche io desidererei ! d. Carlo”.
Pur essendo incline  al sorriso e all’informalità, non utilizzava il suo prestigio intellettuale e il suo carisma per condizionare le scelte degli organi democratici dell’UCIIM. Non negava qualche contributo volto a chiarificare o a risolvere qualche problema, ma voleva sentirsi “un socio”, che non si schierava con gli uni o con gli altri.
Le radici di questo atteggiamento traspaiono dal saggio intitolato ‘La spiritualità nella vita e nel pensiero di Gesualdo Nosengo’, che si trova nelle pp.147-159 degli atti del convegno a lui dedicato ad Asti nel 2006. (Laicato cattolico educazione e scuola in Gesualdo Nosengo, la formazione, l’opera e il messaggio del fondatore dell’UCIIM, Elledici, Torino 2008). “Non è difficile per chi è salesiano, come lo scrivente, nota don Carlo, ricordare il ‘laetare, bene facere e lasciar cantare le passere’ di don Bosco”. 
Alcune altre citazioni tratte dal Diario di Nosengo lasciano intendere la profonda consonanza che don Carlo ha trovato nella spiritualità del Grande Capo, come lo chiamavano i suoi scolari. “Talvolta mi domando se non dovrei dare il mio aiuto alle cose così come sono, senza proporre novità. Ma poi non ci ripenso e mi pare di tradire i fatti, la coscienza, la storia.  Andiamo verso la morte o verso la liberazione, che permetterà la rinascita? (1959). Continua don Carlo, citando il diario del 22.2.67, un anno prima della morte di Gesualdo: “Mio Dio, perché per fare qualcosa che crediamo del Tuo Regno si deve tanto straziarci tra noi? Perché il lavorare per te non ci fa tutti migliori? Forse è un errore affannarsi e impegnarsi tanto? Lotto fra il resistere sul posto, anche con sofferenza, e lasciare tutto, perché tanto non faccio nulla”. Conclude su questo punto don Carlo: “La ‘via crucis’ interiore sembra essere per Nosengo il passaggio obbligato a quella sapienzialità che nonostante tutto riuscì a manifestare nelle sue relazioni e ad attuare nella sua azione degli ultimi anni della sua vita, pur sempre ardimentosa e attivissima”.
La spiritualità di Nosengo pare a don Carlo necessaria per l’essere stesso dell’UCIIM. “Senza di essa l’Unione non sarebbe che un’associazione tra le tante, più o meno apprezzabile, più o meno viva, più o meno degna di essere continuata. E’ la spiritualità che fa la differenza (…) E’ certo infatti che senza questo robusto fortino interiore non si andrà molto più in là dei luoghi comuni sulla formazione docente o sulla qualità della scuola: riforma o no. In tal senso una profonda spiritualità cattolica resta il ‘testimone’ che Nosengo insegna a tutti coloro che intendono operare, - nella scuola e nella formazione professionale - quella rigenerazione civile attraverso l’educazione, iniziata agli albori di una Repubblica che oggi si vuole da più parti profondamente rinnovare nell’orizzonte ispirativo di una democrazia all’altezza del XXI secolo, cui  faticosamente ormai apparteniamo”.
 Ricordando infine che don Carlo, morto il 19 luglio, ha potuto festeggiare in Cielo il compleanno di Nosengo  che era nato il 20 luglio 1906, mi permetto di rivolgere anche a lui la riflessione che ho inviato alla presidente Rosalba perché la leggesse in occasione della messa da lui celebrata in suffragio di Cesarina.
Heri dicebmus, cari Gesualdo e Cesarina e ora caro don Carlo. Non avete perduto tempo, avete tracciato a fondo il solco dell’UCIIM e di tante altre istituzioni e associazioni, avete saputo dare e chiedere, nel tempo che vi è stato concesso. Grandi pensieri, iniziative coraggiose, fedeltà ai segni dei tempi e dialoghi personali anche sulle minute cose, perché queste possono contribuire alla composizione dell’enorme mosaico della creazione, di cui voi ora vedete, nella sua pienezza, quello che noi vediamo solo “come un riflesso e come un enigma”.
Voi, che vedete “il Signore faccia a faccia”, aiutateci a capire il nostro tempo, e a utilizzarlo per preparare “cieli nuovi e terre nuove”, dove voi siete già arrivati come Chiesa trionfante, e dove regnate come cittadini sovrani della Città eterna, “nelle forme e nei limiti di quella Costituzione” che è il Vangelo.





sabato 25 luglio 2020

I NONNI SONO UN TESORO


I nonni, tesoro della vita, 
 da amare e proteggere


I nonni sono un tesoro” è il titolo del messaggio che la Conferenza episcopale portoghese dedica ai più anziani in vista del 26 luglio, festa dei Santi Gioacchino e Anna, genitori di Maria



Alessandro De Carolis – Città del Vaticano



La descrizione è tenera e commuove. I nonni angeli custodi dei nipoti. Quelli che per loro in particolare ci sono sempre, discreti, attenti. Quelli “che camminano con loro mano nella mano lungo i marciapiedi. Restano tranquilli in riva al mare mentre le onde bagnano i piedini. Comprano quel gelato, puliscono le ginocchia ferite nei giochi di strada, fanno loro il bagno alla fine della giornata, aspettando l’arrivo dei genitori”.

La Commissione per i laici e la famiglia dell’episcopato portoghese traccia un ritratto che arriva dritto al cuore e il 26 luglio, festa dei nonni di Gesù, Gioacchino e Anna, “è un’occasione – scrive – per ringraziare, abbracciare e celebrare la loro presenza nel passato e nel presente, per andare alle proprie radici e scoprire in essi la tenerezza e l’amore di Dio”. I nonni che comprano le scarpe nuove o “il giocattolo sognato”, i nonni che “ascoltano in silenzio lamentele, dubbi, paure” e “compensano con amore le assenze, la rabbia, le difficoltà di genitori impegnati, di vite separate”. 
Perché i nonni, continua il documento della Chiesa portoghese, “sostengono la vita delle famiglie, non solo perché spesso ne consentono la sopravvivenza o danno un po’ di sollievo, ma perché sono le radici di tante vite. Raccontano storie del passato, e aiutano a capire la differenza tra essenziale e superfluo”.

Dunque, la “ricchezza insostituibile” degli anziani è un tesoro che va difeso “in modo perentorio”. E come tutti i tesori vanno “maneggiati con cura e ammirazione. Una società che non protegge, non si preoccupa, non ammira gli anziani – conclude la Commissione episcopale – è destinata al fallimento perché proprio come la natura nasce e rinasce, come il seme cresce e viene gettato a terra, così scorre e trascorre la vita. Chi è stato curato sarà in grado di prendersi cura, chi ha imparato potrà insegnare, chi è stato protetto sarà in grado di proteggere, chi è stato amato saprà amare”.