Studio rivela che gli abitanti delle regioni tedesche romanizzate sono ancora oggi più longevi, “flessibili” e felici degli altri connazionali. Perché?
Uno
studio pubblicato nelle ore scorse da Current Research
In Ecological and Social Pcychology esplora l’influenza duratura della civiltà
romana sul carattere macro-psicologico delle regioni tedesche. I
caratteri macro-psicologici sono prodotti, in ogni territorio,
da quella che potremmo definire come psiche collettiva della popolazione.
Esistono, per fare un esempio a noi vicino, caratteristiche generali
degli italiani, ma anche caratteri macro-psicologici delle regioni
e delle province. Fino ad arrivare alla psiche collettiva di città e paesi. Era
quello che, un tempo, veniva definita genericamente “mentalità”. Un modo
particolare di essere e di percepire. Un toscano ha una
macro-psicologia, un lombardo un’altra, un campano un’altra ancora ecc.
Saalburg
è un sito archeologico che conserva un antico forte romano situato in Germania,
sul crinale dei monti Taunus, a nord-ovest di Bad Homburg, nell’attuale Assia.
Questo castrum, progettato per ospitare una coorte, faceva parte del Limes
germanico-retico, la linea di fortificazioni che delimitava il confine delle
province romane in Germania. Il Limes germanico-retico era un sistema di difesa
costituito da forti, fortini ausiliari, torri di guardia e palizzate, eretto
dai Romani per proteggere i confini delle province della Germania superiore e
della Rezia.
I
risultati suggeriscono che l’antico confine romano, noto come Limes Germanicus,
continua a influenzare le differenze regionali. Analisi
approfondite indicano che gli investimenti romani in istituzioni economiche,
come infrastrutture commerciali, strade, mercati, agricoltura modernizzata,
acquedotti e miniere, sono stati cruciali nel creare questo effetto a lungo
termine.
Il
Limes Germanicus – linea puntinata nera – nel 200 dopo Cristo
In
particolare, l’87% delle autostrade moderne nelle regioni romanizzate si
sviluppa in prossimità delle antiche strade romane, evidenziando la persistenza
di questa rete di comunicazione. I Romani – pur all’interno di
una cornice imperialista – moltiplicarono notevolmente il benessere, le
occasioni di lavoro, l’igiene, le tecnologie, il “gioco di squadra”,
l’organizzazione, le risposte coordinate alle insidie esterne e ai rivolgimenti
della natura, la tolleranza religiosa. I diritti e i doveri del
cittadino erano, in un’epoca senza leggi, stabiliti da un preciso e
circostanziato corpus giuridico. Durante quei secoli vennero affrontate anche
opere ciclopiche, le cui fondamenta restano nel carattere delle regioni
conquistate. Sicurezza, stabilità, certezza nell’individuazione
degli obiettivi, limitazione dei giochi del caso perdurano nel tempo –
all’interno della memoria collettiva – e si trasmettono sia attraverso la
cultura che l’economia.
La
linea nera in grassetto segna l’antico confine. In rosso, le strade romane
certe. I triangoli indicano mercati e miniere
Lo
studio sottolinea come le culture antiche possano aver impresso un’eredità
macro-psicologica che contribuisce alle attuali disuguaglianze regionali.
Le regioni che hanno beneficiato degli investimenti romani hanno sviluppato una
“memoria collettiva” associata ai valori dell’Impero, riflessa ancora oggi
nelle storie, tradizioni e atteggiamenti delle comunità locali. Questa eredità
culturale ha influenzato comportamenti e valori, contribuendo a una maggiore
estroversione, apertura e soddisfazione di vita, oltre a una minore incidenza
di “neurotismo” -, un tratto associato a stress e ansia.
A
sinistra, con i colori chiari, le zone attuali con minore “neurotismo”. Risulta
evidente la demarcazione tra blocchi, A destra, con colori più scuri,
l’aspettativa di vita. Anch’essa è tendenzialmente superiore nell’area
romanizzata
Inoltre,
lo studio evidenzia che l’aspettativa di vita nelle regioni un tempo
romanizzate è significativamente più alta, con una media di sei mesi in più
rispetto alle aree non romanizzate. I vantaggi iniziali, stabiliti durante la
dominazione romana, hanno generato una dipendenza dal percorso (path
dependence), ovvero un modello di sviluppo che si è rafforzato nel tempo. Le
regioni iniziarono in una posizione di vantaggio economico grazie agli
investimenti romani, divenendo propense a mantenere livelli più elevati di
benessere e crescita.
D’altra
parte, le aree al di fuori del dominio romano hanno dovuto affrontare sfide
maggiori per raggiungere questo sviluppo. Questa disparità storica potrebbe
spiegare alcune delle differenze regionali negli indicatori economici e
psicologici nella Germania contemporanea. Lo studio offre
una prospettiva storica sulle radici profonde delle disuguaglianze regionali in
termini di salute, benessere e tratti di personalità, evidenziando l’importanza
di considerare l’eredità delle culture antiche nell’analisi delle dinamiche
socio-economiche odierne.
Le
regioni dell’attuale Germania che entrarono a far parte dell’Impero romano
furono principalmente quelle situate a ovest del fiume Reno e a sud del fiume
Danubio. Queste includevano:
1.
Provincia della Germania Inferiore:
comprendeva parti delle attuali Renania Settentrionale-Vestfalia e
Renania-Palatinato.
2.
Provincia della Germania Superiore:
copriva aree dell’odierna Baden-Württemberg, Renania-Palatinato e Assia.
3.
Provincia della Rezia:
incluse regioni dell’attuale Baviera e parti del Baden-Württemberg.
Le
aree a est del Reno, conosciute come Germania Magna, non furono mai
completamente integrate nell’Impero romano, anche se i Romani tentarono diverse
volte di conquistarle, come dimostra la famosa battaglia della Foresta di
Teutoburgo nel 9 d.C., dove le tribù germaniche, guidate da Arminio,
sconfissero tre legioni romane.
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