In occasione della Giornata Mondiale dell'Educazione, gli insegnanti di Giarre riflettono sui principali problemi educativi.
- - di Maria Torrisi
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Un
interessante incontro quello di ieri pomeriggio che ha visto riunite un bel
numero di soci della sezione AIMC di Giarre, in occasione della Giornata
Mondiale dell’Educazione, istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni
Unite, intesa a sottolineare l’importanza dell’educazione nel promuovere pace,
sviluppo sostenibile e inclusione sociale.
La
Giornata Mondiale dell’Educazione è stata un’occasione formativa per riflettere
su quelli che sono i problemi del mancato raggiungimento di una educazione di
qualità accessibile a tutti, senza alcuna disparità.
I
dati registrano, purtroppo, un aumento sempre maggiore di povertà educativa,
con accentuata disuguaglianza di genere, abbandono scolastico, istruzione
negata a causa delle guerre che interessano più parti nel mondo, la mancanza di
equilibrio economico, sociale, ecologico.
Paradossalmente,
nell’era dell’Intelligenza Artificiale, una percentuale esorbitante di bambini
e ragazzi viene privata del diritto all’istruzione e ad una vita buona,
considerati i dati dell’Unesco attestanti la cifra di ben oltre 244 milioni di
bambini e adolescenti nel mondo che non frequentano una scuola, unitamente alla
mancata acquisizione delle competenze necessarie all’effettiva partecipazione
alla vita sociale da parte degli adulti.
Il
tema della Giornata Mondiale dell’Educazione 2025 trattato dall’Unesco ha
voluto porre l’accento proprio sull’impatto dell’Intelligenza Artificiale nella
società attuale, mettendo in luce l’impegno a cui sono chiamati docenti ed
educatori nel far acquisire a ragazzi e famiglie la consapevolezza piena delle
potenzialità, dei limiti e dei pericoli dell’IA.
A
questo proposito si è parlato delle opportunità offerte dall’IA da un lato, ma
anche del divario che si sta venendo a creare tra il progresso tecnologico e la
qualità della vita umana, dall’altro. Mentre l’Intelligenza Artificiale sta
procedendo in continua ascesa, la forbice si allarga sempre più in tema di
sviluppo equo e sostenibile per il benessere comune delle generazioni attuali e
future.
Pertanto,
si rende necessaria una formazione ad hoc che renda gli insegnanti edotti sulle
modalità adeguate di utilizzo delle nuove tecnologie nella didattica
quotidiana.
L’impegno
di insegnanti, educatori, associazioni, parrocchie, enti e imprese nei
territori di appartenenza, non potrà essere che quello di una rinnovata
educazione affinché i ragazzi non ricevano soltanto conoscenze astratte ma
vengano coinvolti in situazioni atte a sviluppare il pensiero critico.
Tenendo
conto degli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’ONU, con i suoi 17 goal relativi
alla sostenibilità, non solo ambientale ma riferiti anche alla qualità della
vita, dell’ istruzione, dell’ uguaglianza, della lotta alla povertà, urge
mettere in atto processi formativi che possano configurarsi quali strumenti
idonei alla costruzione di un futuro equo e sostenibile.
Delineare,
dunque, modelli di comportamento e azioni concrete da mettere in campo, in
coerenza con la visione etica della sostenibilità e della responsabilità
dell'altro, della cura di sé, della comunità e dell’ambiente, della
solidarietà, dell’ uguaglianza, è fondamentale.
Per
comprendere il mondo nella sua autenticità e promuovere azioni e atteggiamenti
concreti di scambio relazionale aperto e interdipendente con gli altri c’è
bisogno di una educazione basata sul contatto con la vita reale dell’alunno,
con il suo ambiente, con il suo fare esperienza.
Una
educazione, quindi, pervasa da autenticità, comunione, empatia, solidarietà e
cura, che abbia a cuore la crescita umana della persona e aneli alla pace tra
gli uomini e fra i popoli, secondo la pedagogia di John Dewey, per il quale la
scuola è “strumento per fare democrazia.” Nel saggio Democrazia e Scuola, Dewey
afferma: «La democrazia è qualcosa di più di una forma di governo. È prima di
tutto un tipo di vita associata, di esperienza continuamente comunicata.
L’estensione nello spazio del numero di individui che partecipano a un
interesse in tal guisa che ognuno deve riferire la sua azione a quella degli
altri e considerare l’azione degli altri per dare un motivo e una direzione
alla sua equivale all’abbattimento di quelle barriere di classe, di razza e di
territorio nazionale che impedivano agli uomini di cogliere il pieno
significato della loro attività.»
*Presidente
Associazione
AIMC - sezione di Giarre
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