mercoledì 29 aprile 2015

CO-TEACHING e FLIPPED CLASSROOM - per apprendere meglio. Luci ed ombre




CO-TEACHING    


 FLIPPED 

CLASSROOM


Nuove sperimentazioni:Insegnare in gruppo e classi ribaltate

Basta discipline separate: dalla Finlandia arriva una nuova sperimentazione che procede per temi trasversali, collegialmente affrontati dai diversi insegnanti
                                                                                                             
 di ROBERTO CARNERO

Dalla Finlandia arriva una sperimentazione potenzialmente in grado di rivoluzionare la didattica: il co-teaching (vale a dire «insegnare insieme»). In altre parole, un insegnamento non più per materie, bensì per argomenti, affrontati sotto i diversi e complementari profili disciplinari.
A segnalare questa iniziativa – che riguarda già le scuole secondarie del distretto di Helsinki, il maggiore del Paese scandinavo, e che presto verrà estesa a quelle del resto della nazione – è stato di recente Tullio De Mauro nella sua rubrica dedicata alla scuola sulla rivista Internazionale.

Ma che cosa significa concretamente il co-teaching


Leggi: CO-TEACHING e FLIPPED CLASSROOM

De Mauro - IMPARARE PER TEMI

FLIPPED CLASSROOM

venerdì 24 aprile 2015

AIMC: NO AL DIRIGENTE SINDACO!

Desideri (Aimc-Cisl), no al Dirigente-sindaco

Giuseppe Desideri, candidato  al CSPI con la CISL, presidente della Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC), interviene nel dibattito sull’identikit del Dirigente scolastico avviato da Tuttoscuola con le interviste a Dantino Marotta, presidente ANDIS e Vincenzo Alessandro, segretario regionale della Cisl scuola del Lazio.
Presidente, anche lei teme che i nuovi poteri attribuiti al dirigente scolastico dal ddl La Buona Scuola possano dare luogo ad una deriva autoritaria o clientelare della scuola italiana?
Ritengo che il vero rischio sia quello di trasformare ulteriormente il profilo professionale del Dirigente scolastico. Uno dei problemi che gli stessi Dirigenti evidenziano è la deriva burocratico-amministrativa che sempre maggiormente vivono. Le previsioni del Ddl non fanno altro che aumentare la dimensione datoriale della funzione dirigente a scapito di quella di leadership professionale ed educativa. Il dirigente "sindaco" si viene a configurare come un uomo solo che potenzialmente ascolta Collegio dei docenti e Consiglio di Istituto ma a cui viene lasciato il peso delle decisioni. In questo modo si rischia di creare una frattura incolmabile fra la comunità professionale dei docenti e il proprio dirigente con conseguenze sulla progettualità formativa delle scuole.
Nell’Audizione davanti alle Commissioni riunite di Camera e Senato Lei ha parlato di rischio di far nascere "il precariato esistenziale professionale".
Si, è la nuova forma di precariato che il testo del Ddl propone ai docenti italiani. Un precariato dettato non più, come quello storico, dalla mancanza del contratto a tempo indeterminato, ma dalla ridefinizione della stessa natura di tale contratto: triennale, soggetto alla valutazione del Dirigente, legato non a scelte dello stesso docente ma di chi "lo" sceglie in base al curriculum vitae. Avremmo docenti, quelli neoassunti ma anche quelli con anzianità di servizio che chiedono trasferimenti di sede, soggetti a scelta del Dirigente scolastico e sottoposti a contratti triennali. La possibilità nel non rinnovo porterebbe i docenti iscritti negli albi territoriali ad un "nomadismo" non cercato che avrebbe, inevitabilmente, conseguenze sulla qualità dell’esercizio della stessa professionalità.  Non riteniamo che sia questo ciò che si intende per valorizzazione della professione docente.
Cosa pensa dello sciopero del 5 maggio e delle affermazioni di scherno del Premier Renzi?
Ritengo che sia un vero peccato che il mondo della scuola, su proposta delle organizzazioni sindacali, sia costretto a mobilitarsi per far sentire la propria voce e convincere che una proposta legislativa migliore è non solo possibile ma necessaria. Quando Renzi si stupisce per uno sciopero indetto contro un Governo che promette di assumere oltre 100000 nuovi docenti fa un grave errore: confonde la scuola per un luogo di "quantità" e non di "qualità" e relazioni. Ben vengano le auspicate assunzioni, ridottesi però di un terzo in tre mesi, ma i nuovi colleghi dovranno trovare una scuola ancora in piedi e non minata nelle fondamenta. Schernire uno sciopero, il primo unitario dopo quasi 10 anni, o pensare che i docenti non abbiano "capito" la grandezza del Ddl come ha affermato il ministro Giannini significa avere poco rispetto per la scuola nel suo insieme.

giovedì 23 aprile 2015

GENDER? -MASCHIO e FEMMINA DIO LI CREO' !

"La teoria del gender mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa"
Durante l'Udienza Generale, papa Francesco esorta alla riscoperta e alla valorizzazione della complementarità tra uomo e donna, creati a immagine e somiglianza di Dio
di Luca Marcolivio


Maschio e femmina li creò. Dopo aver toccato, durante le ultime udienze generali, vari aspetti della pastorale familiare, nella catechesi del 15 us, papa Francesco si è soffermato sul primo fondamento biblico dell’amore familiare: la complementarità tra uomo e donna, i quali “stanno al vertice della creazione divina”.
È la Genesi a ricordarci che “Dio, dopo aver creato l’universo e tutti gli esseri viventi, creò il capolavoro, ossia l’essere umano, che fece a propria immagine” (cfr. Gen 1,27).
Come per tutti gli altri esseri viventi, Dio determina la differenza sessuale anche per gli umani, tuttavia “solo nell’uomo e nella donna essa porta in sé l’immagine e la somiglianza di Dio”.
Uomo e donna sono “a immagine e somiglianza di Dio” e la Genesi “lo ripete per ben tre volte in due versetti (26-27)”, ha osservato il Papa. Questa somiglianza non è solo riscontrabile nell’uomo e nella donna presi singolarmente, ma anche nell’uomo e nella donna “come coppia”.
Al tempo stesso, la differenza tra maschio e femmina “non è per la contrapposizione, o la subordinazione, ma per la comunione e la generazione, sempre ad immagine e somiglianza di Dio”.
Questa reciprocità aiuta l’umanità a “crescere armonicamente” e “quando ciò non avviene, se ne vedono le conseguenze”, ha detto il Papa.
“Siamo fatti per ascoltarci e aiutarci a vicenda - ha proseguito -. Possiamo dire che senza l’arricchimento reciproco in questa relazione - nel pensiero e nell’azione, negli affetti e nel lavoro, anche nella fede - i due non possono nemmeno capire fino in fondo che cosa significa essere uomo e donna”.
Da parte sua, la “cultura moderna” ha aperto nuovi spazi per la “comprensione di questa differenza”, introducendo però anche “molti dubbi e molto scetticismo”.
Secondo il Santo Padre, ad esempio, la “teoria del gender” è probabilmente anche “espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa”.
Il rischio è quello di “fare un passo indietro”, in quanto “la rimozione della differenza, infatti, è il problema, non la soluzione”. Proprio per questo, l’uomo e la donna devono “parlarsi di più, ascoltarsi di più, conoscersi di più, volersi bene di più”, trattandosi “con rispetto” e cooperando “con amicizia”. Queste “basi umane”, sostenute dalla “grazia di Dio”, pongono le basi per “progettare l’unione matrimoniale e familiare per tutta la vita”.
Il matrimonio “è una cosa seria, e lo è per tutti, non solo per i credenti”, ha aggiunto il Papa, esortando quindi “gli intellettuali a non disertare questo tema, come se fosse diventato secondario per l’impegno a favore di una società più libera e più giusta”.
Se l’“alleanza dell’uomo e della donna” fallisce, “inaridisce il mondo degli affetti e oscura il cielo della speranza” e, in tal senso, “i segnali sono già preoccupanti e li vediamo”, ha affermato Bergoglio.
A questo proposito, il Papa ha puntualizzato la necessità che “la donna non solo sia più ascoltata, ma che la sua voce abbia un peso reale, un’autorevolezza riconosciuta, nella società e nella Chiesa”, sulla scia della considerazione che Gesù ha delle donne nel Vangelo.
Una seconda riflessione, Francesco l’ha dedicata al “tema dell’uomo e della donna creati a immagine di Dio”, chiedendosi se la crisi di fede odierna, che spesso degenera nel “cinismo”, non sia anche “connessa alla crisi dell’alleanza tra uomo e donna”.
È proprio la Genesi a ricordarci che “la comunione con Dio si riflette nella comunione della coppia umana e la perdita della fiducia nel Padre celeste genera divisione e conflitto tra uomo e donna”.
È in questo contesto che emerge con più forza la responsabilità della Chiesa nel far “riscoprire la bellezza del disegno creatore che inscrive l’immagine di Dio anche nell’alleanza tra l’uomo e la donna”, ha sottolineato il Santo Padre.
“La terra si riempie di armonia e di fiducia quando l’alleanza tra l’uomo e la donna è vissuta nel bene. E se l’uomo e la donna la cercano insieme tra loro e con Dio, senza dubbio la trovano”, ha poi concluso.
(Zenit.org)
                    UDIENZA GENERALE