venerdì 30 marzo 2012

TRADITI DALLA SCUOLA


L’allarme del sociologo Frank Furedi: «C’è troppa retorica sull’apprendimento costante, occorre riscoprire il valore dell’istruzione» 

Traditi dalla scuola

«Gli adulti sono terrorizzati dall’idea che i ragazzi si annoino e così rinunciano a proporsi come modelli. In questo modo si perde il rapporto con il passato. È una crisi di responsabilità»  ........

sabato 17 marzo 2012

I VALORI DEGLI ITALIANI

Famiglia, gusto per la qualità della vita, religiosità, amore per il bello, rispetto degli altri: i valori per vivere meglio insieme. Dopo il ciclo dell’individualismo, la riscoperta delle relazioni
Ecco il comunicato stampa del CENSIS che evidenzia i  principali risultati della ricerca «I valori degli italiani» realizzata dal Censis nell’ambito delle attività per le celebrazioni del 150° anniversario dell’Unità d’Italia
ITALIANI, INDIVIDUALISTI PENTITI
– I più importanti valori che oggi accomunano gli italiani sono il senso della famiglia (indicato dal 65% dei cittadini), il gusto per la qualità della vita (25%), la tradizione religiosa (21%) e l’amore per il bello (20%). La voglia di essere padroni della propria vita, lo slancio delle ambizioni personali, il bisogno di auto-affermarsi, di inventare il proprio destino e di soddisfare i propri desideri, sono stati i valori che hanno caratterizzato la nostra storia recente e su cui si è costruito lo sviluppo del Paese dagli anni ’50 in poi. La spinta individualista ha liberato enormi energie, ha favorito la crescita di un sistema produttivo fatto di centinaia di migliaia di imprese e ha sostenuto la vitalità di un mercato capace di esprimere sempre nuove domande. Oggi quello sviluppo sembra progressivamente rallentare, la moltiplicazione dei soggetti ha portato a uno sfarinamento delle capacità decisionali nelle questioni di interesse collettivo e l’autonomia dei comportamenti è sfociata in forme di disagio antropologico. Per il futuro, i valori che faranno l’Italia e gli italiani sembrano poggiare sempre meno sulla rivendicazione dell’autonomia personale e sempre più sulla riscoperta dell’altro, sulla relazione e la responsabilità. Sono valori che in questa fase fanno emergere scintille di speranza che vanno però alimentate e potenziate, affinché possano diventare un nuovo motore di crescita socio-economica e civile del Paese.
Il senso della famiglia. Perno della comunità nazionale è la famiglia, anzi i diversi «format familiari», visto che nel periodo 2000-2010 sono diminuite le coppie coniugate con figli (-739mila), mentre sono aumentate le coppie non sposate con figli (+274mila) e le famiglie con un solo genitore (+345mila). Nel periodo 1998-2009 sono aumentate le unioni libere (+541mila, arrivando in totale a 881mila) che, inclusi i figli, coinvolgono oltre 2,5 milioni di persone. E sono complessivamente 5,9 milioni gli italiani che hanno sperimentato nella loro vita una forma di convivenza libera. Le famiglie ricostituite (formate da partner con un matrimonio alle spalle) sono diventate 1.070.000. Quelle ricostituite coniugate sono aumentate di 252mila unità, arrivando in totale a 629mila. Le diverse modalità concrete di essere famiglia rispondono al bisogno crescente di avere una relazionalità significativa. Più del 90% degli italiani si dichiara soddisfatto delle relazioni familiari. Anche se ci si sposa meno (tra il 2000 e il 2010 i matrimoni sono diminuiti del 23,7%: 67.334 in meno), all’unione matrimoniale è ancora riconosciuto un valore importante: il 76% degli italiani è convinto che sia una regola da rispettare e il 54% ritiene che garantisca maggiore solidità alla coppia.
Il gusto per la qualità della vita. Altra forza che genera coesione dell’individualismo italiano è l’orgoglio di appartenere al Paese del buon vivere. Il 56% dei cittadini è convinto che l’Italia sia il Paese al mondo dove si vive complessivamente meglio. Molto staccati gli altri Paesi europei, gli Stati Uniti e l’Australia. Italiani non più esterofili, quindi, ma orgogliosi di essere l’eccellenza del buon vivere. Anche se in futuro avessero la possibilità di andarsene dall’Italia, due terzi dei cittadini (66%) non lo farebbero in nessun caso.
La tradizione religiosa. L’82% degli italiani pensa che esiste una sfera trascendente o spirituale che va oltre la realtà materiale. Di questi, il 66% si dichiara credente e il 16% lo pensa anche se non si dichiara osservante. Ma due terzi degli italiani di fatto non entrano mai nei luoghi di culto, e solo un terzo vi si reca una o più volte alla settimana per partecipare alle funzioni religiose.
L’amore per il bello. Il 70% degli italiani è convinto che vivere in un posto bello aiuta a diventare persone migliori. Crede quindi che ci sia un legame tra etica ed estetica, e che la bellezza abbia anche una funzione educativa. Il 41% pensa che le meraviglie del nostro Paese possano essere la molla che ci farà ripartire.
Rallenta la spinta acquisitiva. Il consumismo attrae meno, visto che il 57% degli italiani pensa che, al di là dei concreti problemi di reddito, nella propria famiglia il desiderio di consumare è meno intenso rispetto a qualche anno fa. Il 51% crede che, anche in questa fase di crisi, nella propria famiglia si potrebbe consumare di meno tagliando eccessi e sprechi. In maggioranza gli italiani (45%) pensano che devono conservare quello che hanno, piuttosto che puntare ad avere di più (29%).
Di quali valori avranno più bisogno in futuro gli italiani per stare meglio insieme? Moralità e onestà (55,5%), rispetto per gli altri (53,5%) e solidarietà (33,5%) sono i valori considerati necessari per migliorare la convivenza sociale in Italia. Non è un generico richiamo al merito o all’autonomia individuale, quindi, ma il lento, difficile, sofferto, condiviso impegno collettivo in una diversa quotidianità dei rapporti fatta di maggiore rispetto e attenzione per gli altri.
È ora di darsi una regolata. Stanchi delle forme più estreme e sregolate di individualismo e trasgressione, negli italiani è scattato il riflesso «law and order». L’89% dei cittadini vorrebbe misure più severe contro le droghe pesanti, l’87% le ritiene auspicabili per contrastare i fenomeni legati alla guida pericolosa, il 76% nei confronti dell’abuso di alcol, il 74% verso le droghe leggere, il 71,5% nei confronti della prostituzione. La deriva restrittiva è meno intensa, ma comunque presente, nei confronti dei fumatori (il 52% vorrebbe provvedimenti più stringenti) e di chi mangia cibi ipercalorici che causano l’obesità (47%).
Cosa viene dopo il soggettivismo. La crisi del soggettivismo ha generato dunque due pulsioni. La prima è l’apertura all’altro, la riscoperta del valore delle relazioni, convinti che ci possiamo salvare solo tutti insieme. La seconda è un emotivo approccio restrittivo verso le passate sregolatezze dell’individualismo. Ma nessuna pedagogia calata dall’alto potrà fare i nuovi italiani: nessuna etica eterodiretta, tesa a rieducare i cittadini a comportamenti virtuosi, innescherà un nuovo ciclo di sviluppo civile e sociale.

Leggi: VALORI CHE CI UNISCONO E CI SERVONO
         
            MAESTRI O MODELLI AI QUALI CI ISPIRIAMO
Famiglia e buone relazioni portano maggiore felicità! Leggi:FAMILISMO MORALE

venerdì 16 marzo 2012

APPRENDIMENTO e INSEGNAMENTO


Come insegnare, oggi?

         Questi e altri interrogativi fanno da filo conduttore alla riflessione sull’insegnamento in rapporto alla didattica, con particolare attenzione alla valutazione e ai modelli organizzativi connessi all’idea di scuola a cui l’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC) vuol trovare prime risposte di senso.
        In continuità con il Convegno dello scorso anno “Apprendere, ma come?”, in questa seconda fase sarà approfondito il rapporto tra innovazione didattica e miglioramento della qualità della scuola. Il modo in cui un’istituzione scolastica è gestita e organizzata crea, di fatto, un ambiente più o meno favorevole che può accrescere o, per contro, inibire il potenziale del capitale umano degli studenti, ma anche degli stessi insegnanti.
         A discutere su cosa sta cambiando nella didattica, sul come le scuole progettano l’organizzazione, tenendo in debito conto degli spazi di flessibilità e autonomia, docenti e dirigenti di ogni ordine di scuola, soci e non dell’AIMC, insieme al presidente nazionale Giuseppe Desideri, al presidente regionale, Paolo Centomani e ai responsabili associativi, i proff. Angela Chionna dell’Università di Bari, Italo Forin, dell’Università LUMSA Roma, Paolo Ardizzone dell’Università Cattolica di Milano, Claudio Lazzeri docente dell’IMI - Gorgonzola (MI), Valentina Di Trapani dell'Associazione Oltremodo e GIpa e Cristina Giuntini, dirigente scolastico di Arezzo.
         L’occasione è rappresentata dal Seminario nazionale “Insegnare, ma come?”, che si svolgerà presso l’Hotel Clio in Viale Kennedy, 20, a Monopoli (BA) i prossimi 17 e 18 marzo c.a.. Un’opportunità preziosa che consente all’Associazione, ancora una volta secondo il proprio specifico, di realizzare presenza e di stare nei processi, partecipando al confronto con una propria elaborazione, testata sul campo e, il più possibile, condivisa.
 La presidenza nazionale AIMC

Roma, 16 marzo 2012

mercoledì 14 marzo 2012

QUANDO IL PROBLEMA NON E' PROBLEMA

Il vero problema scatena la ricerca
Tutta la ricerca, in qualsiasi ambito essa venga praticata (dalla fisica all’interpretazione di un testo o di una traccia storica) consiste in tentativi di soluzione di problemi tramite la creazione di ipotesi da sottoporre ai più severi controlli [...] È esattamente in questo orizzonte che si comprende l’urgente necessità di una didattica che – affinché non si continui a dare risposte a domande non poste – punti sui problemi più che sugli esercizi. Il problema va risolto, l’esercizio va eseguito; [...] il problema forma, l’esercizio addestra; il problema scatena la ricerca, l’esercizio presuppone risultati di ricerche già fatte. Ma qui sta proprio il guaio, perché quelli indicati come problemi nei testi, per esempio, di geometria, di algebra, di chimica o di trigonometria... non sono problemi, sono esercizi. Per cui si dà che non di rado nei nostri licei scientifici l’unica vera attività di ricerca sia consistita, e forse talvolta consista ancora, nella versione di latino”.
                                                                                  Dario Antiseri, in Corriere della Sera, 24 feb. 2012

lunedì 12 marzo 2012

DOCENTI TUTOR - IL TUTORSHIP D'AULA


Le Associazioni facenti parte del FONADDS (Forum nazionale delle Associazioni dei docenti e dirigenti scolastici) esprimono forti perplessità riguardo alla comunicazione relativa al corso di formazione “Docenti tutor: le competenze di tutorship d’aula” della Direzione generale per il personale scolastico (prot. n. 0001159/2012). 
Tali perplessità nascono da una serie di considerazioni. In primo luogo, viene ad interrompersi una prassi ormai consolidata che ha visto il FONADDS quale luogo e contesto di
presentazione, da parte delle Direzioni generali del Miur, delle varie iniziative e/o progetti relativi ai
temi dell’innovazione scolastica, della valutazione e della formazione dei docenti e dirigenti scolastici; prassi confermata anche di recente dal Ministro prof. Profumo che, nell’incontro del gennaio scorso, ha espresso la chiara intenzione di rendere il Forum spazio di confronto continuo sulle principali tematiche legate al mondo del sistema scolastico del Paese. .....

Leggi: COMUNICATO E DOCUMENTI RELATIVI

BORSE DI STUDIO AIMC

L'AIMC, dando attuazione a quanto previsto nell'ambito della I Edizione dell'iniziativa "Cento piazze per... la solidarietà", al fine di stimolare la ricerca e promuovere la riflessione e gli studi su tematiche pedagogiche e didattiche, sull'educazione, sulla professionalità docente e sull'associazionismo professionale, bandisce il concorso nazionale per l'assegnazione di cinque borse di studi.

Leggi: BANDO BORSE DI STUDIO

giovedì 8 marzo 2012

8 MARZO

Che ad ogni donna siano garantiti pieno rispetto, piena valorizzazione e realizzazione.
Che ogni società sappia superare qualsiasi forma di emarginazione e violenza nei confronti delle donne.
Grazie per il loro intelligente e generoso impegno nelle famiglie, nelle istituzioni, nella società.

martedì 6 marzo 2012

IL PAPA CONFERMA IL CARD BAGNASCO PRESIDENTE CEI

AIMC: vive felicitazioni a S. E. il Cardinale Angelo Bagnasco, confermato Presidente della CEI


L’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC) manifesta vivo compiacimento per la riconferma di Sua Eminenza il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo di Genova alla presidenza della Conferenza Episcopale Italiana, per il prossimo quinquennio.

Esprime gratitudine per l’opera meritoria finora svolta e, condividendo la scelta dell’emer-genza educativa come tema per gli Orientamenti pastorali del prossimo decennio 2010-2020, dichiara la piena disponibilità a continuare a collaborare in questa nuova tappa del cammino alla “missione e testimonianza cristiana in una società che non cessa di sperare in un futuro migliore”.

Nel formulare a S. E. il cardinal Angelo Bagnasco i migliori auguri per il prosieguo del lavoro alla presidenza CEI, l’AIMC si sente impegnata a crescere ancor più nella comunione e, secondo i suoi connotati originari di popolarità e democraticità, riconferma la propria vocazione a essere luogo di interconnessione e comunione fra Scuola, Istituzioni e Chiesa, si fa interprete della complessità dell’attuale stagione per leggerne le domande di senso, elaborare insieme e nel confronto con altri soggetti del sistema Paese risposte adeguate, rilanciare la “questione educativa” come leva di costruzione di una città a misura d’uomo, che potrà essere veramente espressione di laicità matura e di professionalità competente per adempiere alla missione di educare alla vita buona del Vangelo.



La presidenza nazionale AIMC

Roma, 6 marzo 2012