martedì 24 giugno 2014

L'EDUCAZIONE LUOGO DEL BELLO, DEL VERO, DEL BUONO

Papa Francesco e l'educazione
 come luogo del bello, del vero, del buono
La missione della scuola consiste nello sviluppo della capacità di conoscere, capire, apprezzare, riconoscere, la realtà nella sua verità, bontà e bellezza
Di Rodolfo Papa

 Incontrando il mondo della scuola italiana, il 10 maggio 2014, papa Francesco ha espresso in modo molto chiaro e profondo in quale prospettiva la bellezza abbia un ruolo educativo, offrendone anche una motivazione e una indicazione di metodo:
«La missione della scuola è di sviluppare il senso del vero, il senso del bene e il senso del bello. E questo avviene attraverso un cammino ricco, fatto di tanti “ingredienti”. Ecco perché ci sono tante discipline! Perché lo sviluppo è frutto di diversi elementi che agiscono insieme e stimolano l’intelligenza, la coscienza, l’affettività, il corpo, eccetera. Per esempio, se studio questa Piazza, Piazza San Pietro, apprendo cose di architettura, di storia, di religione, anche di astronomia – l’obelisco richiama il sole, ma pochi sanno che questa piazza è anche una grande meridiana.
In questo modo coltiviamo in noi il vero, il bene e il bello; e impariamo che queste tre dimensioni non sono mai separate, ma sempre intrecciate. Se una cosa è vera, è buona ed è bella; se è bella, è buona ed è vera; e se è buona, è vera ed è bella. E insieme questi elementi ci fanno crescere e ci aiutano ad amare la vita, anche quando stiamo male, anche in mezzo ai problemi. La vera educazione ci fa amare la vita, ci apre alla pienezza della vita!» [1].
La missione della scuola consiste nello sviluppo del “senso” del vero, del bene e del bello, ovvero nello sviluppo della capacità di conoscere, capire, apprezzare, riconoscere, la realtà nella sua verità, bontà e bellezza. Si tratta di un cammino di incontro con la realtà, incontro in cui consiste il primo aspetto della scuola[2], e si tratta di un cammino che coinvolge tutte le dimensioni umane: intelligenza, coscienza, affettività, corpo. Queste tre dimensioni sono intrecciate, ogni cosa se è vera è anche buona e bella, e reciprocamente. Il riconoscimento della verità, della bontà e della bellezza aiuta ad amare la vita anche nelle difficoltà. Dunque la scuola, compiendo la sua missione di sviluppare il senso del vero, del bene e del bello, compie anche il compito di insegnare ad amare la vita, di aprire alla pienezza della vita.
L’aspetto più evidente della realtà, in quanto visibile o più genericamente sensibile, è la bellezza, e a partire dalla bellezza si possono trovare tutte le altre dimensioni ad essa connesse ed intrecciate. L’esempio di metodo proposto da papa Francesco parte dalla bellezza di piazza San Pietro: la conoscenza di questa piazza implica una conoscenza multidisciplinare e pregnante.
La bellezza può, dunque, avere un ruolo importante in quello che il Concilio Vaticano II riconosce come  «gravissimum  educationis momentum in vita hominis»[3]. Nel decreto conciliare si afferma che «la vera educazione deve promuovere la formazione della persona umana sia in vista del suo fine ultimo, sia per il bene dei vari gruppi di cui l'uomo è membro ed in cui, divenuto adulto, avrà mansioni da svolgere»[4]. L’educazione è un’opera che riguarda integralmente la persona, nella sua complessità, nella sua dimensione individuale e sociale, nella sua finalità soprannaturale.
L’educazione è compito di formazione della persona ed è anche un rapporto tra persone, come ha efficacemente sottolineato Benedetto XVI presentando alla Diocesi di Roma la Lettera sull’educazione nel 2008:
«L'educazione però non è soltanto opera degli educatori: è un rapporto tra persone nel quale, con il crescere degli anni, entrano sempre più in gioco la libertà e la responsabilità di coloro che vengono educati. Perciò, con grande affetto, mi rivolgo a voi, fanciulli, adolescenti e giovani, per ricordarvi che voi stessi siete chiamati ad essere gli artefici della vostra crescita morale, culturale e spirituale. Sta a voi, dunque, accogliere liberamente nel cuore, nell'intelligenza e nella vita il patrimonio di verità, di bontà e di bellezza che si è formato attraverso i secoli e che ha in Gesù Cristo la sua pietra angolare»[5].
Benedetto XVI sottolinea il ruolo di tutte le persone coinvolte nell’educazione, e ricorda come anche coloro che vengono educati devono aprirsi al processo educativo con libertà e responsabilità. Afferma la completezza del processo formativo che coinvolge la crescita morale, culturale e spirituale e presenta  l’educazione come un patrimonio di verità, bontà e bellezza che ha in Gesù Cristo la pietra angolare.
La bellezza è dunque perno della formazione completa, umana e soprannaturale, dell’uomo, che trova in Gesù Cristo il suo fondamento.
Benedetto XVI aggiunge una notazione importante:  «Sta a voi rinnovare e sviluppare ulteriormente questo patrimonio, liberandolo dalle tante menzogne e brutture che spesso lo rendono irriconoscibile e provocano in voi diffidenza e delusione»[6]. Il patrimonio di verità, bontà e bellezza può essere offuscato, la percezione e la conoscenza possono essere soffocate da menzogne e brutture, ovvero esattamente dall’opposto della verità e della bellezza. In questo contesto, l’educazione si conferma come un processo ineludibile: non solo come apertura al senso della  bellezza, ma anche come processo di purificazione dalle bruttezze e dagli errori e recupero della capacità di saper guardare e giudicare.

Rodolfo Papa, Esperto della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, docente di Storia delle teorie estetiche, Pontificia Università Urbaniana, Artista, Storico dell’arte, Accademico Ordinario Pontificio. Website www.rodolfopapa.it Blog: http://rodolfopapa.blogspot.com  e.mail:  rodolfo_papa@infinito.it  .
*
NOTE
[1] Francesco, Discorso Al mondo della scuola italiana (10 maggio 2014).
[2] Ibid.
[3] Concilio Vaticano II, Decreto sull’Educazione Cattolica Gravissimum Educationis (28 ottobre 1965).
[4] Ibid., n. 1.
[5] Benedetto XVI, Discorso. Udienza per la presentazione e consegna alla Diocesi di Roma della ”Lettera sul compito urgente dell’educazione” (23 febbraio2008).
[6] Ibid.


 www.zenit.org  - 23.5.2014




mercoledì 11 giugno 2014

12 giugno: GIORNATA MONDIALE CONTRO LO SFRUTTAMENTO MINORILE

"Il 12 giugno, si celebra la Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile. Decine di milioni di bambini, avete sentite bene? Decine di milioni sono costretti a lavorare in condizioni degradanti, esposti a forme di schiavitù e di sfruttamento, come anche ad abusi, maltrattamenti e discriminazioni.
Auspico vivamente che la Comunità internazionale possa estendere la protezione sociale dei minori per debellare questa piaga dello sfruttamento dei bambini. Rinnoviamo tutti il nostro impegno, in particolare le famiglie, per garantire ad ogni bambino e bambina la salvaguardia della sua dignità e la possibilità di una crescita sana. Una fanciullezza serena permette ai bambini di guardare con fiducia alla vita e al futuro. Vi invito tutti a pregare la Madonna, che ha avuto il Bambino Gesù in braccio, per questi bambini e bambine che sono sfruttati con il lavoro e anche con gli abusi." 
                                                                                                       Papa Francesco

domenica 8 giugno 2014

I NUOVI LINGUAGGI? E' come se fossimo all'avvento della stampa


I NUOVI LINGUAGGI, INEVITABILI 
Intervista al card. Ravasi

«La sfida principale è certamente riuscire in qualche modo a ritrovare una sintonia col linguaggio contemporaneo, con un linguaggio profondamente mutato e che esige quindi nuove categorie, nuove modalità espressive – soprattutto se pensiamo cosa vuol dire tutto il settore informatico, telematico e virtuale –, ma dall’altra parte la capacità di conservare nell’interno di questa modalità nuova ed espressiva, il contenuto.

Questa è sempre una delle grandi sfide, della cultura stessa e non soltanto delle fedi o della fede cristiana: da un lato stare attenti ad essere in sintonia col linguaggio che muta e che è ininterrottamente nuovo, inedito; dall’altra parte riuscire a conservare la permanenza del messaggio. Detto così, ciò sembra assai facile da fare, in realtà è difficile da riuscire a realizzare nella concretezza».

Con l’avvento dei nuovi mezzi di comunicazione ci ritroviamo con due mondi: quello, soprattutto di giovani, che li utilizzano senza problemi; quello, soprattutto di adulti, che non hanno dimestichezza e sono diffidenti. Come valuta lei questa situazione?

«È fuori di dubbio che c’è l’esigenza di accettare e utilizzare i nuovi mezzi. Non è un’opzione, per cui uno può farlo perché ritiene di essere aggiornato, di essere più aperto al progresso della comunicazione. In realtà ciò è un’esigenza strutturale, perché sta mutando completamente il modello comunicativo.

È un po’ come se noi fossimo al tempo dell’avvento della stampa .........

Leggi:  I NUOVI LINGUAGGI, INEVITABILI

venerdì 6 giugno 2014

DECRETI DELEGATI, QUARANT'ANNI DOPO


1974-2014: quarant’anni 
e… li dimostrano!

Dal Seminario dell’AIMC sui Decreti delegati

L’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC) ha realizzato ieri 4 giugno 2014 presso il Senato della Repubblica, Sala Istituto di S. Maria in Aquiro, Piazza Capranica, 72 il Seminario di studi “1974-2014: a quarant’anni dai Decreti delegati per la scuola”, un’iniziativa di riflessione voluta non solo per celebrare un anniversario, ma anche per porre attenzione a uno dei problemi più urgenti che riguardano la gestione del sistema scolastico italiano.
Nell’aprire i lavori, il presidente nazionale AIMC, Giuseppe Desideri, ha esordito constatando che “rispetto ai Decreti di partecipazione democratica della scuola italiana si assiste oggi a una situazione paradossale: si è fermi alla normativa degli anni ’70, che attende da tempo una rivisitazione strutturale”. “Il livello di partecipazione agli Organi Collegiali – ha proseguito il presidente – è passato dal 60% iniziale al 5% delle ultime elezioni. Occorre ricostruire rapporti fiduciari tra scuola e famiglia, in termini di assunzione di responsabilità”.
Successivamente, coordinati da Rosa Musto, presidente regionale AIMC Lazio, si sono alternati, come da programma, gli interventi del vicepresidente del CNPI, Mario Guglietti, del direttore generale ASTRID, Vittorio Campione, del professore di Pedagogia Università IUSM di Roma, Pasquale Moliterni, i quali, ciascuno dal proprio particolare punto di osservazione, hanno tracciato un quadro dell’attuale situazione, relativa alla partecipazione di genitori e docenti negli Organi collegiali, al profilo professionale dei docenti, allo stato giuridico del personale docente, dirigente e ispettivo, all’aggiornamento, alla ricerca e sperimentazione,…, “questioni aperte” che attendono da tempo una ridefinizione attraverso “azioni” significative da parte dei decisori politici.
In sintesi, tutti gli interlocutori sono stati concordi nel confermare la necessità di recuperare il fermento degli anni ’70 per riaprire il dibattito su questi temi, riconsiderare le sperimentazioni ordinamentali ed elevare la qualità della scuola strettamente collegata al profilo professionale del docente e alla cura della professione. Norme e didattica dovrebbero andare di pari passo, avendo ben presente che i Decreti sono funzionali alla compartecipazione democratica delle istituzioni scolastiche, che richiede, inoltre, una leadership diffusa nella scuola intesa come organizzazione che apprende. La stessa figura del dirigente scolastico dovrebbe essere riconsiderata nel ruolo e funzioni e riorientata verso l’idea di leader pedagogico.
Nel corso del vivace dibattito, che ha fatto seguito agli interventi dei relatori, si è fatta memoria e sono stati indicati numerosi aspetti che necessitano di essere innovati, alla luce dei mutamenti che la scuola dell’autonomia presenta.
La senatrice Francesca Puglisi, della VII Commissione Istruzione del Senato, ha dichiarato la propria disponibilità a seguire direttamente in ambito parlamentare la questione, e ha chiesto all’AIMC di proseguire nel lavoro di approfondimento e riflessione per pervenire anche a formulare nuove proposte e dare vita a una nuova stagione di rinnovamento e gestione democratica del sistema scolastico italiano.

Roma, 5 giugno 2014

L’Ufficio stampa AIMC