martedì 21 gennaio 2025

EDUCAZIONE CIVICA A SCUOLA

 


FORUM  DELLE ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI DELLA SCUOLA

AIMC, AMDZ, ANDIS, ANFIS, CIDI, LEGAMBIENTE Scuola e Formazione, MCE, PROTEO FARE SAPERE

 Coordinatore  Antonio Giacobbi  - agiacobbi2010@libero.it

 Le nuove linee guida di educazione civica: una forzatura ideologica

Prima di emanare le nuove Linee guida di educazione civica, il ministro avrebbe dovuto, come previsto dal DM 35/92, ascoltare le scuole e fare un serio lavoro per comprendere come integrare quelle precedenti. Non lo ha fatto. Ha deciso invece dì riscrivere il testo. Perché? Sono le stesse ragioni per cui ha affidato alla commissione Perla la revisione delle Indicazioni nazionali del primo ciclo: virare decisamente su una curvatura ideologica e identitaria.

Avviene ormai con troppa frequenza che un cambiamento di governo porti con sé la voglia di intervenire sulla scuola marcando la differenza con ciò che è stato fatto in precedenza. Si pensi alla valutazione nella scuola primaria, alla “ispirazione” suggerita per le nuove indicazioni nazionali del primo ciclo, ai provvedimenti sul rapporto tra scuola a e lavoro, al voto in condotta e alle misure punitive. Al di là del merito, non va bene: la scuola non è un ufficio in cui applicare pratiche, ha bisogno di tempi più lunghi di formazione, di elaborazione, di esperienze. E di rispetto per il lavoro dei docenti che richiede anche di non gettare alle ortiche il lavoro fatto negli anni.

Rinviamo per approfondimenti ai contributi sui siti nazionali delle nostre Associazioni. E inoltre: L. Rondanini su Scuola7 del 23 settembre 2024 e il sito www.gessetticolorati.it

 1)    Il nuovo testo ha preso atto di alcune integrazioni alla legge originaria dovute alla L. 21/2024: “Interventi a sostegno della competitività dei capitali ecc.”. E così prevede, ad esempio, “…l’educazione finanziaria e assicurativa e la pianificazione previdenziale”. Non possono essere queste le finalità dell’educazione civica previste dalla legge istitutiva che recita: “L'educazione civica contribuisce a formare cittadini responsabili e attivi e a promuovere la partecipazione piena e consapevole alla vita civica, culturale e sociale delle comunità nel rispetto delle regole, dei diritti e dei doveri”.

2) 2) I tre nuclei concettuali sono confermati: Costituzione, Sviluppo sostenibile, Cittadinanza digitale. Il testo definisce anche i traguardi di competenza e gli obiettivi di apprendimento, lo richiede la legge 92/2019.

Accanto ai valori della Costituzione, vi sono alcuni elementi che “marcano” una concezione dell’educazione civica molto discutibile che non condividiamo. a) L’idea di Patria come elemento identitario. È sottolineata in diversi punti. Ne riportiamo uno. Le Linee guida promuovono obiettivi di apprendimento “coerenti con quel sentimento di appartenenza che deriva dal nascere, crescere e convivere in un paese chiamato Italia” e ancora una “comune identità italiana come parte della civiltà europea e occidentale e della sua storia”. La visione che propone il testo è fortemente ideologica, italocentrica e nazionalistica, e va ben oltre quanto leggiamo in Costituzione, dove la parola Patria, sicuramente importante, è citata solo due volte. Le Linee Guida oscurano o, meglio, trascurano volutamente un fatto: l’idea di Patria ha un senso solo se non prevede recinti e confini che impediscono la comprensione, l’azione e la formazione dei cittadini del mondo.

Come non ricordare Don Milani:” Non discuterò qui l’idea di Patria in sé. Non mi piacciono queste divisioni. Se voi però avete diritto di dividere il mondo in italiani e stranieri allora vi dirò che, nel vostro senso, io non ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati e oppressi da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro” (Da L’0bbedienza non è più una virtù).

b) È incredibile: vi sono 56 conflitti nel mondo, due dei quali drammatici ai confini dell’Europa, ma un documento del ministero che deve “guidare” le scuole nell’insegnamento dell’educazione civica, non contiene mai la parola “pace”

c) L’art. 9 della Costituzione è citato solo per la scuola secondaria di secondo grado; sono poco presenti sviluppo sostenibile, responsabilità sociale e personale, contrasto alla povertà alle disuguaglianze, lotta alla fame e contrasto al cambiamento climatico.

Perché e come l’educazione civica

È fondamentale. Anche come disciplina. Ma non servono i voti, tanto meno in itinere.

 Proponiamo alcuni riferimenti.

1. Nel 2025 ricorre l’80° Anniversario della Liberazione: studiare la Costituzione significa anche conoscere come è nata a partire dalla Resistenza come valore unificante e dall’educazione alla convivenza democratica

2. Costruire comunità di apprendimento, nella convinzione che l’apprendimento è un fatto sociale

3. Assumere il paradigma della complessità (Morin) per comprendere le differenze e non far sentire “stranieri” gli alunni provenienti da altri paesi 4. Educare al “bene comune” e alla cittadinanza consapevole e attiva (che non è sudditanza), come contrasto all’interesse individuale.

5. Assumere come valore l’Etica pubblica che poggia sulla responsabilità e non sul senso di colpa come la morale privata.

6. Costruire percorsi di partecipazione democratica degli allievi, fin dalla scuola dell’infanzia, a partire dalla elaborazione di regole condivise per “abitare insieme” la scuola e dall’organizzazione cooperativa dell’apprendimento;

valorizzare la cultura del confronto anche con la pratica delle assemblee e delle consulte degli studenti.

7. Avere attenzione, in questi tempi di forte disregolazione emotiva e di mancanza di senso del limite, alla costruzione di esperienza di socializzazione anche esterna alla scuola.

8. Promuovere l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, anche nella pratica educativa (Legge 107/2015, art 1, comma  16)

b) È incredibile: vi sono 56 conflitti nel mondo, due dei quali drammatici ai confini dell’Europa, ma un documento del ministero che deve “guidare” le scuole nell’insegnamento dell’educazione civica, non contiene mai la parola “pace” c) L’art. 9 della Costituzione è citato solo per la scuola secondaria di secondo grado; sono poco presenti sviluppo sostenibile, responsabilità sociale e personale, contrasto alla povertà alle disuguaglianze, lotta alla fame e contrasto al cambiamento climatico.

Perché e come l’educazione civica

È fondamentale. Anche come disciplina. Ma non servono i voti, tanto meno in itinere. Proponiamo alcuni riferimenti.

1. Nel 2025 ricorre l’80° Anniversario della Liberazione: studiare la Costituzione significa anche conoscere come è nata a partire dalla Resistenza come valore unificante e dall’educazione alla convivenza democratica

2. Costruire comunità di apprendimento, nella convinzione che l’apprendimento è un fatto sociale

3. Assumere il paradigma della complessità (Morin) per comprendere le differenze e non far sentire “stranieri” gli alunni provenienti da altri paesi 4. Educare al “bene comune” e alla cittadinanza consapevole e attiva (che non è sudditanza), come contrasto all’interesse individuale.

5. Assumere come valore l’Etica pubblica che poggia sulla responsabilità e non sul senso di colpa come la morale privata.

6. Costruire percorsi di partecipazione democratica degli allievi, fin dalla scuola dell’infanzia, a partire dalla elaborazione di regole condivise per “abitare insieme” la scuola e dall’organizzazione cooperativa dell’apprendimento; valorizzare la cultura del confronto anche con la pratica delle assemblee e delle consulte degli studenti.

7. Avere attenzione, in questi tempi di forte disregolazione emotiva e di mancanza di senso del limite, alla costruzione di esperienza di socializzazione anche esterna alla scuola.

8. Promuovere l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, anche nella pratica educativa (Legge 107/2015, art 1, comma 16)

Prima di Prima di tutto la Costituzione

I moltissimi traguardi per lo sviluppo delle competenze e obiettivi di apprendimento possono produrre dispersione e ostacolare la messa a fuoco di ciò che è prevalente. Spetta ai collegi dei docenti rivedere il curricolo di istituto e sono il consiglio di classe e il team docenti che devono effettuare le scelte conseguenti per i loro alunni.

Le scuole siano dunque protagoniste dell’autonomia organizzativa e didattica.

Nel rispetto della legge individueranno alcune priorità per ciascun anno di corso, perché non è possibile fare tutto e la scuola non può essere un contenitore di tutto. Pensiamo che la priorità possa essere data alle competenze e ai traguardi del nucleo concettuale “Costituzione”. Degli altri, invitiamo a valorizzare quelli che hanno a fondamento il concetto di “bene comune” e di responsabilità. E, soprattutto, a “praticare l’educazione civica” nell’insegnamento e nelle relazioni come rispetto e valorizzazione di ciascuno e di tutti, docenti e studenti.

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