Il ministro
dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara ha presentato ieri, in
Consiglio dei Ministri, sotto forma di decreto, le Nuove Indicazioni
Nazionali (i nuovi programmi), per il primo ciclo.
In
sintesi, le novità che Valditara intende portare avanti sono:
- Possibilità di inserire il latino nel
curricolo a partire dalla seconda media;
- Abolita la geostoria nelle superiori;
- Centralità alla narrazione di quel
che è accaduto nella nostra penisola dai tempi antichi fino ad oggi;
- Più musica, letteratura, epica,
Bibbia, filastrocche e grammatica alla primaria.
Le reazioni
Inutile
dire che tutti questi elementi hanno scatenato moltissime reazioni,
tra chi loda Valditara per il coraggio di fare una riforma
tanto attesa dei contenuti insegnati a scuola e, soprattutto, per
l’attenzione allo studio del latino, tutt’altro che lingua morta. C’è anche
chi, invece, lo sta criticando aspramente per “riportare indietro” la
scuola italiana.
Il
noto classicista Luciano Canfora, a La Stampa, ha
spiegato di essere d’accordo solo in parte con il ministro. “Il latino serve,
come scriveva Antonio Gramsci nei Quaderni del carcere, per
imparare a studiare. Una stupidaggine considerarlo ‘di destra'”.
Il
classicista rimane favorevole alla rimozione della geostoria dalle
scuole superiori, definendola un “mostro creato dalla ministra
Gelmini: geografia è sacra ma deve essere una materia distinta e altrettanto lo
deve essere la storia”.
“Questa
riforma taglia spazio allo studio della geostoria per aumentare quello
destinato allo studio della storia dell’Italia, dall’antica Roma al
Risorgimento, passando dal cristianesimo e quindi dalla Bibbia. Ma questa
riforma lascia molto spazio alle critiche”, scrive in una nota l’Unione
degli Studenti, come scrive La Stampa.
“L’introduzione
dello studio della Bibbia nel programma è una chiara scelta politica in
linea con le idee reazionarie e conservatrici del governo, che si prova a
nascondere con la scusa dello studio delle “radici della cultura italiana” che
sappiamo invece essere molto più ampia” commenta Tommaso Martelli,
coordinatore nazionale dell’UdS.
L’organizzazione
studentesca poi critica la svolta nazionalistica della riforma.
“Ridurre lo studio della geostoria, materia che permette di analizzare gli
eventi storici legandoli al luogo dove essi si sono svolti, aprendo le menti
degli studenti a una serie di ragionamenti più ampi, per sostituirla con lo
studio della sola storia Italiana o occidentale in senso stretto, non è solo un
tornare indietro negli anni nella creazione del programma, ma è anche una
scelta che prende la direzione di una scuola estremamente nazionalistica e
contraria a un’apertura che soprattutto in questa fase storica sarebbe
necessaria”, continua Martelli.
“Latino
fin dalle medie, e poi la storia tutta, in maniera approfondita, e ancora la
musica, la letteratura, la lettura e la scrittura. Per una nuova generazione
più consapevole e capace. Una generazione che sappia riscoprire il gusto di un
buon libro e esprimere correttamente il proprio pensiero in un elaborato
scritto. La riforma della scuola pensata dal Ministro Valditara e accolta con
favore dal Consiglio dei Ministri rappresenta un punto di svolta tanto atteso.
Finalmente la scuola italiana torna al suo ruolo primario di magistero
culturale e sociale”, lo dichiara la senatrice di Fratelli d’Italia Ella
Bucalo, membro della commissione cultura e istruzione del Senato e viceresponsabile
del dipartimento istruzione del partito.
“Mentre
la scuola pubblica soffre i tagli agli organici previsti dalla manovra, le
discriminazioni tra regioni dovute al dimensionamento e mentre il paese va
verso lo spaccamento del sistema scolastico nazionale con le autonomie
leghiste, Giuseppe Valditara non trova di meglio che proporre l’abolizione
della geostoria e lo studio della Bibbia. Questo ministro continua a perpetrare
una visione retrograda dell’istituzione scolastica, che anziché accompagnare
gli studenti nel nuovo millennio sembra proiettarli direttamente agli anni ’50.
Quale sarà la prossima mossa? Rimettere le tv in bianco e nero negli istituti?
Dividere le classi in sezioni maschili e femminili? Con Valditara la scuola
pubblica sembra condannata ad una edizione de ‘Il Collegio’, in cui gli
studenti devono vivere come facevano i loro genitori o i loro nonni. E se si
azzardano a dire qualcosa le scuole potranno segnalare i loro nomi. Respingiamo
questo disegno repressivo e privo di visione. Se alcune misure possono essere
condivise, altre sono da rispedire al mittente. Attendiamo di leggere nel
dettaglio le misure ma dalle dichiarazioni ci sembra chiaro il suo disegno
reazionario, propagandistico e nostalgico. Saremo al fianco degli studenti e
dell’intera comunità scolastica contro il progetto di riportare la scuola
indietro di ottant’anni”, così gli esponenti M5S in commissione cultura
alla Camera e al Senato.
“Riteniamo
positiva la scelta di dare maggiore spazio alla letteratura, anche quella per
l’infanzia; e di potenziare l’insegnamento della grammatica. L’idea di
introdurre sin dalla prima elementari letture e attività che stimolino il
piacere della lettura e il gusto per la scrittura è un passo importante per
coltivare il pensiero critico e la creatività negli studenti”. Lo afferma
all’Adnkronos Antonio Affinita, direttore generale Moige, Movimento
italiano genitori. “E’ essenziale che i ragazzi comprendano fin da subito
l’importanza della correttezza linguistica, della chiarezza e dell’ordine nella
comunicazione. Inoltre, l’intenzione di riprendere quella ‘grande scuola della
memoria’, che da sempre ha caratterizzato la tradizione educativa italiana. La
memoria, infatti, non è solo un esercizio mnemonico, ma un veicolo di valori e
di identità culturale”.
Cristina
Costarelli, presidente dell’Associazione
nazionale presidi Lazio, ha detto, come riporta Il Secolo d’Italia: “Il
latino richiede come requisito una conoscenza approfondita dell’italiano.
Soprattutto a livello di costruzione logica della frase, di funzioni logiche,
quindi studiare il latino la strada per consolidare la conoscenza dell’italiano
che è una delle 8 competenze chiave europee”.
“La
scuola bisogna toccarla. Valditara ha coinvolto gli esperti e le associazioni
delle parti sociali. Fioccheranno manifestazioni, occupazioni, insulti.
Polemiche politiche. Ma la scuola bisogna toccarla, perché la scuola siamo noi.
E la scuola soffre, e non poco.
Certo,
il mio ideale sarebbe una scuola ad personam, costruita per trovare e
valorizzare i talenti di ciascuno studente. Un po’ come la medicina ad
personam, che cura il malato e non solo la malattia. Una scuola che trova il
tuo talento e lo fa fiorire. Ma intanto”, queste le parole della scrittrice
Antonella Boralevi su Huffington Post.
Social scatenati
Sui
social ci sono commenti ironici e sarcastici. Eccone
alcuni:
“Nella
scuola pubblica torna il latino alle medie e lettura della Bibbia, poi una
specializzazione a scelta tra assalto alla diligenza, rabdomanzia e caccia alle
streghe”.
“Cominciate
ad insegnare ai ragazzi come si fa una dichiarazione dei redditi e come leggere
la propria busta paga in futuro, altro che poesie a macchinetta o il latino
Cristo. La scuola dovrebbe oltre alla cultura, preparati anche a vivere una
vita consapevole da cittadino”.
“La
scuola è un luogo dove si va per apprendere la cultura, le materie
scientifiche, educazione fisica etc., non è un luogo di culto”.
“Invece
di potenziare le materie scientifiche, concentrarsi sull’educazione digitale,
lavorare per ridurre le ripetizioni che portano a rifare gli stessi argomenti a
ogni ciclo scolastico, Valditara pensa di reintrodurre il latino e le poesie a
memoria. Salvate la scuola!”.
“Mettete
più materie che possono ritornare utili un domani ai ragazzi per non rimanere
indietro con il resto del mondo”.
COMMENTO DI ITALO FIORIN
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