giovedì 28 maggio 2015

A PROPOSITO DI BUONA SCUOLA - LE PROPOSTE dell'AIMC

Audizione di mercoledì 27 maggio 2015
PRESSO UFFICI DI PRESIDENZA CONGIUNTI
VII COMMISSIONE (Istruzione) SENATO
VII COMMISSIONE (Istruzione) CAMERA DEI DEPUTATI

Onorevoli Presidenti,
senatrici e senatori della VII Commissione,
un particolare ringraziamento per questa occasione che ci viene offerta per presentare le ns. riflessioni sul disegno di legge sulla scuola oggetto di questa audizione.
Come tutti sappiamo il testo del disegno di legge che è stato approvato dalla Camera è, in alcune parti, profondamente diverso dal testo proposto dal governo. Va riconosciuto ai parlamentari della Commissione Cultura, scienze e istruzione della Camera il merito di aver tradotto, anche se parzialmente, in emendamenti l’ascolto del mondo della scuola. Purtroppo su alcuni punti, determinanti, le posizioni fra il sentire della scuola (docenti, dirigenti, studenti, genitori) e la volontà politica della maggioranza restano profondamente lontane.

Non si tratta, come da alcune voci si è ascoltato, di un mondo della scuola che protesta perché legato ad immobilismo, difesa di prerogative (quali?), refrattario all’innovazione e astioso nei confronti del vituperato termine “valutazione”. Non si tratta neanche di un mondo della scuola schiavo di un pensiero unico sindacale o ideologico. Le proteste nascono da chi, docenti, studenti, dirigenti, personale ATA, genitori, vive la scuola quotidianamente e  ne vorrebbe un miglioramento reale e non di facciata. Altrimenti non si capirebbe l’ampiezza e la trasversalità della mobilitazione in atto da ormai varie settimane............
Leggi:L'AIMC SULLA BUONA SCUOLA

domenica 17 maggio 2015

GENDER?

Nel GENDER vince l’idea di Nietzsche

La questione della differenza sessuale nasce in un contesto che tende a dissolvere l’essenza dell’uomo e a ridurre a questione culturale l’identità maschile e femminile



L’uomo (e la donna): una passione inutile? L’interrogativo che Jean Paul Sartre poneva nel suo esistenzialismo pessimista si ripropone oggi, drammatico, davanti all’incurante sciupio di vite umane quotidianamente sciorinato dai media. Nell’incalzare di drammi sempre più atroci, ciascuno di noi, i governanti nazionali e sovranazionali, i guardiani dell’economia europea e mondiale, i semplici cittadini, tutti noi, insomma, che apparteniamo al mondo occidentale, ci affanniamo cercando risposte per lo più vaghe e di scarsa efficacia. 
Ora il problema cui tutto è imputato è l’economia bloccata e stagnante, ora il fondamentalismo, ora la società multiculturale, ora la disoccupazione, ora lo svuotamento dei partiti e le mutazioni incontrollate della democrazia. 
Cerchiamo sempre altrove. Il problema, invece, è del tutto evidente. Il dramma delle migrazioni di massa e della schiavitù che viene praticata apertamente, delle persecuzioni religiose e i massacri, le uccisioni e gli stupri perpetrati in nome di Dio, della miseria e della fame: la violenza sull’uomo ha raggiunto livelli di una ferocia sempre più insopportabile. In un mondo mai così capace di produrre ricchezza, l’accanimento sull'uomo sembra acuirsi in modo tanto incontrollato quanto puramente distruttivo. 
Le teorizzazioni sui diritti umani, il più alto distillato della morale laica occidentale, sono ormai fragili mura di carta a difesa di principi che, sorprendentemente, non sono affatto universalmente condivisi, mentre il nostro mondo, progredito in ricchezza, conoscenze e libertà, è assediato da un rigurgito devastante di irrefrenabile primitivismo, dinnanzi .....



venerdì 15 maggio 2015

PROVE INVALSI ..... CHE FARE?

A proposito di prove INVALSI.... 
quello che gli "altri" (non) fanno.....

di Italo Bassotto

       

  Sono giorni di forte tensione nelle scuole italiane: da una parte la resistenza di sindacati e lobbies varie al disegno di legge sulla BUONA SCUOLA, dall'altra il rifiuto (in alcune parti del Paese assai consistente) di effettuare le prove di verifica previste dall'Istituto Nazionale per la Valutazione del Sistema di Istruzione (INVALSI). 

           Vorrei trattenere l'attenzione dei lettori su questo secondo aspetto del cattivo costume italiano: come ogni anno, a novembre assistiamo impotenti (????) alle occupazioni delle scuole (che finiscono appena si approssimano le vacanze natalizie!) e a maggio alle forme più "creative" di "disobbedienza civile" per non far affrontare agli studenti le prove di verifica previste dall'INVALSI per gli alunni di 7, 9, 12 e 16 anni circa le competenze che essi posseggono in lingua italiana e matematica. 

          Fermo restando che sono assolutamente favorevole alla "disobbedienza" quando il rispetto delle regole imposte contrasta con i sacrosanti diritti della coscienza personale (vengo dalla terra di Don Mazzolari, per giove!!!!), mi pare che tale azione meriterebbe causa ben più importante del "diritto a non farsi valutare", come ho letto in alcuni proclami altisonanti e retorici di sedicenti "difensori" degli studenti e delle famiglie. 

       Per la verità ne ho sentite e lette di "astruserie", spacciate per argomentazioni contro questo strumento, che sin dall'inizio si dichiara limitato e parziale, il cui scopo, si badi bene, non è di "valutare gli studenti", ma, rilevando i lvelli dei loro apprendimenti/competenze, spingere le scuole a riflettere sui punti di forza e di debolezza dei loro progetti educativi (POF). 

       Come ad esempio che sono i genitori (Sic!) a tenere a casa i bambini nel giorno delle prove...., salvo poi intervistare a campione alcuni di questi e scoprire che non sanno neanche cosa siano i tests e che l'hanno atto per sentito dire da altri o dagli insegnanti stessi.... 

     Non parliamo poi della contestazione di quei docenti che, per invalidare i test, suggeriscono le risposte agli studenti: tenuto conto dei risultati degli anni precedenti, forse è meglio che lascino fare agli studenti, forse i punteggi sarebbero più alti!

    Un quadro di squallore e cattiva informazione che cade nella quasi totale indifferenza del ..... 

Leggi: A PROPOSITO di  PROVE INVALSI

            DEAR PARENTS

mercoledì 13 maggio 2015

SCUOLA - IL GOVERNO INCONTRA ASSOCIAZIONI E SINDACATI

Ultim’ora

 Nel pomeriggio di ieri, 12 maggio , il presidente nazionale dell’AIMC, Giuseppe Desideri, ha partecipato all'incontro convocato dal Governo a Palazzo Chigi tra i rappresentanti dei Sindacati scuola, Confederazioni e Associazioni professionali. 
Presenti il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio on. De Vincenti, i Ministri Giannini, Boschi, Del Rio e Madia, i quali, in un confronto franco non privo di divergenze d’opinione, hanno discusso del DdL governativo “La Buona Scuola” in esame alla Camera e ascoltato le ragioni della “scuola vera”.

UN INCONTRO-CONFRONTO  "FRANCO"
Scuola, nuova rottura. Gelo sindacati-governo
                                                                                                                                    di Enrico  Lenzi

Doveva essere l’occasione per riaprire un dialogo, rischia invece di riaccendere le polveri della protesta. Le tre ore di confronto di ieri pomeriggio a Palazzo Chigi tra governo e sindacati sulla riforma della buona scuola non solo non ha portato ad alcun passo avanti, ma ha addirittura irrigidito le posizioni, con un fronte sindacale che parla apertamente di «mobilitazione che continua » ipotizzando un nuovo sciopero generale - sull’onda di quello del 5 maggio scorso - e di arrivare al blocco degli scrutini. Uno scenario tra i più foschi, alla vigilia dell’approdo in aula di Montecitorio del testo della riforma passato al vaglio della commissione Cultura. E oggi a varcare il portone di Palazzo Chigi saranno le associazioni dei genitori, mentre ieri alcune sigle studentesche hanno boicottato le prove Invalsi alle scuole superiori.
Un clima pesante, che però non sembra togliere serenità al ministro dell’Istruzione Stefania Giannini, che parla di «confronto e di dimostrazione concreta che il governo continua a dialogare, mentre il provvedimento fa il suo corso». Parole che stridono con le dichiarazioni di fuoco di tutti i leader sindacali (generali e di categoria) all’uscita dall’incontro. Ad irritare l’assenza di qualsiasi apertura del governo sui tre punti della discordia: assumere più precari, cambiare la valutazione dei docenti, approvare il contratto nazionale.
«È ancora come se avessimo la pistola puntata alla tempia – dichiara il leader della Uil Carmelo Barbagallo –. Valuteremo con i sindacati di categoria eventuali iniziative di mobilitazione. Non ci sono risposte soddisfacenti». E anche la leader della Cgil Susanna Camusso parla di «mobilitazione che prosegue. È chiaro a tutti che il ddl così come è anche rispetto alle poche modifiche apportate è un modello non condiviso nella scuola. Continueremo perciò a batterci per cambiarlo». Più possibilista la segretaria generale della Cisl Anna Maria Furlan: «Ci sono ancora momenti in cui si può cambiare il provvedimento – dice –, il governo si è impegnato al confronto, ci sarà un nuovo incontro tra il ministro Giannini e le categorie». Durissimi i commenti anche dei sindacati autonomi (Cobas, Gilda e Snals), per i quali il documento nonostante le modifiche «non cambia lo spirito e l’impianto», che hanno portato alla mobilitazione unitaria del 5 maggio scorso in tutta Italia con migliaia di docenti in piazza a esprimere il proprio dissenso verso il documento all’esame del Parlamento. Eppure 'smussamenti' e 'variazioni' al testo sono stati apportati al testo (come riferiamo in altro articolo, ndr), ma per i sindacati non basta. A mancare sono le aperture sui tre punti già citati e questa assenza, specialmente dopo una mobiltazione nazionale come quella dello scorso 5 maggio, brucia moltissimo ai sindacati, che si attendavano un atteggiamento differente da parte del governo. Quest’ultimo, pur non chiudendo al dialogo, ha voluto ribadire che su alcuni punti chiave non intende spostarsi. È, dunque, andato a vuoto l’invito del presidente del Consiglio Matteo Renzi a «non fare divisioni politiche sulla pelle della scuola», lanciato in mattinata al videoforum di Repubblica.tv. «Siamo disposti ad ascoltare i sindacati su tutto – aveva detto il premier –. La scuola funziona se è di tutti e non siamo disposti a bloccare la qualità nella scuola».
Durissima anche la polemica sul boicottaggio dei test Invalsi alle superiori. «Boicottare le prove significa usare gli studenti a fini politici. La battaglia politica va fatta fuori dalle aule scolastiche» scrive in un tweet la responsabile nazionale scuola del Pd, Francesca Puglisi, seguita da analoghe dichiarazioni da parte di altri suoi colleghi del Pd. Durissimo anche il sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone che parla di «indecenza».

Pubblicato da Avvenire – 13 maggio 2015

mercoledì 6 maggio 2015

AIMC FIRENZE : VALUTARE I DOCENTI


La valutazione del personale docente
 non si improvvisa


Cosa è necessario per una valutazione formativa della funzione docente?
            La valutazione di una professione necessita, perchè sia una cosa seria, di tre elementi: la competenza del soggetto valutatore; la definizione dell'oggetto da valutare; l'individuazione degli strumenti e dei modi della valutazione stessa. Insomma occorre un chi (competente a valutare), un che cosa (effettivamente valutare) e un come farlo. Questi presupposti, validi per la valutazione di qualsiasi prestazione professionale, a maggior ragione sono necessari se si tratta di valutare la qualità della funzione docente. Che, a differenza degli altri impieghi, non si rivolge alla realizzazione di un interesse privato o pubblico, ma alla formazione umana, culturale e disciplinare, di una persona.  Ora sia nel disegno di legge liquidato con tanta fretta dal governo, sia negli emendamenti che si profilano su questo tema, i presupposti sopra indicati difettano sensibilmente.
Le proposte del disegno di legge sulla valutazione della funzione docente
            Nel disegno di legge del 17 marzo scorso la valorizzazione (e quindi la valutazione) dei docenti meritevoli a cui assegnare in premio una competenza accessoria, spetta al Dirigente Scolastico, sentito il Consiglio di Istituto; per i docenti nell'anno di prova, il Dirigente stesso sente il Collegio Docenti e il Consiglio stesso.
            In un emendamento presentato invece in Commissione cultura al testo  si propone che ad esprimere “ i criteri per   la valorizzazione dei docenti” considerandone “qualità dell'insegnamento,contributo al miglioramento dell'istituzione scolastica; risultati ottenuti degli alunni, innovazione didattica e metodologica; responsabilità professionali aggiuntive” superamento del periodo di formazione e di prova ", sia un Comitato per la valutazione composto dal Dirigente, due docenti designati dal Collegio e due genitori.

            Perchè non sono ragionevoli le proposte governative sulla valutazione dei docenti? ......

venerdì 1 maggio 2015

AIMC PALERMO - BUONA SCUOLA - VALUTAZIONE - EDUCAZIONE - GIUSTIZIA


A.I.M.C.
provincia di Palermo
ATTIVITA’ ASSOCIATIVE del MESE DI MAGGIO 2015


-      Giovedì 7 maggio – ore 16,30
“QUALE BUONA SCUOLA?”
Interviene il prof. Italo Bassotto, Dir. T. ar

Presso l’I.C. Morvillo di MONREALE – Via Biagio Giordano, 10 – zona Caserma Carabinieri
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-      Venerdì 8 maggio, ore 16,00
LA BUONA SCUOLA SI VALUTA
  Procedure e strumenti
                                           Interviene il prof. Italo Bassotto, Dir. T. ar

Presso Sede AIMC – PALERMO – Piazza Ponticello n. 8 – zona Casa Professa  *
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-      Venerdì 15 maggio, ore 16,00

FAME DI EDUCAZIONE, SETE DI GIUSTIZIA
Quali sfide per la scuola?
Interviene padre Giacomo Ribaudo

Presso Parrocchia Maria SS delle Anime Decollate –PALERMO - Zona Ponte Ammiraglio – Fiume Oreto
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Le iniziative sono organizzate in collaborazione con la Sezione AIMC di Palermo.
Il programma potrà subire variazioni  e integrazioni. Ai fini organizzativi e del rilascio dell’attestato di partecipazione è opportuno segnalare per tempo la partecipazione scrivendo a: sezione.palermo@aimc.it
 Coloro che comunicheranno l’adesione riceveranno specifiche informazioni, nel caso di variazione del programma.

   *  Ai non soci dell’AIMC viene richiesta la quota di € 5,00  come modesto contributo alle spese organizzative.