domenica 30 dicembre 2012

BEATI GLI OPERATORI DI PACE


ANNO NUOVO: BEATI GLI OPERATORI DI PACE


L’urgenza di un progetto pedagogico che sappia costruire il bene comune motivato e vivificato dalla cultura della pace.

 

 di Giovanni Perrone *

 

Un messaggio di speranza quello del Papa per la Giornata Mondiale della Pace che tradizionalmente si celebra il primo dell’anno. E’ una speranza che ha le sue radici in Dio e che interpella ogni persona affinché si dia da fare per costruire la pace a partire dal suo “quotidiano”. Lo stesso tema “Beati gli operatori di pace” invita ciascuno ad agire e manifesta una stretta e dinamica relazione tra la felicità (che viene auspicata da ogni scambio augurale di questi giorni) e la pace. La felicità e la beatitudine, scrive il Papa, sono assicurate a “tutti coloro che si lasciano guidare dalle esigenze della verità, della giustizia e dell’amore”.

La pace è un dono che si fa dono, frutto di cooperazione tra Dio e l’uomo, tra l’uomo e gli uomini: “L’uomo è fatto per la pace che è dono di Dio ….  La beatitudine di Gesù dice che la pace è dono messianico e opera umana ad un tempo. In effetti, la pace presuppone un umanesimo aperto alla trascendenza. È frutto del dono reciproco, di un mutuo arricchimento, grazie al dono che scaturisce da Dio e permette di vivere con gli altri e per gli altri. L’etica della pace è etica della comunione e della condivisione”.

La pace, infatti, esalta la dignità dell’uomo e promuove vera vita: “Veri operatori di pace sono, allora, coloro che amano, difendono e promuovono la vita umana in tutte le sue dimensioni: personale, comunitaria e trascendente. La vita in pienezza è il vertice della pace”.

Di fronte alle mille ingiustizie, alle molteplici forme di violenza e d’illegalità, ai mali sociali, alle sofferenze dei bisognosi, alle numerose guerre potremmo tutti tentati di ritenere impossibile un futuro di pace. Invece, il Papa ci ricorda che “la pace non è un sogno, non è un’utopia: è possibile. I nostri occhi devono vedere più in profondità, sotto la superficie delle apparenze e dei fenomeni, per scorgere una realtà positiva che esiste nei cuori, perché ogni uomo è creato ad immagine di Dio e chiamato a crescere, contribuendo all’edificazione di un mondo nuovo”. Infatti, “il desiderio di pace corrisponde ad un principio morale fondamentale, ossia, al dovere-diritto di uno sviluppo integrale, sociale, comunitario, e ciò fa parte del disegno di Dio sull’uomo.

Il bene comune auspicato da tutti, purtroppo talora solo a parole, deve stare a cuore di quanti si ritengono operatori di pace. Il Papa evidenzia ciò con chiarezza: “Desidero ribadire con forza che i molteplici operatori di pace sono chiamati a coltivare la passione per il bene comune della famiglia ( … cellula base della società dal punto di vista demografico, etico, pedagogico, economico e politico …) e per la giustizia sociale, nonché l’impegno di una valida educazione sociale …. Una missione speciale nei confronti della pace è ricoperta dalle istituzioni culturali, scolastiche ed universitarie. Da queste è richiesto un notevole contributo non solo alla formazione di nuove generazioni di leader, ma anche al rinnovamento delle istituzioni pubbliche, nazionali e internazionali”. Formazione e rinnovamento che esaltano il ruolo della famiglia, anzitutto, nonché di tutte le istituzioni educative.

Il messaggio pontificio fa espresso riferimento ai notevoli problemi economici che oggi ostacolano la nostra società, invitando a saper trarre profitto delle stesse difficoltà: “Per uscire dall’attuale crisi finanziaria ed economica – che ha per effetto una crescita delle disuguaglianze – sono necessarie persone, gruppi, istituzioni che promuovano la vita favorendo la creatività umana per trarre, perfino dalla crisi, un’occasione di discernimento e di un nuovo modello economico”.

L’urgenza di un forte impegno educativo, caro al Papa, mette in luce l’emergere della “necessità di proporre e promuovere una pedagogia della pace”. E’ una pedagogia che interpella ogni persona e richiede percorsi di conversione da vivere non con grandi proclami, ma nel quotidiano cammino della vita. Infatti, “richiede una ricca vita interiore, chiari e validi riferimenti morali, atteggiamenti e stili di vita appropriati. Difatti, le opere di pace concorrono a realizzare il bene comune e creano l’interesse per la pace, educando ad essa. Pensieri, parole e gesti di pace creano una mentalità e una cultura della pace, un’atmosfera di rispetto, di onestà e di cordialità. Bisogna, allora, insegnare agli uomini ad amarsi e a educarsi alla pace, e a vivere con benevolenza, più che con semplice tolleranza”.

Dall’appello del Sommo Pontefice scaturisce un buon progetto di vita per l’anno nuovo, un progetto “di formazione e rinnovamento” personale e sociale affidato alla responsabilità di ciascuno e di ogni istituzione, progetto da saper incarnare giorno per giorno nel nostro peregrinare lungo i sentieri della vita e del mondo. Tutti ne siamo responsabili!

 

www.vatican.va  - messaggi                                             http://aimcsicilia.wordpress.com 
                                                                                                          

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lunedì 17 dicembre 2012

LE MAESTRE EROINE



Ancora una volta dagli Stati Uniti d’America ci giungono le immagini di bambini dagli occhietti terrorizzati e di adulti piangenti e disperati. L’eccidio consumatosi nella pacifica cittadina del Connecticut ha prodotto solo disperazione e sangue.Non è la prima volta che si verificano simili  carneficine oltreoceano. Avvenne nelle Columbine, nel 1999, quando due adolescenti ammazzarono 12 loro compagni di classe e un insegnante. Nell’aprile scorso in California un ex studente entrò in un’aula della Oykos University e uccise sei colleghi. In luglio, sempre di quest’anno, un ventiquattrenne, alla prima di un film di Batman, fece fuori in un cinema del Colorado ben dodici persone, ferendone altre cinquanta.
La strage di Oslo in Norvegia non fu da meno qualche anno fa.
Ora, però, nella cittadina di Newtown, si contano dodici bambine e otto maschietti della locale scuola primaria assassinati insieme alla dirigente  del plesso e a due altre maestre.
A Scampia, qualche settimana fa, a morire ammazzato fu soltanto un pesce piccolo della malavita locale ma l’esecuzione si concretizzò nel cortile della scuola dell’infanzia a pochi metri di distanza dall’aula che ospitava un’allegra e fiorente comunità di bambini.
Anche gli episodi della cronaca locale non vanno analizzati con i ‘ se ’ e con i ‘ma’. Resto convinto, però, che quegli stessi killer non avrebbero indugiato a sparare anche nel mucchio dei bambini se il disperato tentativo di fuga della vittima designata avesse avuto come meta da considerare zona franca lo stesso contesto educativo ove i piccoli svolgevano le attività didattiche prenatalizie.
A Napoli la crudeltà spietata di  quanti sono coinvolti in lotte tra famiglie e gruppi rivali. Nel Connecticut ad azionare le armi è stata la follia di un ventiquattrenne che, secondo Vittorino Andreoli, esperto del settore e sostenitore della compatibilità della normalità con gli omicidi più efferati, matto proprio non sarebbe stato a conferma dell’assunto che la follia più estrema  partirebbe da una mente normale.
L’evento,purtroppo gravissimo, si è consumato ed ora si è costretti a prenderne atto. L’America ricomincerà a discutere sul problema delle armi che si vendono liberamente nei supermercati mentre i congiunti delle vittime continueranno a piangere i loro cari. Una strage degli innocenti a conferma che anche il matto razionale trova comodo scaricare la sua furia omicida su teneri bambini della scuola elementare  e su tre donne che non hanno indugiato un attimo nell’andargli incontro nel tentativo disperato di fermare la sua violenza omicida.
E’ anche e, soprattutto, a Dawn Lafferty Hochsprung, l’insegnante responsabile della scuola, alla sua giovane collega ventisettenne Vicki Soto, uccisa perché ha fatto da scudo ai suoi scolari, e a Mary Sherlach, la docente psicologa, le tre eroine della tragedia americana, che va il pensiero di quanti, in ogni angolo del pianeta, all’infanzia dedicano la loro vita professionale, continuando ad augurarsi  che, nonostante questa ennesima carneficina di minori, l’umanità tutta continui ad offrire, col sorriso e con l’immancabile tenerezza, a chi si affaccia al mondo  la prospettiva di un’autentica speranza. 

                                                                                                                                                Ambrogio Ietto

lunedì 10 dicembre 2012

ALLA RICERCA DEL FUTURO: L'atlante dell'infanzia a rischio

L'Atlante dell'Infanzia (a rischio) raccoglie un’ampia rassegna di indicatori e quasi 80 mappe sull’infanzia e sull’adolescenza, con particolare attenzione alle aree del rischio. E’ uno strumento di studio e allo stesso tempo un’agenda di lavoro per chi ha a cuore il futuro dei bambini.
Il focus della ricerca di quest’anno è “il futuro”, analizzato da diverse angolature e sotto diversi aspetti: il futuro prossimo dei bambini e dei ragazzi tra disoccupazione, invecchiamento della popolazione, debito pubblico e denatalità; il loro futuro anteriore, i trend e le loro abitudini quotidiane tra iperconnessi e disconnessi, classi digitali e scuole d’altri tempi; il futuro bloccato dai principali indicatori del rischio, la visione di futuro di chi è impegnato ogni giorno al fianco dei bambini.
La pubblicazione è parte di Ricordiamoci dell'infanzia , la campagna che Save the Children ha lanciato a maggio 2012, in aiuto dei bambini a rischio in Italia.
La ricerca è guidata dal G.I.S. (Geographic Information System), un sistema informativo che consente di riferire qualsiasi attributo con una connotazione spaziale ad un sistema di coordinate geografiche, assegnandogli una precisa posizione nello spazio e traducendo così i dati in mappe, cartogrammi e grafici. Le fonti, specificate di volta in volta nelle mappe, sono ufficiali, dotate dunque di un elevato grado di attendibilità.


Leggi: ATLANTE INFANZIA A RISCHIO

giovedì 6 dicembre 2012

L'IMU ALLE SCUOLE .... è un buon investimento?


L’AIMC sull’IMU alle scuole:
più scuola, più scuole, per tutti!

 
In una fase di reale crisi, come quella che sta attraversando il nostro Paese, è doveroso che chi ha la pesante responsabilità di governo chieda sacrifici e trovi soluzioni, anche impopolari, ma necessarie nell’ottica del perseguimento del bene comune e nel supremo interesse della Repubblica.

Vi sono, però, campi che afferiscono alla persona, alla sua dignità, al suo benessere e al suo sviluppo che sono, e devono restare, intangibili. Educazione e istruzione, sanità, cultura, assistenza – in particolare ai disabili e ai minori –, sono dimensioni di civiltà per un popolo e per una Nazione. Gli ultimi provvedimenti del Governo sembrano, purtroppo, seguire una cieca e semplificatoria “logica”, dettata da esigenze di cassa legate all’immediato, piuttosto che dal cercare soluzioni forse più complesse, ma di minore impatto sociale.

L’Associazione Italiana Maestri Cattolici (AIMC) considera fortemente penalizzante per l’intero sistema scolastico pubblico l’imposizione dell’Imposta MUnicipale propria (IMU) alle scuole gestite da enti non profit. Introdurre il pagamento dell’IMU per attività legate al mondo dell’educazione e istruzione non può che avere ripercussioni negative sugli alunni, ragione d’essere di ciascuna e di tutte le scuole appartenenti al sistema scolastico pubblico, così come delineato dalla Legge 62/2000 della Repubblica.

Aumentare la pressione impositiva in una congiuntura economica già difficile e complessa significa decretare l’inevitabile chiusura di molte istituzioni scolastiche paritarie, in particolare del mondo cattolico, che al pari delle statali fanno del servizio alla persona la loro ragione d’essere. La contemporanea riduzione di fondi al sistema scolastico pubblico e la richiesta di nuove tasse potrà, forse, riempire un po’ le casse, ma renderà, sicuramente, il nostro Paese più povero di fronte alle nuove generazioni e al loro futuro.

 

La presidenza nazionale AIMC

Roma, 6 dicembre 2012

domenica 2 dicembre 2012

DISABILITA' - GIORNATA INTERNAZIONALE- 3 DICEMBRE


Giornata internazionale per i diritti delle persone con disabilità




"Si celebra la Giornata Internazionale dei diritti delle persone con disabilità. Ogni persona, pur con i suoi limiti fisici e psichici, anche gravi, è sempre un valore inestimabile, e come tale va considerata. Incoraggio le comunità ecclesiali ad essere attente e accoglienti verso questi fratelli e sorelle. Esorto i legislatori e i governanti a tutelare le persone con disabilità e a promuovere la loro piena partecipazione alla vita della società"   
                                                                                                                                                                 
                                                                                                                                     Benedetto XVI.

INTERNATIONAL DAY OF PERSONS WITH DISABILITIES

EL DIA INTERNACIONAL DE LOS EMPEDIDOS

JURNEE MONDIALE DES PERSONNES HANDICAPEES

                                                                            http://wuct-umec.blogspot.com