mercoledì 29 gennaio 2025

ALLA RICERCA DELLA FELICITA'


 A Bucarest 

con il Mago di Oz

 e oltre: 

studiare

 è capire

 come si fa 

ad essere felici



Alla scuola Aldo Moro di Bucarest (Romania) studiare 

è un 'esperienza, un viaggio affascinante

per scoprire il senso delle cose


-         di Giulia Sponza

 Per che cosa vale la pena intraprendere un viaggio? Questa la provocazione – stimolata dalla storia di Frank Baum, Il Mago di Oz – con cui la scuola italiana “Aldo Moro” di Bucarest ha scelto, a settembre, di cominciare il nuovo anno scolastico. Mai dare per scontato l’inizio, perché dentro ogni inizio si cela misteriosamente lo sviluppo di un intero percorso, insieme alla possibilità di verificare come verrà mantenuto vivo il germe della promessa che ha consentito a ciascuno di intraprendere il viaggio.

La storia della piccola Dorothy e di Toto, sollevati in volo con tutta la loro casa da un violentissimo tornado, ha offerto lo spunto e sollecitato le domande che hanno animato lavoro e progetti nelle singole classi, dalla scuola primaria a quella superiore.

L’incontro con quattro Streghe, due buone e due cattive, che abitano il paese di Oz dove i due bambini sono atterrati, si rivela decisivo: occorre trovare, suggerisce una delle Streghe buone, il misterioso mago di Oz, l’unico in grado di aiutare la piccola Dorothy a ritornare a casa.

 Mentre i due giovani protagonisti si impegnano nella ricerca, cresce il numero dei compagni che si unisce alla loro avventura. Emergono, lungo il cammino, le domande cruciali da rivolgere al Mago pronto ad esaudire ogni desiderio: qualcuno vorrebbe chiedere un cervello, qualcuno un cuore, altri il coraggio.

Così anche nelle singole classi si accendono e si intrecciano con fantasia molteplici attività e, come spesso capita, ciò che ti aveva mosso e che presumevi di scoprire, ti viene restituito nuovo con una sovrabbondanza del tutto imprevista. Aiutarsi a riconoscerla e a farla fruttare diventa parte imprescindibile di un affascinante percorso.

La provocazione iniziale, perciò, non si arresta, anzi si alimenta, donando a giovani e non più giovani un cuore stupito e un’insolita curiosità: le tappe del cammino hanno rilanciato le domande ed è l’esperienza a rivelarsi la vera protagonista di questa avventura, almeno per quanti hanno accettato di lasciarsi “ferire”: un ragazzetto confessa con semplicità disarmante che, se all’inizio dell’anno desiderava innanzitutto essere promosso, ora invece desidera scoprire come si possa essere felici; un altro mette a tema la segreta speranza che i suoi genitori comincino a volersi bene; chi è più battagliero chiede superpoteri per sconfiggere le guerre, e chi si affligge del dolore altrui implora che i bambini del mondo non soffrano più.

Si conferma così ciò che tante volte ci è stato ripetuto: non aspettatevi un miracolo, ma un cammino. Per tornare a casa, cara Dorothy, non serve la bacchetta magica, ma la pazienza di compiere tutti i passi che il tempo, richiesto a ciascuno, esige.

C’è un’altra novità, quest’anno, all’Aldo Moro: ha preso l’avvio il liceo di Scienze applicate. È commovente accorgersi di quanto spesso le famiglie decidano di iscrivere alla nostra scuola i loro figli: forse per la stima che, più o meno consapevolmente, nutrono verso la proposta educativa che hanno intravisto. Nonostante a Bucarest esistano parecchi istituti in grado di curare con successo soprattutto le discipline scientifiche e la tecnologia, la scelta cade di frequente sulla scuola italiana.

Difficilmente sfugge, specie allo sguardo di certi genitori, la passione educativa che, al di là di limiti e incoerenze, anima certi professori: uscite, incontri, gite, dialoghi, confronti a cuore aperto finiscono per lasciare una traccia indelebile anche nei più coriacei adolescenti di “ultima generazione”.

Un primo aspetto particolarmente seguito è quello culturale. Diversamente da quanto accade in quella romena, la scuola italiana a Bucarest promuove frequentemente eventi connessi agli ambiti più stimolanti del ricco e variegato patrimonio dell’intellighenzia locale. Personalità di spicco che hanno influenzato e influenzano il panorama letterario, storico, della tradizione teatrale, cinematografica e musicale romene, trovano all’”Aldo Moro” uno spazio di intervento o di confronto finalizzato a educare i ragazzi a quel senso civico e a quella responsabilità cui ogni singolo cittadino è chiamato a fornire il proprio contributo. Difficile non riconoscere come un Paese martoriato al pari della Romania stia ancora metabolizzando i lunghi anni di “sovranità” comunista e di duro regime.

Un esempio per tutti può dirsi rappresentato dalle recenti vicende elettorali che vedono proprio la Romania al centro di un dibattito dai toni accesi, dove i giudizi sono ancora confusi, i pareri restano contrastanti, posizioni opposte mancano di riferimenti chiari e di criteri adeguati in grado di spazzar via ambiguità ed equivoci. Nulla pertanto si sottrae a un giudizio comune, niente viene liquidato con l’indifferenza superficiale di chi potrebbe dire: “questo non mi riguarda!”

Mi focalizzo, allora, sul secondo aspetto: quello che definirei più “esistenziale”. Senza maschere né timori, gli adulti affrontano nelle classi le problematiche più disparate: si chiede conto ai ragazzi del perché di certi comportamenti, non vengono ignorati atti di bullismo, si lascia spazio alla narrazione di singole esperienze provando insieme a reperirne il senso e la positività. Non si tratta mai, evidentemente, di “processi sommari” intentati dal tribunale dei professori per reprimere o punire. Si è orientati piuttosto a individuare il disagio, a identificarne le ragioni, a evidenziare il vuoto che alberga nel cuore di tanti e che spesso si traduce in violenza, in isolamento, in chiusura. È così che si tenta di tutelare i soggetti più fragili che non sempre dispongono di figure istituzionali di sostegno.

A documentare la positività e l’efficacia di questi sforzi contribuiscono non poco gli ex alunni che, iniziato da poco il percorso universitario, di frequente tornano a scuola anche solo per salutare quanti hanno partecipato alla loro crescita e maturazione.

C’è forse qualcosa di più gratificante? Uno studente che, essendosi accorto di come gli sei stato padre e maestro, desidera raccontartelo e ringraziarti per avergli consentito di intravedere, sia pure per un breve tratto di strada, quanto la sua vita abbia un valore, innanzitutto ai tuoi occhi prima ancora che ai suoi.

 Il Sussidiario

Scuola A Moro - Bucarest

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