lunedì 28 gennaio 2013

I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI


STRUMENTI D’INTERVENTO PER ALUNNI CON BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI E ORGANIZZAZIONE TERRITORIALE PER L’INCLUSIONE SCOLASTICA

Una direttiva per vari aspetti attesa che chiama ancora una volta la scuola ad interventi attenti alla persona e alle sue caratteristiche.


L’area dello svantaggio scolastico è molto più ampia di quella riferibile esplicitamente alla presenza di deficit. In ogni classe ci sono alunni che presentano una richiesta di speciale attenzione per una varietà di ragioni: svantaggio sociale e culturale, disturbi specifici di apprendimento e/o disturbi evolutivi specifici, difficoltà derivanti dalla non conoscenza della cultura e della lingua italiana perché appartenenti a culture diverse. Nel variegato panorama delle nostre scuole la complessità delle classi diviene sempre più evidente. Quest’area dello svantaggio scolastico, che ricomprende problematiche diverse, viene indicata come area dei Bisogni Educativi Speciali (in altri paesi europei: Special Educational Needs). Vi sono comprese tre grandi sotto-categorie: quella della disabilità; quella dei disturbi evolutivi specifici e quella dello svantaggio socioeconomico, linguistico, culturale......


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Direttiva Miur 27 dic. 2012

sabato 26 gennaio 2013

PER NON DIMENTICARE

SABATO 26 GENNAIO 2013

PER NON DIMENTICARE - 27 gennaio - GIORNATA DELLA MEMORIA


Ritorno ad AUSCHWITZ

Il silenzio. Il silenzio di Birkenau. Il silenzio di Birkenau non assomiglia a nessun altro silenzio: ha in sé le grida di disperazione, le preghiere strangolate di migliaia e migliaia di comunità che il nemico condannò ad essere ingoiate dall'oscurità di una notte infinita, una notte senza nome. Il tacere degli uomini congelato nel cuore della disumanità. Silenzio eterno sotto un cielo azzurro.
Silenzio di morte nel cuore della morte...
Nel regno delle ombre che è Auschwitz nessuno cammina lentamente; la morte si getta contro la sua preda. Non ha tempo, la morte: dev'essere contemporaneamente dappertutto.
La vita, la morte: tutto si unisce in una folle velocità. Il futuro si limita qui all'attimo che precede la selezione; qui bisogna correre dietro al presente, perché non scompaia del tutto. Si corre a lavarsi. Si corre mentre ci si veste. Si corre alla distribuzione del pane, della margarina, della zuppa. Si corre all'appello, si corre al lavoro, si corre da un blocco all'altro, alla ricerca di uno sguardo famigliare. Alla ricerca di una parola di consolazione.
L'abbaiare dei cani... le grida dei carnefici, il rumore dei randelli di gomma che si abbattono sulla nuca dei prigionieri. Il dolore rende muti gli uomini affamati e deboli; la loro umiliazione pesante come una maledizione     (Elie Wiesel)
______________________________________________________________Il povero, lo straniero si presenta come eguale. (...)La sua uguaglianza in questa povertà essenziale consiste nel riferirsi al terzo, così presente all’incontro e che, nella sua miseria, è già servito da Altri.(...) Egli si unisce a me. (...)Ogni relazione sociale, al pari di una derivata, risale alla presentazione dell’Altro al Medesimo, senza nessuna mediazione di immagini o di segni, ma grazie alla sola espressione del volto. (...)Il fatto che tutti gli uomini siano fratelli non è spiegato dalla loro somiglianza, né da una causa comune di cui sarebbero l’effetto come succede per le medaglie che rinvìano allo stesso conio che le ha battute. (...)La paternità non si riconduce ad una causalità cui gli individui parteciperebbero misteriosamente e che determinerebbe, in base ad un effetto non meno misterioso, un fenomeno di solidarietà.(...) Il fatto originario della fraternità è costituito dalla mia responsabilità di fronte ad un volto che mi guarda come assolutamente estraneo, e l’epifania del volto coincide con questi due momenti. O l’uguaglianza si produce là dove l’Altro comanda il Medesimo e gli si rivela nella responsabilità; o l’uguaglianza non è che un’idea astratta e una parola.
(E. Lévinas, Totalità e infinito, trad. di A. dell’Asta, Jaca Book, Milano, 1980, p. 217-219)

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L'incontro con Altri rappresenta immediatamente la mia responsabilità per lui[1]: la re­sponsabilità per il prossimo, che senza dubbio è l'austero nome di ciò che si chiama l'amo­re del prossimo, amore senza Eros, carità, amore in cui il momento etico domina il mo­mento passionale, amore senza concupiscenza. Non mi piace molto la parola amore, che viene usata e abusata. Parliamo piuttosto di una presa su di sé del destino altrui. Questa è la "visione" del Volto, e si applica al primo venuto. Se egli fosse il mio solo interlocutore, io non avrei avuto altro che obblighi! Ma io non vivo in un mondo in cui c'è solo un "pri­mo venuto"; nel mondo vi è sempre un terzo; anch'egli è il mio altro, il mio prossimo. Quindi mi interessa sapere chi tra i due passa avanti: l'uno non è forse persecutore dell'al­tro? Gli uomini, gli incomparabili, non devono essere comparati? Alla presa su di sé del de­stino dell'altro qui è, dunque, anteriore la giustizia: devo giudicare là dove devo innanzi­tutto assumere delle responsabilità. Qui è la nascita del teoretico,[2] qui nasce la preoc­cupazione per la giustizia che del teoretico è il fondamento. Ma è sempre a partire dal Vol­to, a partire dalla responsabilità per Altri, che appare la giustizia,[3] la quale comporta giu­dizio e confronto, confronto con ciò che per principio è incomparabile, poiché ogni esse­re è unico: ogni altro è unico. In questa necessità di occuparsi della giustizia appare l'idea di equità, sulla quale si fonda l'idea di oggettività. Vi è, a un certo momento, necessità di una "pesatura", di un confronto, di un pensiero, e la filosofia sarebbe, in questo senso, l'ap­parizione di una saggezza di fondo di questa carità iniziale: la filosofia sarebbe — e non gioco affatto con le parole — la saggezza di questa carità, la saggezza dell'amore. [...]  - Levinas


[1] Il rapporto con l'Altro è segnato dalla responsabilità morale nei suoi confronti, a sua volta ancorata al principio dell'amore per il prossimo.
[2] La giustizia richiede l'atto teoretico del giudizio: essa è quindi il fondamento del teoretico. La presenza di una molteplicità di Altri mi impone di interrogarmi su chi de­vo innanzitutto assumere come oggetto della mia respon­sabilità.
[3] La giustizia, in quanto richiede un atto teoretico che orienti la mia azione di responsabilità tra gli uomini, sollecita una filosofia che si configuri come saggezza dell'amore.

domenica 20 gennaio 2013

LA SPERANZA NON DELUDE


Messaggio della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana in vista della scelta di avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica nell'anno scolastico 2013-2014

Cari studenti e genitori,
nelle prossime settimane sarete chiamati a esprimervi sulla scelta di avvalersi dell’Insegnamento della religione cattolica (Irc).
L’appuntamento si colloca in un tempo di crisi che investe la vita di tutti. Anche la scuola e i contesti educativi, come la famiglia e la comunità ecclesiale, sono immersi nella medesima congiuntura.
Noi Vescovi italiani, insieme e sotto la guida di Benedetto XVI, animati dallo Spirito Santo che abita e vivifica ogni tempo, vogliamo ribadire con convinzione che la «speranza non delude» (Rm 5,5).
Sono proprio i giovani – ricorda a tutti il Santo Padre – che «con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possono offrire una nuova speranza al mondo… Essere attenti al mondo giovanile, saperlo ascoltare e valorizzare, non è solamente un’opportunità, ma un dovere primario di tutta la società, per la costruzione di un futuro di giustizia e di pace.
Si tratta di comunicare ai giovani l’apprezzamento per il valore positivo della vita, suscitando in essi il desiderio di spenderla al servizio del Bene» (Benedetto XVI, Messaggio per la XLV Giornata Mondiale della Pace, 8 dicembre 2011).
Noi Vescovi vogliamo anzitutto ascoltare le domande che vi sorgono dal cuore e dalla mente e insieme con voi operare per il bene di tutti. Lo abbiamo fatto nel redigere le nuove indicazioni per l’Irc nella scuola dell’infanzia, del primo e del secondo ciclo, con l’impegno di sostenere una scuola a servizio della persona.
Siamo persuasi, infatti, che la scuola sarà se stessa se porterà le nuove generazioni ad appropriarsi consapevolmente e creativamente della propria tradizione. L’Irc, oggi come in passato, aiuterà la scuola nel suo compito formativo e culturale facendo emergere, “negli” e “dagli” alunni, gli interrogativi radicali sulla vita, sul rapporto tra l’uomo e la donna, sulla nascita, sul lavoro, sulla sofferenza, sulla morte, sull'amore, su tutto ciò che è proprio della condizione umana. I giovani domandano di essere felici e chiedono di coltivare sogni autentici.
L’Irc a scuola è in grado di accompagnare lo sviluppo di un progetto di vita, ispirato dalle grandi domande di senso e aperto alla ricerca della verità e alla felicità, perché si misura con l’esperienza religiosa nella sua forma cristiana propria della cultura del nostro Paese.
Cari genitori, studenti e docenti, ci rivolgiamo a voi consapevoli che l’Irc è un’opportunità preziosa nel cammino formativo, dalla scuola dell’infanzia fino ai differenti percorsi del secondo ciclo e della formazione professionale, perché siamo convinti che si può trarre vera ampiezza e ricchezza culturale ed educativa da una corretta visione del patrimonio cristiano-cattolico e del suo peculiare contributo al cammino dell’umanità.
Riteniamo nostro dovere di Pastori ricordare, a tutti coloro che sono impegnati nel mondo della scuola, le parole del Papa per questo Anno della fede: «Ciò di cui il mondo oggi ha particolarmente bisogno è la testimonianza credibile di quanti, illuminati nella mente e nel cuore dalla Parola del Signore, sono capaci di aprire il cuore e la mente di tanti al desiderio di Dio e della vita vera, quella che non ha fine» (Benedetto XVI, Porta fidei, n. 15). 

martedì 15 gennaio 2013

INFANZIA E ADOLESCENZA IN ITALIA


Rapporto 2012 - Eurispes - Telefono Azzurro
Presentata infanzia, adolescenza  l’INDAGINE CONOSCITIVA SULLA CONDIZIONE  DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA IN ITALIA 2012

Ecco l'Indice:

IDENTIKIT DEL BAMBINO: La crisi economica nell’esperienza dei bambini; Media; Telefonino; Internet; Adulti e tecnologie; Gioco d’azzardo; Scuola e nuovi media
Sensazioni
IDENTIKIT DELL’ADOLESCENTE:  La crisi economica nell’esperienza degli adolescenti; Media, telefonini e Internet; Adulti e tecnologie; Scuola e tecnologie; Sexting
Gioco d’azzardo; Violenza; Alcolismo; Fughe da casa; Sensazioni.


Leggi la Sintesi del Rapporto 2012 : SintesiIndagineConoscitivaInfanziaAdolescenza2012

Leggi il RAPPORTO e guarda i VIDEO: http://www.azzurro.it/index.php/it/

mercoledì 9 gennaio 2013

COME PREMIARE LE SCUOLE MIGLIORI?

Con la Legge di Stabilità le scuole ritenute migliori potranno ricevere finanziamenti più consistenti.
Con quali criteri saranno scelte le scuole migliori? Bastano i dati INVALSI?

Ecco il parere di Fabrizio Foschi:

Leggi: GIUSTO DARE I SOLDI ALLE SCUOLE MIGLIORI. I DATI INVALSI, PERO' NON BASTANO.

Che cosa pensate a proposito?