Scuola e famiglia per costruire un rapporto sano con la tecnologia”.
INTERVISTA
di Andrea Carlino
Immagine 2
Scuola e famiglia per costruire un rapporto sano con la tecnologia”.
INTERVISTA
di Andrea Carlino
Immagine 2
e il metodo globale:
un esempio di
“Linee guida” per la scuola Primaria
- - di Antonio
Fundarò
La letto-scrittura non è soltanto un’abilità fondamentale
nella vita di ogni individuo, ma rappresenta anche un complesso processo
mentale che coinvolge diverse aree del cervello. Questo articolo esplorerà il
concetto di letto-scrittura come processo mentale, mettendo in luce il ruolo
del pensiero, della globalità e della parola, e discutendo l’efficacia e le
peculiarità del Metodo Globale nell’insegnamento della letto-scrittura.
La letto-scrittura come processo mentale
La capacità di leggere e scrivere è il risultato di un
intricato processo cognitivo che inizia con il riconoscimento visivo dei
simboli grafici e si estende alla comprensione e alla produzione del linguaggio
scritto. Quando leggiamo, il nostro cervello non solo decodifica singoli
caratteri o parole, ma attiva anche una rete complessa di connessioni neuronali
che ci permette di interpretare il testo in termini di significato e contesto.
Il pensiero, la globalità e la parola
Il concetto di globalità è fondamentale nella letto-scrittura
poiché il cervello umano tende a cercare pattern e strutture complessive
piuttosto che focalizzarsi su elementi isolati. Questo approccio globale si
riflette nella maniera in cui processiamo le parole e le frasi, integrando
simultaneamente informazioni visive, linguistiche e contestuali. Il pensiero,
dunque, gioca un ruolo cruciale, fungendo da collegamento tra la percezione
visiva delle parole e la loro comprensione a livello più profondo.
Il metodo globale
Il Metodo Globale di insegnamento della letto-scrittura si
basa proprio su questo principio di globalità. Invece di iniziare con
l’apprendimento delle lettere e delle sillabe singole, il Metodo Globale
introduce parole intere e frasi fin dall’inizio, permettendo agli studenti di
percepire il linguaggio scritto nel suo contesto reale e significativo. Questo
approccio aiuta a sviluppare una comprensione più rapida e naturale del testo,
promuovendo al contempo una maggiore fluidità nella lettura.
Ogni studente ha un proprio stile di apprendimento
Sebbene il Metodo Globale offra numerosi vantaggi, è
importante considerare che ogni studente ha un proprio stile di apprendimento.
Alcuni possono trarre grande beneficio da un approccio globale, mentre altri
potrebbero trovare più efficace un metodo più analitico e strutturato.
L’importante è che gli educatori siano flessibili e pronti ad adattare le loro
strategie didattiche alle esigenze individuali dei loro studenti. La didattica
della letto-scrittura, attraverso il Metodo Globale, offre una visione affascinante
e integrata dell’apprendimento del linguaggio scritto, ponendo le basi per un
insegnamento più inclusivo e accessibile a tutti gli studenti.
L’ambiente Doman: creare un contesto stimolante per
l’apprendimento
Il metodo ideato da Glenn Doman pone un’enfasi particolare
sulla creazione di un ambiente ricco e stimolante che incoraggi l’apprendimento
precoce e rapido dei bambini. Secondo Doman, l’esposizione precoce a parole,
numeri e concetti complessi in un ambiente amorevole e supportivo può
accelerare significativamente lo sviluppo cognitivo dei bambini. L’ambiente
Doman utilizza materiali didattici visivamente accattivanti e sessioni di
apprendimento brevi ma frequenti, che mirano a massimizzare l’engagement del
bambino senza causare sovraccarico o stress.
Lo sviluppo della letto-scrittura
Lo sviluppo della letto-scrittura segue una traiettoria che
può variare significativamente da un individuo all’altro. Inizialmente, i
bambini imparano a riconoscere le immagini e i simboli, per poi passare alle
lettere e alle parole. La fase successiva è quella della comprensione, in cui i
bambini iniziano a collegare le parole a significati più ampi e a contesti
reali. Un approccio equilibrato tra lettura e scrittura può facilitare questo
sviluppo, poiché ciascuna abilità rinforza l’altra, contribuendo a una più
profonda comprensione e abilità nell’uso del linguaggio.
Come fronteggiare il ritardo e il disturbo della
letto-scrittura
I ritardi e i disturbi della letto-scrittura, come la
dislessia, richiedono strategie didattiche specifiche e personalizzate. Gli
interventi precoce sono cruciali e possono includere la terapia del linguaggio,
programmi di lettura strutturati e supporto psicologico. È fondamentale che
questi programmi siano inclusivi e adattati alle esigenze specifiche di ciascun
bambino per garantire il miglior esito possibile. La collaborazione tra
insegnanti, terapisti e famiglie è essenziale per creare un piano di supporto
efficace che possa aiutare il bambino a superare le difficoltà incontrate.
Leggere, scrivere e comprendere in fluidità
La fluidità nella letto-scrittura non implica solamente la
capacità di leggere o scrivere velocemente, ma anche di farlo con accuratezza e
comprensione. Per sviluppare questa competenza, è importante praticare la
lettura ad alta voce, discutere i contenuti dei testi e esercitarsi nella
scrittura in vari contesti. Le attività che incoraggiano la riflessione critica
e la discussione possono migliorare significativamente la comprensione mentre
la scrittura creativa e analitica aiuta a rafforzare le capacità espressive e
costruttive del bambino.
Un viaggio complesso che si evolve attraverso diverse fasi di
sviluppo
Il processo di letto-scrittura è un viaggio complesso che si
evolve attraverso diverse fasi di sviluppo. Affrontare con sensibilità e
comprensione le difficoltà incontrate da alcuni studenti può fare una grande
differenza nel loro percorso educativo. Gli educatori devono essere preparati a
modificare e adattare le loro metodologie per soddisfare le diverse necessità
dei loro studenti, promuovendo un ambiente di apprendimento che sia sia
stimolante che accogliente.
Il testo e la testualità: elementi fondamentali della
letto-scrittura
Il concetto di “testo” in didattica va oltre la semplice
sequenza di parole stampate su una pagina; si tratta di un’entità coesa che
trasmette significato attraverso la sua struttura e il suo contesto. La
testualità si riferisce alla qualità che rende un insieme di parole un “testo”,
ovvero la capacità di formare un tutto logico e significativo. Questa qualità è
fondamentale per l’interpretazione e la comprensione del materiale scritto e
rappresenta una competenza chiave nella letto-scrittura.
La costruzione della frase: un pilastro della comprensione
La capacità di costruire frasi che non solo seguono le regole
grammaticali ma anche trasmettono chiaramente un messaggio è cruciale. La
costruzione efficace delle frasi facilita una comunicazione limpida e precisa,
essenziale sia nella scrittura creativa che in quella analitica. Gli insegnanti
possono aiutare gli studenti a sviluppare questa abilità attraverso esercizi
che incentrano sulla variazione sintattica e l’uso di connettivi per migliorare
la coerenza e la coesione del testo.
La pragmalinguistica e la riflessione linguistica
La pragmalinguistica si occupa dell’uso pratico del
linguaggio in contesti specifici, enfatizzando come il linguaggio sia usato per
raggiungere obiettivi comunicativi particolari. La riflessione linguistica,
invece, invita gli studenti a pensare criticamente sul linguaggio stesso,
esplorando questioni come il significato, l’uso e la variazione. Queste
competenze sono vitali per sviluppare una comprensione profonda del linguaggio
e per utilizzarlo efficacemente in diverse situazioni.
Le riscritture: una tecnica per l’affinamento delle abilità
di scrittura
L’atto di riscrivere testi è un potente strumento didattico
che permette agli studenti di riflettere sulla propria scrittura e su quella
degli altri, identificando aree di forza e di miglioramento. Questo processo
non solo migliora le abilità linguistiche e stilistiche, ma incoraggia anche
una maggiore consapevolezza delle diverse tecniche narrative e espositive.
Presentazione del nuovo materiale didattico e abilitativo: “I
quaderni di Victor. Costruisco la lingua scritta”
Un esempio innovativo di materiale didattico che integra
queste tecniche è “I Quaderni di Victor – Costruisco la lingua scritta”. Questi
quaderni sono progettati per guidare gli studenti attraverso il processo di
costruzione del testo, dalla frase al paragrafo fino al testo completo, usando
esercizi che incoraggiano la riflessione linguistica e la pragmalinguistica.
Attraverso attività strutturate e progressivamente più complesse, “I Quaderni
di Victor” offrono agli studenti le risorse per sviluppare una padronanza del
linguaggio scritto, enfatizzando la creatività, la comprensione e l’efficacia
comunicativa.
In conclusione, la didattica della letto-scrittura si avvale
di un approccio integrato che combina la comprensione testuale, la costruzione
delle frasi, e la riflessione linguistica per sviluppare studenti che non solo
leggano e scrivano con competenza, ma che anche comprendano e apprezzino la
ricchezza e la complessità del linguaggio. Con l’adozione di materiali
innovativi come “I Quaderni di Victor”, l’educazione linguistica può trarre
beneficio da metodologie che promuovono un apprendimento attivo e consapevole,
preparando gli studenti a diventare comunicatori efficaci e pensatori critici
nel mondo moderno.
Il contributo del prof. Piero Crispiani
L’articolo ha esplorato vari aspetti della didattica della
letto-scrittura, evidenziando come si tratti di un processo mentale complesso
che integra la percezione visiva, la comprensione linguistica e la costruzione
testuale. Abbiamo discusso l’efficacia del Metodo Globale, l’importanza
dell’ambiente Doman per l’apprendimento precoce, e come affrontare i disturbi
della letto-scrittura, enfatizzando la necessità di interventi personalizzati e
precoce. La discussione si è poi spostata sulla costruzione delle frasi e
sull’importanza della pragmalinguistica e della riflessione linguistica,
elementi cruciali per sviluppare una piena competenza comunicativa. Abbiamo
anche introdotto “I Quaderni di Victor – Costruisco la lingua scritta” come
esempio di materiale didattico innovativo che supporta l’apprendimento
strutturato della letto-scrittura. Un ruolo fondamentale in questo ambito è
stato svolto dal Prof. Piero Crispiani, il cui lavoro nel campo della didattica
della letto-scrittura ha lasciato un’impronta indelebile. La sua ricerca e i
suoi metodi didattici hanno contribuito significativamente all’evoluzione delle
tecniche di insegnamento, proponendo approcci innovativi che hanno migliorato
l’apprendimento linguistico per studenti con diverse esigenze e capacità. La
sua enfasi sulla necessità di un approccio personalizzato e basato su solide
fondamenta cognitive è un punto di riferimento per educatori e ricercatori nel
settore. In conclusione, il contributo del Prof. Crispiani e l’adozione di
metodi didattici efficaci e innovativi sono essenziali per affrontare le sfide
dell’insegnamento della letto-scrittura, garantendo che ogni studente possa
raggiungere il suo pieno potenziale linguistico e comunicativo. L’articolo
sottolinea l’importanza di continuare a esplorare e implementare pratiche
pedagogiche che supportano un apprendimento completo e inclusivo, riflettendo
l’evoluzione continua nel campo dell’educazione linguistica.
In allegato un esempio di “Linee guida” e raccomandazioni
Creare linee guida efficaci per insegnanti e genitori nel
contesto della scuola primaria è fondamentale per sostenere lo sviluppo
educativo degli studenti. Queste linee guida mirano a creare un partenariato
costruttivo tra insegnanti e genitori, essenziale per sostenere lo sviluppo
complessivo degli studenti nella scuola primaria. La collaborazione, la
comunicazione e il supporto continuo sono chiave per realizzare un ambiente
educativo che promuova il successo accademico e personale di ogni studente. In
allegato alcune raccomandazioni che possono essere implementate per migliorare
l’apprendimento e l’ambiente educativo.
Le
linee guida per sostenere lo sviluppo educativo degli studenti nella
lettoscrittura
La letteratura ci insegna ad amare: è una maestra di sentimenti, una fonte di sapienza, il giardino in cui Dio respira di nascosto.
Seguendo questa intuizione, don Paolo Alliata ci conduce tra le pagine dei grandi romanzi, cercando il soffio che ci nutre. Perché l’amore trova sempre il modo per raggiungerci, declinandosi nelle forme, nelle storie, nelle voci più diverse.
L’amore di Romain Gary è memoria e resistenza, nel volo degli aquiloni che inseguono l’azzurro. L’amore che scalda il cuore del professor Stoner è un sonetto di Shakespeare che schiude la porta sull’eterno.
L’amore di Kundera oscilla tra leggerezza e pesantezza, vulnerabilità e compassione: è la voce bambina che canta. L’amore che aleggia nella resurrezione secondo Tolstoj è metamorfosi, grazia, primavera che arriva anche in città.
L’amore, per Steinbeck, è profezia, preghiera in movimento, marcia collettiva verso la libertà. L’amore che sostiene C.S. Lewis è pianto che volge in letizia, legame che scavalca la morte, fede.
L’amore è quella forza che ci spinge a tuffarci
nelle cose così come sono. Che ci rende vivi, non nelle aspettative, ma nella
nostalgia di infinito, un infinito tanto più potente quanto incolmabile.
Con
una prefazione di Isabella Guanzini
Docenti in esubero per progetti estivi.”
INTERVISTA
al pedagogista Maviglia
-
di Fabrizio De Angelis
Lei afferma, in un intervento su un quotidiano locale, che il piano estate manca di chiarezza, soprattutto per quanto riguarda il ruolo della scuola. Può spiegarci meglio cosa intende?
... senza mai riuscirvi !
- di Italo Bassotto
Il volume raccoglie gli interventi di alcuni operatori scolastici (Professori, Dirigenti, Ispettori) al convegno organizzato dalla Associazione Laboratorio di Pedagogia Piero Pasotti a Mantova, in occasione del 60mo anniversario della promulgazione della Legge 31 dicembre 1962, n. 1859, che istituiva la Scuola Media Unica.
Il titolo del convegno
(che è diventato poi anche quello di questa raccolta di riflessioni critiche)
dimostra con chiarezza la tesi che sorregge l’analisi storica, istituzionale e
pedagogica che cli autori rivolgono a questo importante segmento della scuola
dell’obbligo: la Scuola Media Unica è stata la più grande ed importante
innovazione del sistema scolastico italiano (qualcuno sostiene: l’ “unica” dal
dopoguerra ad oggi!), ma la sua calcificazione amministrativa, organizzativa e
didattica, in questi 60 anni di vita,(nonostante i timidi tentativi di
revisione e adeguamento dei suoi ordinamenti, presi in esame nei vari saggi del
testo) giustifica l’esito delle analisi socio-pedagogiche della Fondazione
Agnelli (2001 e 2011), che definisce questo ciclo scolare, che Frabboni avrebbe
voluto inscrivere nel concetto di “scuola di base” senza, peraltro, mai
riuscirvi, “l’anello debole del sistema scolastico italiano.
Il primo capitolo del volume percorre la storia della
“scuola popolare” (così si chiamava
l’elementare prima della riforma
Gentile) dall’Unità d’ Italia agli albori del nuovo millennio e inserisce la
scuola media in questo cammino del servizio educativo scolastico verso
l’alfabetizzazione di massa degli italiani. Non senza rilevarne i limiti e le
rigidità istituzionali, come la permanente “secondarietà” che la avvicinava al
Ginnasio, come propedeutica del Liceo Classico; come le critiche feroci sollevate dalla contestazione degli anni ’70 del
secolo scorso, da don Milani ai sociologi Barbagli e Dei che definirono, con
graffiante ironia, i prof della scuola media (che già da allora cominciavano ad
essere quasi solamente di genere femminile) “vestali della classe media”: il
tutto accompagnato da alcuni timidi tentativi di adeguarne struttura e
didattica alle nuove istanze sociali che si imponevano ed i repentini
arretramenti per un rassicurante (per l’amministrazione ed i sindacati degli
insegnanti) ritorno al passato.
Nel secondo capitolo vengono presi in esami questi
vari tentativi di introdurre innovazioni e adeguamenti ai tempi nuovi, tutti
inesorabilmente falliti: come l’introduzione del “tempo prolungato/pieno”; lo
studio sussidiario e le libere attività complementari (LAC); l’avvio della “valutazione formativa”
con il documento di valutazione ed il ritorno veloce ai voti ed alla
“classificazione”; l’introduzione delle 150 ore e, dopo meno di tre anni, la
definitiva espulsione della Educazione degli Adulti e l’istituzione dei CPIA;
la creazione degli Istituti Comprensivi (IC) simulando una inesistente
continuità con la scuola elementare (poi diventata “primaria” per giustificare
la “secondarietà” della scuola media); la creazione di un nuovo problema di
“continuità” mai risolto, né risolvibile, coi bienni delle scuole secondarie
superiori resi, nel frattempo, obbligatori…. In questa parte del volume sono
presi in esame e vagliati con attenzione critica tutti questi tentativi
falliti, dando voce alle reciproche aspettative e incomprensioni espresse sulla
base di esperienze dirette di dirigenti scolastici che hanno vissuto il disagio
di un dialogo impossibile tra la scuola primaria, la secondaria inferiore e
quella superiore….
Infine il terzo capito si riferisce ai cambiamenti possibili e auspicabili per questo tratto di scolarità dal passato scleroitizzato e insensibile ai cambiamenti sociali ed a quelli psicologici della condizione dei pre-adolescenti. Così l’ispettore Maviglia (chiamato poi a dirigere l’UST di Brescia), rispolverando un dibattito, lontano venticinque anni da oggi, che prevedeva una “modificazione globale dell’intero sistema scolastico” alla luce delle proposte del ministro Luigi Berlinguer, l’unico capace di portare alla luce della opinione pubblica le contraddizioni di una scuola “a metà” (“media”, appunto!) tra l’alfabetizzazione di base e quella culturale della scuola superiore. A sua volta il dirigente scolastico Mario Fraccaro (che ha fatto anche l’esperienza di Sindaco in una cittadina della bassa bresciana) traccia una fedele ricognizione dei tentativi di dare a questo segmento scolastico un volto accogliente e convincente per i giovani frequentanti e le loro famiglie, presi (gli uni e le altre) tra la rabbia per una istituzione che non aveva alcuna capacità di ascolto dei nuovi bisogni emergenti e il desiderio di adeguare strutture e servizio educativo ai tempi e ai modi della rivoluzione tecnologica delle ICT, della pandemia dell’informazione globale e di quella legata alla liberazione sessuale ed alle nuove forme di dipendenza psicologica.
Infine, la Ex Dirigente dell’UST di Bergamo (con esperienza sul campo, di direzione di Istituti comprensivi) propone quattro progetti di ricerca ed innovazione sperimentale, che chiamano in causa una modalità di cambiamento operata “dal basso”, ovverosia progettata e agita dagli stessi operatori (insegnanti, dirigenti e organi collegiali), che da decenni aspettano un segnale di avviamento di una scuola media che guardi ai nuovi bisogni degli studenti più che a salvaguardare i privilegi e i facili consensi dei suoi “attori sociali”.
La dirigente dell’UST propone quattro piste di
innovazione da mettere in prova e valutare nei loro esiti per poi, in nome
dell’autonomia, passare a iscriverle nei rispettivi PTOF e renderle così stabili e feconde di nuove
ispirazioni innovative. Gli operatori della Associazione Laboratorio di Pedagogia, che hanno promosso il convegno e
patrocinato le proposte della dott. Graziani, dichiarano la loro disponibilità
ad accompagnare con la consulenza e l’expertise di cui sono portatori quei
gruppi di docenti (o di scuole) che volessero incamminarsi sulla strada del
cambiamento, senza attendere che sia l’amministrazione del MIM a promuoverne i
tratti più significativi (cosa che fino ad ora da 60 anni non ha mai fatto
nessun apparato politico o amministrativo, che aveva la responsabilità di
promuovere nuove e più adatte regole del servizio della scuola media unica).
Ed. Ecogeses -Aimc
Il volume (€ 10) si può acquistare on line al seguente indirizzo:
https://cooperativa-ecogeses.sumupstore.com/prodotti
La
distanza il lunedì e la gioia dipende il nostro livello di felicità: ecco le
tre “m” necessarie per rendere la vita più viva
- di Alessandro D’Avenia
Eppure, un tempo era il giorno dedicato alla Luna, Lunae dies, divinità femminile che lo rendeva propizio a fecondità e crescita, alla semina e al focolare domestico, alla memoria e ai racconti. Tutti significati erosi dalla cultura dell’efficienza che vede nel lunedì il primo giorno «non libero», dal momento che ci siamo abituati a percepire come «libero» solo il tempo senza lavoro, come se il lavoro fosse solo una condanna e non il luogo principe della capacità creativa e delle relazioni.
Miradores
«Mirador»
viene dal latino «mirare», ciò che non si può non guardare, dalla stessa radice
i nostri «miracolo» e «ammirare». Spesso perdiamo la capacità non dico di
credere, ma di vedere i miracoli, eppure li abbiamo sotto gli occhi. Perché il
lunedì sia meno lunedì servono «miradores», dei «belvedere», cioè momenti
«contemplativi», pochi minuti per tornare a stupirsi di qualcosa che diamo per
scontato. Per far questo bisogna fermarsi e fissare l’attenzione, come per
scattare la foto di un tempo, con il rullino: non potevi fallire e poi dovevi
attendere il risultato, ed era come riscoprire la cosa fotografata. Per
esempio, per me può essere curare in modo particolare l’appello perché sia il
«belvedere» sui ragazzi: che cosa scorgo di mai visto? Oppure dedicare qualche
minuto a guardare qualcosa di diverso dal cellulare, scattate una foto
analogica a qualcosa di scontato per poi «svilupparla» nella «camera oscura»
del vostro cuore: un luogo, un evento, una persona...
Non
basta però trovare la bellezza, è necessario condividerla, che significa
moltiplicarla. Oggi lo facciamo con i social che ci permettono di condividere
tutto e subito, ma proprio per questo rischiamo di mostrare prima ancora di
ricevere, ma si può (con)dividere, senza che sparisca, solo ciò che prima si
possiede e si è fatto memoria: carne della nostra carne, vita a cui poter
attingere in qualsiasi momento successivo a quello goduto (questa è la
differenza tra felicità e sensazione, la prima è uno stato rievocabile quando
si vuole, la seconda un’emozione persa con il momento che l’ha generata). E non
basterà la foto con quello sfondo a rinnovare la vita ricevuta (il nostro
aggrapparci a migliaia di foto è forse la dimostrazione che fatichiamo a
ricevere il presente con calma per averlo poi per sempre con noi?), se quello
sfondo non è divenuto fondamento: 14 miliardi di anni dell’universo si
giustificano proprio perché due ne parlano con stupore e ne possono far memoria
perenne del loro rapporto.
QUALE MERITO?
Operando
una profonda destrutturazione dei paradigmi che solitamente accompagnano
l'opzione meritocratica, il saggio assume in chiave critica la lettura
prevalentemente negativa del merito. Risolto come presupposto di vantaggio o
potere individuale, se non di legittimazione delle disuguaglianze. In un
orizzonte eticamente compromesso connotato di arroganza, discriminazione,
selezione.
E
dove i rapporti sociali, per lo più determinati in partenza, si esauriscono
inesorabilmente in un gioco a somma zero. Con vincitori e perdenti.
Tali
approcci, a parere dell'autore, sono ampiamente riconducibili, per la ricerca
sociologica e non solo, alle conseguenze nefaste della società contemporanea.
Dove a prevalere sono ideologie e culture che premiano individualismo e
competizione, disuguaglianza ed esclusione. E a dettare legge restano soltanto
i risultati, e con essi la ricchezza e il potere.
In
tale contesto il merito è - non può non essere - valore assoluto.
Indiscutibile. Da accogliere o rifiutare. Senza via di mezzo.
L'obiettivo
della ricerca, al contrario, è quello di problematizzare il tema del merito,
relativizzarne il valore e il significato. Porlo all'interno di una
molteplicità di fattori che concorrono a diventare leva di emancipazione e di
responsabilità individuale e collettiva. Fattori di cambiamento e di sviluppo.
Il
tentativo è quello di sciogliere il dilemma che da qualche tempo coinvolge il
mondo politico, economico e sociale. E che può tradursi nell'interrogativo: il
merito è l'esito sufficientemente scontato di una società ingiusta, oppure è il
prodotto e il riconoscimento di un'azione pur incerta e faticosa di
emancipazione e di riscatto di individui e gruppi per costruire una società un
po' più giusta e solidale?
L'intento
è quello di riconoscere e apprezzare il valore di ogni scelta compiuta
nell'ottica del contributo offerto al raggiungimento del bene comune.
La
ricerca tematizza in particolare, i concetti di uguaglianza e di libertà
attraverso un'ottica pluralista. Che privilegia approcci e dimensioni del
merito secondo le categorie del riconoscimento, dell'identità e della dignità,
dei bisogni e dei diritti.
Inoltre,
ben oltre i confini dell'uguaglianza, il lavoro si pone il problema della
distribuzione delle opportunità nei termini più comprensivi dell'equità. Ciò
senza trascurare il rapporto con la giustizia, l'inclusione sociale e la
differenza.
Aderendo
alla proposta di ridefinizione del merito nei termini meno equivoci di
meritevolezza e/o meritorietà, l'autore sviluppa un'ipotesi di intervento che
chiama in causa il ruolo attivo di ogni soggetto nel realizzare se stesso e i
propri valori, e l'attuazione di politiche atte a creare le condizioni migliori
di uguaglianza democratica centrata sulla garanzia di agire i diritti di
cittadinanza. All'interno di una società giusta, luogo di cooperazione tra
persone libere e uguali, aventi pari dignità.
A
cominciare dall'istruzione. Dove, partendo dal superamento del dilemma
selezione-socializzazione, l'autore giudica insufficiente la soluzione
dell'uguaglianza delle opportunità a favore dell'uguaglianza delle capacità. In
grado di convertire opportunità e risorse in effettive libertà di scelta.
Il
ruolo della scuola risiede piuttosto nello scoprire e sviluppare i talenti. Non
nell'esaltazione dei soli risultati ma nella considerazione del percorso e
dell'impegno nell’affrontare le difficoltà. E dove comunque, prima di
riconoscerlo e premiarlo, il merito va alimentato per farlo fiorire.
L'obiettivo,
allora, non è solo garantire 'i capaci e meritevoli', ma garantire le
condizioni per diventare 'capaci e meritevoli'. Per sviluppare le proprie
capacità. Al di là di standard predefiniti.
Riscoprire
il senso e il valore della formazione scolastica, come strumento di uguaglianza
sociale, e come volàno di una democrazia intesa come sforzo continuo di vivere
secondo saggezza, solidarietà e ricerca del bene individuale e collettivo.
Le ragioni del merito:
appunti per un dibattito
di Enzo Bertellini | aprile 2024
ISBN-13 979-8882700934
CHE
PORTANO FRUTTO
Domenica V di Pasqua -
In
quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Io sono la vite vera e il Padre mio
è l’agricoltore. Ogni tralcio che in me non porta frutto, lo taglia, e ogni
tralcio che porta frutto, lo pota perché porti più frutto. Rimanete in me e io
in voi. Come il tralcio non può portare frutto da se stesso se non rimane nella
vite, così neanche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui, porta molto frutto. In questo è glorificato il
Padre mio: che portiate molto frutto e diventiate miei discepoli». Giovanni
15,1-8
Per
il vangelo la santità non risiede nella perfezione, ma nella fecondità. Potare
non è sinonimo di amputare ma di dare vita, e togliere il superfluo equivale a
fare molto frutto.