Un invito a studenti e genitori
ad avvalersi dell'insegnamento della religione
cattolica
E'
un invito a studenti e genitori a partecipare all'insegnamento delle religione
cattolica a scuola il messaggio che la presidenza della CEI invia in
questi giorni di iscrizioni e scelte scolastiche.
Un
"percorso formativo" nel quale "entrano importanti elementi
etici e culturali, insieme alle domande di senso che accompagnano la crescita
individuale e la vita del mondo. Il tutto, in un clima di rispetto e di
libertà, di approfondimento e di dialogo costruttivo".
Il
tema del Giubileo, la speranza cristiana, entra anche a scuola perché
il Giubileo "è tra le altre cose sinonimo di riconciliazione, di
pace, di dignità umana, di giustizia, di salvaguardia del creato, beni
essenziali di cui sentiamo un urgente bisogno".
E
ci sono le domande di fondo come "Quale speranza dà senso all’esistenza?
Dove è possibile riconoscere e trovare ragioni di vita e di
speranza?" E sono "domande a cui la scuola non può essere
estranea e alle quali dà spazio l’insegnamento della religione cattolica".
Gli
insegnanti diventano "Testimoni di speranza" e
"uniscono alla competenza professionale l’attenzione ai singoli alunni e
alle loro domande più profonde".
Nei
loro confronti i vescovi italiano sono grati perché "mentre offrono le
ragioni della speranza che li muove, accompagnano coloro che stanno crescendo a
scoprire la bellezza e il senso della vita, senza cedere alle tentazioni
dell’individualismo e della rassegnazione, che soffocano il cuore e spengono i
sogni". Quasi 7 milioni di studenti scelgono l’ora di religione, circa
l'84%, ma con una differenza tra Nord (76%) e Sud (96%).
Mentre vi scriviamo, muove i primi passi il Giubileo del 2025, che Papa
Francesco ha voluto dedicare al tema “Pellegrini di speranza”. Si tratta di un
evento dai forti significati non solo religiosi, ma anche culturali e sociali,
a conferma di come il messaggio cristiano parli all’uomo di oggi non meno di
quanto abbia inciso in passato nella storia e nella cultura nazionale e
mondiale. Il Giubileo, infatti, è tra le altre cose sinonimo di
riconciliazione, di pace, di dignità umana, di giustizia, di salvaguardia del
creato, beni essenziali di cui sentiamo un urgente bisogno.
Il tema della speranza provoca in modo speciale il mondo dell’educazione e
della scuola, luoghi in cui prendono forma le coscienze e gli orientamenti di
vita e si pongono le basi delle future responsabilità. Quale speranza dà senso
all’esistenza? Dove è possibile riconoscere e trovare ragioni di vita e di
speranza? E ancora, prendendo a prestito le parole di Papa Francesco, come
sostenere la necessità di «un’alleanza sociale per la speranza, che sia
inclusiva e non ideologica, e lavori per un avvenire segnato dal sorriso di
tanti bambini e bambine» (Spes non confundit, 9)? Sono domande a cui la scuola
non può essere estranea e alle quali dà spazio l’insegnamento della religione
cattolica.
Testimoni di speranza sono infatti i docenti di religione, che uniscono alla
competenza professionale l’attenzione ai singoli alunni e alle loro domande più
profonde. Siamo molto grati a tutti gli insegnanti che, mentre offrono le
ragioni della speranza che li muove, accompagnano coloro che stanno crescendo a
scoprire la bellezza e il senso della vita, senza cedere alle tentazioni
dell’individualismo e della rassegnazione, che soffocano il cuore e spengono i
sogni.
Il cammino dei prossimi mesi – anche grazie all’Irc – ci aiuti a ritrovare la
fiducia e il coraggio di aprire le famiglie, le scuole e tutte le comunità a
nuovi orizzonti di collaborazione e di speranza.
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