QUALE MERITO?
Operando
una profonda destrutturazione dei paradigmi che solitamente accompagnano
l'opzione meritocratica, il saggio assume in chiave critica la lettura
prevalentemente negativa del merito. Risolto come presupposto di vantaggio o
potere individuale, se non di legittimazione delle disuguaglianze. In un
orizzonte eticamente compromesso connotato di arroganza, discriminazione,
selezione.
E
dove i rapporti sociali, per lo più determinati in partenza, si esauriscono
inesorabilmente in un gioco a somma zero. Con vincitori e perdenti.
Tali
approcci, a parere dell'autore, sono ampiamente riconducibili, per la ricerca
sociologica e non solo, alle conseguenze nefaste della società contemporanea.
Dove a prevalere sono ideologie e culture che premiano individualismo e
competizione, disuguaglianza ed esclusione. E a dettare legge restano soltanto
i risultati, e con essi la ricchezza e il potere.
In
tale contesto il merito è - non può non essere - valore assoluto.
Indiscutibile. Da accogliere o rifiutare. Senza via di mezzo.
L'obiettivo
della ricerca, al contrario, è quello di problematizzare il tema del merito,
relativizzarne il valore e il significato. Porlo all'interno di una
molteplicità di fattori che concorrono a diventare leva di emancipazione e di
responsabilità individuale e collettiva. Fattori di cambiamento e di sviluppo.
Il
tentativo è quello di sciogliere il dilemma che da qualche tempo coinvolge il
mondo politico, economico e sociale. E che può tradursi nell'interrogativo: il
merito è l'esito sufficientemente scontato di una società ingiusta, oppure è il
prodotto e il riconoscimento di un'azione pur incerta e faticosa di
emancipazione e di riscatto di individui e gruppi per costruire una società un
po' più giusta e solidale?
L'intento
è quello di riconoscere e apprezzare il valore di ogni scelta compiuta
nell'ottica del contributo offerto al raggiungimento del bene comune.
La
ricerca tematizza in particolare, i concetti di uguaglianza e di libertà
attraverso un'ottica pluralista. Che privilegia approcci e dimensioni del
merito secondo le categorie del riconoscimento, dell'identità e della dignità,
dei bisogni e dei diritti.
Inoltre,
ben oltre i confini dell'uguaglianza, il lavoro si pone il problema della
distribuzione delle opportunità nei termini più comprensivi dell'equità. Ciò
senza trascurare il rapporto con la giustizia, l'inclusione sociale e la
differenza.
Aderendo
alla proposta di ridefinizione del merito nei termini meno equivoci di
meritevolezza e/o meritorietà, l'autore sviluppa un'ipotesi di intervento che
chiama in causa il ruolo attivo di ogni soggetto nel realizzare se stesso e i
propri valori, e l'attuazione di politiche atte a creare le condizioni migliori
di uguaglianza democratica centrata sulla garanzia di agire i diritti di
cittadinanza. All'interno di una società giusta, luogo di cooperazione tra
persone libere e uguali, aventi pari dignità.
A
cominciare dall'istruzione. Dove, partendo dal superamento del dilemma
selezione-socializzazione, l'autore giudica insufficiente la soluzione
dell'uguaglianza delle opportunità a favore dell'uguaglianza delle capacità. In
grado di convertire opportunità e risorse in effettive libertà di scelta.
Il
ruolo della scuola risiede piuttosto nello scoprire e sviluppare i talenti. Non
nell'esaltazione dei soli risultati ma nella considerazione del percorso e
dell'impegno nell’affrontare le difficoltà. E dove comunque, prima di
riconoscerlo e premiarlo, il merito va alimentato per farlo fiorire.
L'obiettivo,
allora, non è solo garantire 'i capaci e meritevoli', ma garantire le
condizioni per diventare 'capaci e meritevoli'. Per sviluppare le proprie
capacità. Al di là di standard predefiniti.
Riscoprire
il senso e il valore della formazione scolastica, come strumento di uguaglianza
sociale, e come volàno di una democrazia intesa come sforzo continuo di vivere
secondo saggezza, solidarietà e ricerca del bene individuale e collettivo.
Le ragioni del merito:
appunti per un dibattito
di Enzo Bertellini | aprile 2024
ISBN-13 979-8882700934
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