- di Giovanni Perrone
Papa Giovanni
XXIII ci ha invitato a leggere i segni dei tempi, non per rafforzare le nostre
insicurezze o le nostre “certezze”, né per essere “alla moda”, ma per
rispondere adeguatamente alle emergenze educative di oggi e di domani. I segni
dei tempi ci indicano il percorso e le vie da seguire, i luoghi, i tempi e le
modalità di intervento; ci aiutano a non rimanere statici e a non cedere alla
tentazione della mormorazione, dimostrando intelligenza, capacità di interagire
e anche di rischiare, con responsabilità e lungimiranza, nella risoluzione dei
diversi problemi. Essi ci fanno guardare oltre l’orizzonte, superare le nostre
paure, cercare alleanze adeguate al fine continuare il viaggio, senza perdere
lo scopo e i valori che ci guidano.
A proposito, è stato pubblicato il documento della Santa Sede “DignitasInfinita” che ci offre molti spunti per comprendere, pensare, agire e condividere percorsi; per rendere le nostre relazioni positive e il nostro modo di educare coerente coi valori del Vangelo.
“La Chiesa proclama l’uguale dignità di tutti
gli esseri umani, indipendentemente dalla loro condizione di vita o dalle loro
qualità. Questo annuncio si appoggia su una triplice convinzione, che, alla
luce della fede cristiana, conferisce alla dignità umana un valore
incommensurabile e ne rafforza le intrinseche esigenze”. (2,17)
Di fronte ai numerosi problemi che
travagliano il nostro tempo, non possiamo chiudere gli occhi come gli struzzi o
sentirci vittime, perdendoci in sterili piagnistei o in inutili imprecazioni..
Occorre aprire la mente, gli occhi, il cuore!
Vi sono urgenti bisogni educativi e molteplici problemi sociali che
devono trovare risposte adeguate alla nostra vita quotidiana, nelle nostre
scuole e università e nel nostro ruolo di insegnanti, salvaguardando i valori
cristiani nei quali siamo radicati. È opportuno, quindi, interrogarci e
interrogare, facendo del Vangelo e del Magistero della Chiesa un'occasione e un
impegno per la nostra riflessione e la nostra maturazione come cristiani, come
educatori e come cittadini. Che cosa significa per noi e per le istituzioni ove
operiamo “dignità infinita?”.
Per meglio comprendere il documento e per
evitare di fermarci soltanto su alcuni aspetti è opportuno leggere, anzitutto e
attentamente, l'introduzione e la premessa (1-3) che aiutano a comprendere la
logica di tutto il testo e dei vari ambiti evidenziati.
Facciamo in modo che i documenti del Magistero non rimangano parole e buone intenzioni, che fanno scalpore e brusio ma non lasciano traccia. Ci aiutino ad essere buoni educatori che sanno preparare se stessi e la comunità in cui operano ad andare avanti, con responsabilità e coraggio, rafforzando la dimensione etica del cammino educativo.
Ciò può fornire spunti per numerose iniziative, di studio e di confronto, da attuare a livello locale, nazionale e internazionale, nonché uno scambio di idee ed esperienze.
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