Messaggio della Presidenza della Conferenza 
Episcopale Italiana in vista della scelta di avvalersi dell'insegnamento della 
religione cattolica nell'anno scolastico 2013-2014
Cari studenti e genitori,
nelle prossime settimane sarete chiamati a esprimervi sulla scelta di 
avvalersi dell’Insegnamento della religione cattolica (Irc).
L’appuntamento si colloca in un tempo di crisi che investe la vita di tutti. 
Anche la scuola e i contesti educativi, come la famiglia e la comunità  
ecclesiale, sono immersi nella medesima congiuntura.
Noi Vescovi italiani, insieme e sotto la guida di Benedetto XVI, animati 
dallo Spirito Santo che abita e vivifica ogni tempo, vogliamo ribadire con 
convinzione che la «speranza non delude» (Rm 5,5).
Sono proprio i giovani – ricorda a tutti il Santo Padre – che «con il loro 
entusiasmo e la loro spinta ideale, possono offrire una nuova speranza al mondo… 
Essere attenti al mondo giovanile, saperlo ascoltare e valorizzare, non è 
solamente un’opportunità, ma un dovere primario di tutta la società, per la 
costruzione di un futuro di giustizia e di pace.
Si tratta di comunicare ai giovani l’apprezzamento per il valore positivo 
della vita, suscitando in essi il desiderio di spenderla al servizio del Bene» 
(Benedetto XVI, Messaggio per la XLV Giornata Mondiale della Pace, 8 
dicembre 2011).
Noi Vescovi vogliamo anzitutto ascoltare le domande che vi sorgono dal cuore 
e dalla mente e insieme con voi operare per il bene di tutti. Lo abbiamo fatto 
nel redigere le nuove indicazioni per l’Irc nella scuola dell’infanzia, del 
primo e del secondo ciclo, con l’impegno di sostenere una scuola a servizio 
della persona.
Siamo persuasi, infatti, che la scuola sarà se stessa se porterà le nuove 
generazioni ad appropriarsi consapevolmente e creativamente della propria 
tradizione. L’Irc, oggi come in passato, aiuterà la scuola nel suo compito 
formativo e culturale facendo emergere, “negli” e “dagli” alunni, gli 
interrogativi radicali sulla vita, sul rapporto tra l’uomo e la donna, sulla 
nascita, sul lavoro, sulla sofferenza, sulla morte, sull'amore, su tutto ciò che 
è proprio della condizione umana. I giovani domandano di essere felici e 
chiedono di coltivare sogni autentici.
L’Irc a scuola è in grado di accompagnare lo sviluppo di un progetto di vita, 
ispirato dalle grandi domande di senso e aperto alla ricerca della verità e alla 
felicità, perché si misura con l’esperienza religiosa nella sua forma cristiana 
propria della cultura del nostro Paese.
Cari genitori, studenti e docenti, ci rivolgiamo a  voi consapevoli che l’Irc 
è un’opportunità preziosa nel cammino formativo, dalla scuola dell’infanzia fino 
ai differenti percorsi del secondo ciclo e della formazione professionale, 
perché siamo convinti che si può trarre vera ampiezza e ricchezza culturale ed 
educativa da una corretta visione del  patrimonio cristiano-cattolico e del suo 
peculiare contributo al cammino dell’umanità.
Riteniamo nostro dovere di Pastori ricordare, a tutti coloro che sono 
impegnati nel mondo della scuola, le parole del Papa per questo Anno della fede: 
«Ciò di cui il mondo oggi ha particolarmente bisogno è la testimonianza 
credibile di quanti, illuminati nella mente e nel cuore dalla Parola del 
Signore, sono capaci di aprire il cuore e la mente di tanti al desiderio di Dio 
e della vita vera, quella che non ha fine» (Benedetto XVI, Porta fidei, 
n. 15).