Da 50 anni AGESCI contribuisce
a formare le giovani generazioni
al rispetto degli altri e della natura, all’impegno
e alla condivisione
La festa di san Giorgio, una festa per tutti gli scout e le guide del mondo (oltre 40 milioni, presenti in tutto il mondo, in oltre 200 Paesi), per rinnovare la loro Promessa e il loro generoso impegno per "lasciare il mondo migliore di come lo si è trovato" .
Se
sei scout si vede
Non si fa lo scout, si è uno scout. Una differenza solo apparentemente superficiale, ma che in realtà rappresenta in maniera ben centrata la filosofia alla base dello scautismo. Essere scout è uno stile di vita, un percorso di crescita attraverso il quale bambine e bambini, ragazze e ragazzi, si mettono costantemente in gioco, impegnandosi con senso del dovere e volontà di condividere la loro esperienza nel portare a termine diversi obiettivi, dal semplice gioco alle “buone azioni” nei confronti degli altri o della natura, lo scopo dello scout è quello di fare il proprio meglio, rispettando valori che affondano le proprie radici nella cristianità.
Il metodo dello scautismo
Uno dei principi chiave dello scautismo sta nell’autoeducazione: i ragazzi sono spronati a tirare fuori il meglio di sé, attraverso una serie di esperienze vissute con i propri compagni e con l’educatore, il capo. Quest’ultimo, dunque, non è un maestro, ma un fratello maggiore che, non solo propone delle sfide agli scout, ma le vive con loro in un rapporto di fiducia, così da creare un ambiente stimolante e in grado di formare il carattere dei ragazzi attraverso i valori dello scautismo: l’ottimismo, il senso di responsabilità, lo spirito di servizio, il rispetto delle regole, la cura per la natura e per gli altri, l’abbattimento delle barriere culturali e la fraternità internazionale, ovvero la consapevolezza di essere collegati al resto dell’umanità, da cui discende la volontà di impegnarsi per la pace.
L’impegno, valore chiave per lo scout
Lo scout e la guida guardano al lato positivo dei problemi, cercando la via migliore per risolverli, ma soprattutto agiscono, lavorano e si attivano – da soli e insieme agli altri – per migliorare il mondo che vive. Essere scout o una guida significa assumersi le proprie responsabilità nei confronti della comunità e, nel proprio piccolo, impegnarsi, dare il proprio contributo, sapendo che lavorare con gli altri è spesso la via migliore per ottenere dei risultati migliori.
Si è uno scout o una guida dal primo momento in cui si entra a far parte di questa comunità, ma naturalmente esistono diverse fasi sulle quali sono calibrate le responsabilità. La prima coinvolge i bambini dagli 8 agli 11/12 anni (i Lupetti, le Lupette e le Coccinelle), che imparano a fare il proprio meglio essenzialmente attraverso il gioco.
Dagli 11/12 anni ai 16 si passa a essere Esploratori o Guide: una fase in cui i ragazzi e le ragazze fanno esperienza della vita all’aria aperta, coltivando lo spirito d’avventura, l’abilità manuale e il rapporto con la natura.Successivamente, tra i 16 e i 21 anni, si entra nella Branca Rover e Scolte: qui ai giovani è chiesto di dare un aiuto diretto alla vita degli altri attraverso lo svolgimento di un servizio, che può essere interno all’associazione o aperto alla comunità in generale.
L’impegno
di AGESCI da 50 anni
AGESCI nasce nel 1974: riconosciuta dalla CEI e iscritta alla Rete Associativa al Registro Unico Nazionale del Terzo Settore, nella sezione “Associazioni di Promozione Sociale”, fa parte del Forum Nazionale del Terzo Settore, dell’elenco nazionale delle organizzazioni di volontariato della Protezione Civile e dal 1995 di Libera, associazione per una società libera dalle mafie e da ogni forma di illegalità. AGESCI sostiene anche progetti di accoglienza per i profughi delle guerre o di supporto in caso di emergenze sanitarie o calamità naturali. Attualmente conta oltre 182mila soci, tra cui 30mila educatori (i capi) e 2.000 Assistenti ecclesiastici sul territorio nazionale.
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