- di Luciano Corradini *
I nuovi passi verso la guerra mondiale tra Israele e
l’Iran e l’l’imbarbarimento del conflitto israelo-palestinese in Gaza e in Cisgiordania richiamano alla
memoria due motti latini: il tragico ma
sempre più praticato mors tua, vita mea, e il più giusto ma meno praticato:
vita tua, vita mea. Le idee, i principi e le istituzioni (le Costituzioni,
l’ONU e il diritto internazionale dei diritti umani e del diritto umanitario)
sono sempre più considerate utopie storicamente superate. Mi sono parsi in
proposito illuminanti , come un prezioso testamento, due passi tratti dagli
ultimi discorsi di papa Francesco, di cui mi permetto di citare alcune frasi.
“Quando sentiamo ancora
il peso della morte dentro il nostro cuore, quando vediamo le ombre del male
continuare la loro marcia rumorosa sul mondo, quando sentiamo bruciare nella
nostra carne e nella nostra società le ferite dell’egoismo o della violenza, non
perdiamoci d’animo, ritorniamo all’annuncio di questa notte: la luce lentamente
risplende anche se siamo nelle tenebre; la speranza di una vita nuova e di un
mondo finalmente liberato ci attende; un nuovo inizio può sorprenderci benché a
volte ci sembri impossibile, perché Cristo ha vinto la morte.
La
fede cristiana – ricordiamocelo – non vuole confermare le nostre sicurezze,
farci accomodare in facili certezze religiose, regalarci risposte veloci ai
complessi problemi della vita. Al contrario, quando Dio chiama suscita sempre
un cammino, come è stato per Abramo, per Mosè, per i profeti e per tutti i
discepoli del Signore. Egli ci mette in viaggio, ci trae fuori dalle nostre
zone di sicurezza, mette in discussione le nostre acquisizioni e, proprio così,
ci libera, ci trasforma, illumina gli occhi del nostro cuore per farci
comprendere a quale speranza ci ha chiamati “ (cfr Ef 1,18).
Queste parole non lasciano spazio a nessuna retorica
e a nessuna scappatoia. Come nella Crocifissione, anche nella Resurrezione il
Padre poteva cancellare il dubbio, e non l’ha fatto. Il Padre, il Figlio e lo Spirito, danno a noi
il compito di continuare a credere e di testimoniare, non di dimostrare
scientificamente (o con la pretesa di “contrattare”) ciò che ci chiede per fede
e per amore, e di sconfiggere il dubbio, ma di collaborare alla salvezza
di questo mondo, anche sul piano educativo.
Il 4 gennaio 2025 Papa Francesco aveva ricevuto i convegnisti dell’Uciim e dell’Aimc che hanno celebrato l’80° della loro fondazione, concludendo il suo discorso con queste parole: “All’inizio della vostra storia c’è stata l’intuizione che solo associandosi, camminando insieme, si potesse migliorare la scuola, che per sua natura è una comunità, bisognosa del contributo di tutti. I vostri fondatori vivevano in tempi nei quali i valori della persona e della cittadinanza democratica avevano bisogno di essere testimoniati e rafforzati, per il bene di tutti; e anche il valore della libertà educativa. Non dimenticate mai da dove venite, ma non camminate con la testa girata indietro, rimpiangendo i bei tempi passati!
Pensate invece al presente della scuola,
che è il futuro della società, alle prese con una trasformazione epocale.
Pensate ai giovani insegnanti che muovono i primi passi nella scuola e alle
famiglie che si sentono sole nel loro compito educativo. A ciascuno proponete
con umiltà e novità il vostro stile educativo e associativo. Tutto questo vi
incoraggio a farlo insieme, con una sorta di “patto tra le associazioni”,
perché così potete testimoniare meglio il volto della
Chiesa nella scuola e per la scuola. E allora andate avanti
con fiducia! Benedico di cuore voi e tutti e coloro che formano la rete delle
vostre Associazioni”. “Fratelli e sorelle, questa è la chiamata che dobbiamo sentire forte dentro
di noi: facciamo germogliare la speranza della Pasqua nella
nostra vita e nel mondo!
*Luciano Corradini è professore emerito di Pedagogia generale nell’Università di Roma Tre. È stato docente nelle scuole secondarie, nelle Università di Cosenza, Milano Statale, Brescia Cattolica e Roma La Sapienza, presidente dell’IRRSAE Lombardia, vicepresidente del CNPI (Consiglio nazionale della P.I.), con sette successivi ministri, sottosegretario alla P.I. nel Governo Dini, presidente dell’ARDeP, associazione per la riduzione del debito pubblico, dell’AIDU (docenti universitari), dell’UCIIM (docenti medi).
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