LA RESPONSABILITA'
DI CIASCUNO
DI NOI
-
di ENZO
BIANCHI
Un
altro anno finisce. Non è forse anche questo terminare degli anni una memoria
che per noi umani, che i greci chiamavano “mortali”, tutto finisce? Sì, per chi
ha avuto una vita lunga come la mia ed è entrato nei faticosi ottant’anni non è
una novità il finire di impegni, lavori, rapporti.
E
così con questo testo di oggi termina la mia rubrica Altrimenti su questo
giornale. Sono stati sette anni interessanti e soddisfacenti perché a ogni
articolo numerosi tra voi lettori reagivano scrivendomi o commentando. Sono
molto grato ai direttori di Repubblica che mi hanno offerto questo impegno
anche perché risultava essere una voce “altra”. Un cristiano, un monaco, che
con una certa distanza dalla vita del mondo osserva, pensa per poi condividere
i pensieri preoccupato di dialogare anche con i non cristiani. Perché ciò che
mi interessa è l’umanità, quella reale che s’incontra qui e ora sulle diverse
strade percorse insieme.
E
mi sembra di aver accompagnato un mutamento nella società e nella chiesa. Ho
osservato eventi catastrofici inattesi: dalla pandemia all’acuirsi della crisi
culturale in Europa, dalla rinascita della seduzione della guerra al naufragio
della cristianità fino a rischiare di essere ridotta a patrimonio culturale nel
nostro Occidente.
Il
paesaggio umano e religioso è cambiato, un mutamento destinato a continuare. Di
questa mia lettura pensata e confrontata ho dato segni negli articoli
pubblicati. Ho piena consapevolezza di essere stato a volte duro, radicale,
quando me lo imponeva il Vangelo, ma in questo caso il primo a sentirmi ferito
ero proprio io. Per questo spero di non aver offeso nessuno, anche perché da
vecchi occorre essere disarmati per andarsene in pace. Scriverò ancora per
rendere palese una parola a favore degli ultimi, degli oppressi, dei
perseguitati, dei bisognosi e per ripetere che una chiesa domina non sarà mai
la comunità che Gesù aveva in mente: una chiesa spoglia di ogni potere che
chiede ai cristiani solo di credere al bene, alla giustizia, alla bellezza,
all’accoglienza di tutti.
Osservare
una chiesa che è sempre più debole nella fede, senza una parola autorevole da
parte dei pastori che faccia risuonare il Vangelo, che celebra liturgie non più
cristiane e non solo sbiadite, fa male al cuore dei credenti.
“Sentinella,
a che punto è la notte?”: questo il grido che risuona. E per quel che riguarda
la società civile ho scritto che la barbarie avanza a piccoli passi, ma poi è
piombata tra di noi e si è imposta con l’assenza di fiducia, il rancore,
l’egoismo narcisista, sentimenti che hanno ottenebrato ogni orizzonte comune.
Ho paura per la malattia delle nostre democrazie e l’instaurarsi di regimi
autoritari in un’ora nella quale le guerre si moltiplicano. Ma a ciascuno di
noi compete una precisa responsabilità e non ci è lecito disertare perché la
lotta e la resistenza contro ogni disumanizzazione è ciò che è veramente umano,
soltanto umano. Pensatemi comunque, cari lettori, ogni alba nella mia cella a
leggere e pensare, anche con voi.
Alzogliocchiversoilcielo
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