nel mondo odierno?
-
- - di Francesco Sciacchitano
Accudendo
Gesù, lavandolo e giocando insieme a lui, la Madonna e San Giuseppe, mettevano
in pratica i dovuti atti di culto.
Vivevano
ogni istante della giornata come un sacramento.
Anche
oggi, la famiglia è chiamata a vivere la fede in casa ed essere testimone di
Cristo nel mondo.
In
fondo stiamo attraversando un’epoca in cui tutto rema contro la famiglia
cosiddetta “naturale”, smantellata nella sua stessa natura di unione feconda
tra un uomo e una donna; in cui divorzi e convivenze sembrano avere la meglio
sul matrimonio “per sempre”; in cui le giovani coppie non sono assolutamente
aiutate, né sotto il profilo sociale, né economico.
Un
mondo in cui la famiglia è, insomma, in crisi.
Eppure,
è forse proprio per questo motivo che la Festa che si celebra oggi è ancora più
importante: ci aiuta a mettere ordine alle priorità e ci fornisce anche degli
insegnamenti “pratici” per camminare come famiglia e come singoli, se siamo
disposti a metterci in gioco.
Maria
e Giuseppe sono un esempio per tutti gli sposi.
Oltre
a quanto riportato nella Bibbia, ci sono moltissimi scritti sulla vita della
Madonna o di Giuseppe che narrano la cura e l’attenzione che avevano l’uno per
l’altro: un “volere il bene dell’altro” prima del proprio.
Un
amore casto, puro, che non pretende nulla in cambio ma che dona tutto e che
“soffre con” e “soffre per”.
E,
in tal senso, Maria e Giuseppe sono un esempio per tutti i “coniugi”: portano
assieme il “giogo” della quotidianità che, nella gioia di avere con sé il
Figlio di Dio, non ha risparmiato loro sofferenze e fatiche, anzi.
Maria
e Giuseppe, infine, si santificano assieme.
L’uno
con l’altro e per l’altro. Compiendo con fiducia e fedeltà il proprio dovere,
diverso ma complementare, per dare sviluppo al disegno di Dio.
Maria
e Giuseppe non “pianificano” l’arrivo di Gesù… semplicemente Lo accolgono, Gli
fanno spazio e Lo amano di un amore gratuito.
E,
in fondo, i bambini non chiedono altro che questo: essere accolti e amati dai
loro genitori.
Un
bambino felice non è quello che ha i vestiti di marca, la cameretta tutta per
sé e tantissimi giochi che non utilizzerà mai: un bambino felice è un bambino
amato per quello che è.
E,
attenzione, l’amore è il contrario del possesso: oggi invece vediamo come tanti
bambini, magari figli unici e nati quando i genitori hanno ritenuto di “essere
pronti”, siano considerati un “possesso”, e questo una duplice ottica: da un
lato abbiamo gli adulti che riempiono i bambini di aspettative, per cui il
livello minimo cui il bambino deve tendere è semplicemente la perfezione;
dall’altra abbiamo dei bambini che, iper-desiderati e pieni di attenzione, si
trasformano in dei piccoli tiranni dei loro genitori.
Due
aspetti che, inutile dirlo, non fanno bene e che non si verificano in quelle
famiglie aperte alla vita, con tanti bambini e che hanno chiaro che i figli non
sono un “possesso”, bensì un dono che si riceve (chi può dirsi degno di essere
genitore?) e che, nel contempo, si fa alla società.
Maria
lo sapeva bene che suo figlio era chiamato a «occuparsi delle cose del Padre
Suo» e lo lascia libero di farlo, perché sa che il suo compito era quello di
donare il Figlio di Dio all’umanità, non di tenerlo per sé.
Un
ultimo aspetto: Maria e Giuseppe si fidano della Provvidenza.
Nel
fare questo, soprattutto Giuseppe che è umano come noi, talvolta fatica a
capire e per questo soffre interiormente e per i giudizi esterni.
Eppure,
i Santi sposi si fidano del disegno che c’è su di loro.
Non
scelgono la comodità o quello che forse sarebbe stato più confacente al loro
animo umile e riservato: si donano senza riserve, non tengono per sé neanche un
attimo della propria vita.
Oggi quanti sposi sanno affidarsi così? Pochi, pochissimi.
Forse
perché per farlo occorre una grande Fede, che nasce da una vita intensa di
preghiera… e non è facile.
Ma,
se il fine di ognuno è quello di farsi santi e se si è scelto il matrimonio
come «nuova via della propria santificazione», non solo significa che è
possibile ma significa anche che la famiglia è lo strumento per farlo… no?
Ed
allora proviamo a farci aiutare dalla Santa Famiglia recitando questa preghiera:
Gesù, Maria e Giuseppe,
in voi contempliamo
lo splendore dell’amore vero,
a voi con fiducia ci rivolgiamo.
Santa Famiglia di Nazareth,
rendi anche le nostre famiglie
luoghi di comunione e cenacoli di preghiera,
autentiche scuole del Vangelo
e piccole Chiese domestiche.
Santa Famiglia di Nazareth,
mai più nelle famiglie si faccia esperienza
di violenza, chiusura e divisione:
chiunque è stato ferito o scandalizzato
conosca presto consolazione e guarigione.
Santa Famiglia di Nazareth,
il prossimo Sinodo dei Vescovi
possa ridestare in tutti la consapevolezza
del carattere sacro e inviolabile della famiglia,
la sua bellezza nel progetto di Dio.
Gesù, Maria e Giuseppe,
ascoltate, esaudite la nostra supplica.
Amen.
Nessun commento:
Posta un commento