sembra non riuscirci,
la luce vince sempre
sul buio
Al
di là delle inquietudini e dei problemi più o meno grandi che possiamo
incontrare, chi ha fede crede che ad attenderlo ci sia un futuro di luce.
Questo
non significa prendere sottogamba le difficoltà ma viverle senza farsene
schiacciare, con la leggerezza e la sapienza di chi è "nel" mondo
senza essere "del" mondo.
Belle
parole si dirà, che però non tengono conto delle urgenze quotidiane, che
sembrano dimenticare quanto dolore possa serbare in sé la nostra esistenza,
specie quand’è appesantita dal dolore di un tradimento, dalla sofferenza di una
malattia, dall’angoscia per la scomparsa di una persona cara.
Non
si tratta naturalmente di un invito all’indifferenza, il Signore ci insegna
anzi ad affrontare i problemi senza trascurarne nessuno, facendolo però nel
modo giusto, cominciando dal confidare nella forza della preghiera.
Come
testimonia Joseph Folliet (1903-1972) sacerdote, giornalista ed educatore
francese che ci aiuta a riflettere su cosa troveremo al termine del nostro
cammino.
«Io credo, Signore,
che al termine del cammino
non c'è ancora da camminare
ma la fine del pellegrinaggio.
Credo, Signore,
che alla fine della notte
non c'è più notte
ma l'aurora.
Credo, Signore,
che alla fine dell'inverno
non c'è più inverno
ma la primavera.
Credo, Signore,
che dopo la disperazione
non c'è ancora disperazione
ma la speranza.
Credo, Signore,
che al termine dell'attesa
non c'è ancora attesa
ma l'incontro.
Credo, Signore,
che dopo la morte
non c'è ancora morte
ma la vita».
Amen
Nessun commento:
Posta un commento