cosa sta succedendo e cosa dovremmo insegnare alle nuove generazioni
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di Francesca Pasini
Lo psichiatra e sociologo Paolo Crepet è
tornato a parlare dei problemi relativi alle nuove generazioni lanciando
l’allarme: "Li stiamo perdendo, nessuno pensa più". Sono le
parole pronunciate in occasione del convegno organizzato alla Reggia Quisisana
di Castellammare di Stabia, iniziativa promossa dal parco dei Monti Lattari per
valorizzare turismo e cultura e avvicinare i giovani allo sport e al benessere.
Secondo Crepet, i giovani di oggi devono essere aiutati e
indirizzati verso il raggiungimento della propria autonomia. Vediamo cosa
dovrebbero insegnare alle nuove generazioni gli adulti, i genitori e la società
in generale.
Cosa ha detto Crepet sulle nuove generazioni: l’allarme
"D’estate più giovani portiamo in questo parco e nel
museo archeologico, più ne salviamo, togliendoli a 14 anni dal bar
all’angolo del loro quartiere", ha dichiarato Paolo Crepet
durante il convegno a Castellammare di Stabia, lanciando un allarme: "Non
ne faccio una questione morale, ma così stiamo perdendo intere generazioni di
giovani". Un riferimento, questo, ai dati preoccupanti che riguardano
la dispersione
scolastica in Italia, che in certe zone è più accentuata (come nell’esempio
di Napoli). Sono infatti ancora troppi i giovani che non frequentano la
scuola, anche se alcuni sforzi si stanno mettendo in pratica per arginare il
fenomeno.
"Per salvare i ragazzi serve la bellezza di posti come
questo", ha proseguito Paolo Crepet. Un modo per cercare di cambiare rotta
in merito a quanto sta succedendo all’interno della generazione
Z italiana. "Salviamo bambini e ragazzi portandoli in posti belli
come questo. Se i Borbone sceglievano la Reggia di Quisisana per le loro
vacanze c’era un motivo. La bellezza li salverà". Una bellezza a 360°,
quella menzionata da Crepet, intesa come concetto filosofico, estetico, morale
e culturale.
Cosa dovremmo insegnare ai giovani secondo Crepet
Il sociologo è tornato a sottolineare l’importanza dell’educazione (che salva
le giovani generazioni dalla mediocrità che sempre più spesso viene
elevata a merito). Sono gli insegnamenti di genitori (in più occasioni criticati
da Crepet), scuole e società che dovrebbero indirizzare la crescita degli
adulti del futuro.
Nel suo discorso, lo studioso ha più volte ribadito che
"bisogna insegnare ai giovani ad essere autonomi, a staccarsi
dallo smartphone e ad apprezzare il loro territorio, così ricco di
bellezza", riferendosi ai luoghi che fanno respirare la storia e la
cultura di Castellammare, sede dell’incontro. Crepet ha quindi dichiarato:
"Questi di Castellammare sono luoghi adatti a rimettere in moto il
cervello". Un riferimento alla tendenza a "non pensare più" dei
giovani, sempre più assuefatti agli strumenti tecnologici.
La critica di Crepet si è rivolta infatti
anche agli smartphone e alla connessione costante ai social network, che in una
recente intervista al ‘Corriere della Sera’ ha definito come
"moltiplicatori di violenza incredibili", aggiungendo che "i telefonini
andrebbero vietati almeno fino a 12 anni". Un parere espresso anche al
ministro dell’Istruzione e del Merito Valditara, che aveva
chiesto al sociologo un parere in merito a questa tematica.
"Non si dica che è una cosa recente – ha proseguito il
sociologo nell’intervista -, sono cambiamenti in atto da anni, anche decenni,
ma di cui non ci siamo voluti accorgere. […] Adesso con i social è come aver
fatto un salto da una 500 alla Formula 1", ha concluso Crepet.
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