- + Vincent Dollmann *
Al battesimo nel Giordano, lo Spirito Santo scese su Gesù
e si udì la voce di Dio: "Tu sei il mio Figlio prediletto, di te mi
rallegro" (Lc 3,22). Accogliendo lo Spirito nella sua umanità, Gesù l'ha
resa degna di Dio. Con la sua morte e risurrezione, Gesù le ha definitivamente
aperto l'accesso alla vita divina, rompendo i lucchetti del male e della morte.
Così, il giorno di Pentecoste, pieno di Spirito Santo, San Pietro poté
testimoniare: "Fu esaltato alla destra di Dio e ricevette dal Padre lo
Spirito Santo, oggetto della promessa, e lo effuse su di noi" (At 2,32).
(Atti 2:32). Il battesimo di Gesù prefigura il nostro, il battesimo nello
Spirito che ci apre a una relazione di conoscenza e di amore con Dio.
È soprattutto attraverso la sua vita di preghiera, sia
comunitaria che personale, che Gesù ha manifestato la sua unione con lo Spirito
Santo. Ha inaugurato il suo ministero pubblico partecipando alla liturgia del
sabato nella sinagoga (cfr. Lc 4,16s). È morto sulla croce mentre pregava il
servizio della sera: "Nelle tue mani affido il mio spirito" (Lc
23,46). La sua partecipazione alla preghiera della comunità era legata a una
grande fedeltà alla preghiera personale, nella solitudine e nel silenzio. Così,
prima di scegliere i Dodici Apostoli tra i discepoli, Gesù aveva passato la notte
in preghiera (6,12). Essi avrebbero seguito l'esempio dopo la sua morte e
risurrezione: "Tutti di un sol cuore erano assidui nella preghiera",
ci dice il libro degli Atti (At 1,14). Fu nella preghiera che San Mattia fu
aggiunto agli apostoli per sostituire Giuda, e fu ancora nella preghiera che i
discepoli si riunirono intorno alla Vergine Maria e gli apostoli ricevettero lo
Spirito Santo a Pentecoste.
I doni della gioia e della misericordia portano la
presenza viva di Dio nella nostra vita. La misericordia di Dio rivelata a Maria
all'Annunciazione (Lc 1,50) e insegnata nella parabola del figliol prodigo (Lc
15,20) si è manifestata al mondo attraverso la morte e la risurrezione di Cristo.
L'evangelista San Luca evoca la folla di persone radunate intorno alla croce
che riconoscono il loro peccato e implorano la misericordia di Dio:
"osservando ciò che accadeva, se ne tornavano battendosi il petto"
(Lc 23,48). E la gioia del Natale condivisa dagli angeli con i pastori
prefigura la gioia dei discepoli alla risurrezione di Gesù e alla Pentecoste.
Gli ultimi versetti del Vangelo di Luca, che riportano
l'Ascensione di Gesù, indicano che "tornarono a Gerusalemme con grande
gioia. E stavano continuamente nel Tempio benedicendo Dio" (Lc 24,52-53).
Se la misericordia e la gioia sono doni dello Spirito Santo, non mancheranno
mai. Sta a noi chiederli allo Spirito Santo che Gesù ha donato al mondo.
+Vincent Dollmann, arcivescovo di Cambrai
Assistente ecclesiastico UMEC-WUCT
Nessun commento:
Posta un commento