UN DISCORSO CHE STIMOLA TUTTI COLORO CHE RIVESTONO RUOLI DI RESPONSABILITA'
Francesco consegna il Premio Paolo VI al presidente della Repubblica italiana e richiama l'invito di Papa Montini alla responsabilità veso il bene comune: bisogna andare controcorrente “rispetto al clima di disfattismo e lamentela, per sentire proprie le necessità altrui”.
Il capo dello Stato devolve la somma
collegata al riconoscimento alla Comunità Giovanni XXIII, che nell'Emilia
Romagna ha delle case di accoglienza gravemente colpite dall'alluvione dei
giorni scorsi
-
di Tiziana Campisi – Città del Vaticano
Il
servizio e la responsabilità
Il
Papa evidenzia che “servire crea gioia e fa bene anzitutto a chi serve”
e richiama, a tal proposito, quanto scritto da Alessandro Manzoni - definito da
Paolo VI “genio universale”, “tesoro inesauribile di sapienza morale”, “maestro
di vita” - ne “I promessi sposi”: “Si dovrebbe pensare più a far bene, che a
star bene: e così si finirebbe anche a star meglio”.
L’impegno
di ciascuno per il bene comune
E
ancora, di Paolo VI, Francesco richiama la Lettera apostolica Octogesima
adveniens, dove viene sottolineato che “le parole servono a poco ‘se non
sono accompagnate in ciascuno da una presa di coscienza più viva della propria
responsabilità’”, perché, prosegue il documento, “è troppo facile
scaricare sugli altri la responsabilità delle ingiustizie, se non si è convinti
allo stesso tempo che ciascuno vi partecipa e che è necessaria innanzi tutto la
conversione personale”. Un’affermazione ancora attuale, costata il Papa, “quando
viene quasi automatico colpevolizzare gli altri, mentre la passione per
l’insieme si affievolisce e l’impegno comune rischia di eclissarsi davanti ai
bisogni dell’individuo”.
La
responsabilità, invece, come ci mostrano in questi giorni tanti cittadini dell’Emilia-Romagna,
chiama ciascuno ad andare contro-corrente rispetto al clima di disfattismo e
lamentela, per sentire proprie le necessità altrui e riscoprire sé stessi come
parti insostituibili dell’unico tessuto sociale e umano a cui tutti
apparteniamo.
L’impegno
per la legalità
A
proposito, poi, di responsabilità, Francesco parla anche di “impegno per la
legalità”, che “richiede lotta”, “determinazione” e anche “memoria di quanti
hanno sacrificato la vita per la giustizia”, come Piersanti Mattarella,
fratello del capo dello Stato italiano, e “le vittime della strage mafiosa di
Capaci”.
San
Paolo VI notava che nelle società democratiche non mancano istituzioni, patti e
statuti, ma “manca tante volte l’osservanza libera ed onesta della legalità” e
che lì “l’egoismo collettivo insorge”. Anche in quest’ambito, Signor
Presidente, con le sue parole e il suo esempio, avvalorati da quanto ha
vissuto, Lei rappresenta un coerente maestro di responsabilità.
Il
sogno di Paolo VI: le comunità solidali
Infine,
il Papa fa notare quanta importanza attribuì San Paolo VI alla “responsabilità
di ciascuno per il mondo di tutti”, con il suo invito, nella Populorum
progressio, “a lottare senza rassegnarsi di fronte agli squilibri delle
ingiustizie planetarie” e a “fronteggiare le sfide climatiche”, convinto
che l’ambiente sarebbe diventato intollerabile all’uomo per la distruttiva
attività dell’uomo stesso "che, spadroneggiando sul creato, si sarebbe
trovato a non padroneggiarlo più”. Circa l'eredità lasciata da Montini,
Francesco si sofferma su quella impegnativa di edificare comunità solidali”, e
aggiunge che quel sogno del suo predecessore di “comunità di partecipazione e
di vita”, che si prodigassero “per costruire solidarietà attive e vissute”, “si
scontrò con vari incubi diventati realtà”, come la “terribile vicenda di Aldo
Moro”. E a conclusione del suo discorso, lieto di aver consegnato al presidente
Mattarella il Premio Paolo VI, perché “testimone
coerente e garbato di servizio e di responsabilità”, il Pontefice cita
ancora Papa Montini, che nella Evangelii nuntiandi scriveva: “L’uomo
contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i
maestri lo fa perché sono dei testimoni”.
Le
parole del Papa sono state precedute da un breve intervento del presidente
Mattarella, che, commosso, ha ringraziato l'Istituto Paolo VI per avergli
conferito il Premio e Francesco per averglielo consegnato. Il capo dello Stato
ha poi chiesto di destinare la somma collegata al riconoscimento alla Comunità
Giovanni XXIII, che è nata in Romagna e che nella regione ha delle case di
accoglienza, "gravemente colpite dall'alluvione dei giorni scorsi". "Penso
che con il Premio, più che la mia personale azione, si sia inteso e si intenda
indicare un modo di interpretare l'impegno nella società e nelle istituzioni,
che molti hanno praticato e sviluppato ispirandosi alla visione di Paolo VI e
ai suoi insegnamenti" ha detto Mattarella, confidando che gli scritti
di Papa Montini sono stati per lui e per tanti altri "fondamentali punti
di orientamento". "Con i suoi insegnamenti - ha terminato il capo
dello Stato - San Paolo VI ha collocato e trasmesso, in una visione armonica,
chiara, compiuta, fede, dignità umana, libertà e pace".
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