di
Carmelina Maurizio
Covid
e guerra in Ucraina
Covid
e guerra in Ucraina sono stati a tutti gli effetti degli eventi traumatici con
conseguenze sulla vita quotidiana, con forte influenza sulla costruzione della
propria identità per circa un terzo del campione di ragazzi e nella maggior
parte dei percorsi sono emerse tra gli adolescenti forti difficoltà relazionali
con i propri coetanei e all’interno del nucleo familiare. Spesso sono stati
riportati episodi di attacchi di ansia e di panico soprattutto legati al
rientro a scuola dopo il lockdown. Il progetto ha anche rilevato che molti
pazienti hanno mostrato una riduzione della motivazione a frequentare le
lezioni scolastiche, così come del desiderio di svolgere altre attività.
Damiano
Rizzi, psicologo e presidente della Fondazione Soleterre, dice: “come mostrano
i risultati in letteratura, sia il Covid sia la guerra in Ucraina hanno avuto
un impatto sulla salute mentale dei giovani ed è particolarmente associato a
depressione e ansia nelle coorti di adolescenti. Per alcuni di loro, circa un
terzo, si tratta di veri e propri eventi traumatici in cui l’esposizione a
morte indiretta deve essere affrontata con supporto psicologico. Anche il
nostro campione opportunistico di 31 adolescenti ha mostrato che è necessario
adottare forme di intervento pubblico per la presa in carico degli adolescenti
con disagio psicologico e veri e propri traumi”.
La
ricerca
Gli
specialisti che hanno seguito gli adolescenti sono stati tutti concordi sul
fatto che gli otto incontri individuali previsti dal progetto con i giovani
pazienti siano stati uno strumento utile, sia per far intravedere loro che
esiste un’alternativa al loro malessere sia perché a dato loro la possibilità
di fatto di poter condividere le proprie difficoltà con un professionista.
Fondazione
Soleterre in collaborazione con l’Unità di Ricerca sul Trauma dell’Università
Cattolica del Sacro Cuore di Milano ha anche portato avanti una ricerca per
indagare l’impatto traumatico della pandemia sugli adolescenti, in particolare
sulle loro capacità di regolazione emotiva. I risultati sono stati pubblicati
sulla rivista internazionale “Journal of Child & Adolescent Trauma” e
mostrano la necessità di non sottovalutare l’impatto psicologico del Covid-19,
soprattutto sulla popolazione più giovane, affrontandolo come un problema
urgente e tempestivo. Dalla ricerca è emerso che il 29,1% dei soggetti ha
riportato un alto livello di sintomi intrusivi e sintomi di ipereccitazione
sono stati segnalati dal 35,5% dei partecipanti.
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