-di
Diego Zanotti
Il
28 agosto 1963 Martin Luther King tenne il famoso discorso "I have a
dream" diventato poi il simbolo della lotta contro il razzismo negli Stati
Uniti e comunemente ritenuto un capolavoro.
Per
anni molti abbiamo individuato nel "sogno" l'ideale verso il quale
orientare la propria azione educativa nei diversi livelli.
Da
educatore avverto una fatica presente e diffusa a sognare, e a sognare "in
grande"… dove "in grande" si traduce nella capacità di
sviluppare desideri di lungo respiro, con la capacità di risolvere (sorridendo
e cantando) i molti ostacoli che sicuramente ci saranno lungo il percorso.
Il
timore di spingersi oltre un orizzonte temporale "visibile", la non
disponibilità ad accollarsi rischi che dipendono da variabili "non
governabili" (almeno non da noi), penso sia un approccio tanto presente
quanto limitante dell'intera azione educativa. Abbiamo scelto di educare i
ragazzi che ci sono affidati a scelte di vita caratterizzate da orizzonti
lunghi e imprevisti non definibili a priori; abbiamo assunto come modello
antropologico di riferimento un Uomo che ha voluto affrontare innumerevoli ostacoli
lungo la via e che ci ha dato testimonianza del come gestire e risolvere le
diverse situazioni. Proporre attività ed assumersi impegni restando in modo
calcolato in una zona comfort, sentendosi "a posto" per aver assolto
oggettivamente al "compitino" assegnato non appartiene al nostro
stile, non coincide con quella Promessa pronunciata anni fa che non prevede
clausole di tutela.
Essere
titolari di proposte educative che abbiano in qualche modo il sapore e lo
spessore del sogno significa osare...osare sollecitando i ragazzi, assecondando
e ancora più sostenendo le loro idee nei momenti difficili, durante i quali il
sogno rischia di venir rinchiuso in un cassetto.
Abbiamo
dalla nostra la forza e la libertà di un metodo e di precedenti esperienze e
testimonianze capaci di sostenerci e indicarci la via da seguire. Penso sia
importante e onesto condividere che l'alternativa a un sogno non è quella di un
sogno piccolo bensì quella di non sognare affatto, accettando di stare dove si
è, con le proprie sicurezze, ma anche i propri limiti e fragilità.
Il
progresso umano è fortemente caratterizzato da pensieri di uomini e donne che
hanno saputo sognare un mondo migliore. A ognuno di noi la scelta del come
interpretare il proprio ruolo educativo, con la consapevolezza che le nostre
scelte "personali" avranno ricadute dirette anche su altri.
Educare
al sogno significa da un lato acquisire le competenze sempre necessarie per
articolare un pensiero e un'azione educativa capace di raggiungere obiettivi
seguendo un percorso pensato e non improvvisato; dall'altro l'allenamento
personale a sognare per sé, per la propria vita.
Le
mie scelte di vita sono orientate all' "I have a dream?"
267/
#Taccuinodistrada
in un #Tempodaesplorare
Nessun commento:
Posta un commento