Insegnanti restano in aula e gli studenti si spostano al cambio
dell’ora.
“Il metodo che aiuta la concentrazione e stimola la mente”.
INTERVISTA
a Giovanna Tufarelli
-
di Vincenzo Brancatisano
Chi
si ferma non è certamente perduto, ma fa più fatica. Più fatica, se è un alunno
o un’alunna, a stare attento in classe, a concentrarsi, a sentirsi motivato nel
processo di apprendimento con i propri insegnanti.
Perché
dunque costringiamo i nostri alunni a stare sei ore consecutive fermi tra una
sedia e un banco ad ascoltare il docente che si alterna con i propri colleghi
che girano da un’aula all’altra nel cambio d’ora e non invertiamo invece le
parti facendo in modo che siano gli alunni a spostarsi ogni due ore da un’aula
all’altra, dedicata, ciascuna, a una disciplina specifica? È dai quesiti che
precedono, che poi rappresentano una sfida educativa, e dalla consapevolezza di
quanto descritto, maturata quest’ultima in tanti anni tra gli studiosi e gli
operatori scolastici della zona, che nascerà tra un mese, presso l’istituto
comprensivo Costabile-Carducci di Capaccio-Paestum e Trentinara, la prima
sperimentazione del Modello DADA della provincia di Salerno. Sarà una delle
duecento scuole italiane che ad oggi hanno adottato un modello che sta
appassionando ricercatori, pedagogisti, dirigenti aperti alle novità didattiche
ed educative, insegnanti.
Il
termine DADA è un acronimo che sta per Didattiche per Ambienti Di Apprendimento
e che indica una didattica che vede le aule come un ambiente attivo di
apprendimento. Gli ambienti sono personalizzati e caratterizzati per ciascuna
disciplina, non sono dunque assegnati alla classe, ma ai docenti. Non sono
questi ultimi a spostarsi da un’aula all’altra come accade nella didattica
tradizionale: sono gli alunni a spostarsi da un’aula all’altra nel cambio di
lezione. Questa impostazione, secondo gli studiosi delle neuroscienze e secondo
i fautori delle decine di sperimentazioni in atto nelle nostre scuole
pubbliche, favorisce gli apprendimenti. Motivo? Secondo il modello DADA, e
stando agli esperti il cui pensiero abbiamo già riportato in un servizio di
Fabio Gervasio, “il movimento del corpo è funzionale al processo di insegnamento-apprendimento,
e per la riattivazione della concentrazione e delle capacità cognitive: non
esistono tempi che non siano anche indirettamente funzionali agli
apprendimenti”.
Nel
modello DADA gli spostamenti degli studenti sono considerati “uno stimolo
energizzante la capacità di concentrazione, come testimoniato da accreditati
studi neuro scientifici, che ci indicano come il modo migliore per attivare la
mente, le sue cognizioni e le sue emozioni, sia mantenere in movimento, anche
leggero, il corpo”. Questo rende possibile e abilita l’adattabilità continua
dei setting didattici, in cui giocano un ruolo fondamentale non tanto la
disponibilità delle ICT e gli arredi flessibili e versatili quanto la visione
didattico-pedagogica del docente. Inoltre, questo comporta, come pure abbiamo
riferito, l’arricchimento e la personalizzazione degli spazi comuni con il
contributo di tutti (da spazi “anonimi” a spazi “emozionali”), per un
abbellimento dell’intero edifico scolastico con la progressiva
caratterizzazione di spazi tematici, artisticamente decorati o funzionalmente
allestiti.
Il
modello DADA è nato da un’iniziativa sviluppata e promossa autonomamente dai
licei “A. Labriola” di Ostia e “J.F. Kennedy” di Roma, rispettivamente diretti
da Ottavio Fattorini e Lidia Cangemi, nell’anno scolastico 2014/2015. I due
dirigenti hanno costituito la Rete Nazionale di Scuole DADA, a cui hanno
aderito, ad oggi, circa duecento istituti in tutta Italia.
Giovanna
Tufarelli è la dirigente dell’Istituto comprensivo “Costabile Carducci” di
Capaccio-Paestum e Trentinara, in provincia di Salerno. Qui partirà a settembre
2023, con l’inizio del nuovo anno scolastico, la sperimentazione Dada, la prima
in provincia di Salerno. Sarà interessata la scuola secondaria di primo grado,
mentre in futuro, probabilmente nel 2024, anche i bambini di alcune classi
della scuola primaria potrebbero essere coinvolti in una analoga
sperimentazione del modello Dada.
Dirigente
Giovanna Tufarelli, quali classi saranno coinvolte in questa sperimentazione?
“La
nostra scuola, l’IC Costabile Carducci, abbraccia i Comuni di Capaccio-Paestum
e Trentinara, in provincia di Salerno. Si compone di 16 plessi situati in vari
Comuni, dove ci sono anche alcune pluriclassi, per un totale di 150 alunni. Noi
cominciamo con la sperimentazione presso la scuola secondaria di primo grado
presso il solo plesso situato nel Comune di Vannulo, e a seguire con tutte le
classi del plesso sempre di Vannulo. Siamo la prima scuola che adotterà il
metodo DADA nella provincia di Salerno. Il Metodo Dada rientra in una rete di
scuole che si è formata nel 2015 e comprende 200 scuole. Noi quest’anno abbiamo
deciso di entrare in questa rete e a settembre inizierà la sperimentazione”.
È
un progetto condiviso e accettato dai docenti?
“È
una sperimentazione che è stata voluta dai docenti. E i docenti sono pronti.
Hanno frequentato un corso di formazione per capire quali cambiamenti
comporterà questa iniziativa. Infatti cambierà la struttura dell’orario delle
lezioni, ciascuna disciplina avrà un modello biorario che consente di svolgere
in maniera più completa questo approccio volto alla didattica laboratoriale. È
stato pure svolto un incontro con i genitori perché fossero messi a conoscenza
della novità”.
È
stata data molta importanza all’abbellimento e soprattutto ai colori
dell’arredamento scolastico
“Con
il fondi del PNRR siamo riusciti a acquistare complementi d’arredo utili per il
modello DADA, sono stati realizzati alcuni spazi di incontro, dei divanetti,
abbiano creato corsi laboratoriali per creare dei pannelli di visual learning
installati nelle pareti, abbiamo utilizzato dei colori particolari e vivi che
sono associati a ciascuna disciplina. Abbiamo caratterizzato ogni aula: alcune
sono dedicate alle discipline STEM, altre alle lingue, altre a italiano, altre
ancora alle discipline artistiche. Alcuni spazi jolly saranno usati per le
attività di scienze motorie al chiuso, quando per vari motivi non si potessero
utilizzare gli spazi previsti all’esterno, per lo svolgimento della disciplina”.
I genitori sono stati preparati alla novità?
“Abbiamo
previsto degli incontri preparatori per i genitori. Le famiglie in realtà sono
già preparate per il percorso, i genitori sono entusiasti, ma è giusto
prepararli, i ragazzi infatti da settembre si muoveranno all’interno della
scuola ed è corretto che lo sappiano. C’è comunque un regolamento che fa
comprendere che ci sono delle regole da rispettare”.
Chi
si ferma è perduto. Sembra essere questa la filosofia del progetto Dada.
“Gli
studi scientifici ci dicono che il movimento fisico va bene. Il movimento è uno
stimolo energizzante perché migliora la capacità di concentrazione, è
testimoniato da tante ricerche in ambito neurologico. Per attivare la mente è
necessario il movimento del corpo. Peraltro, va detto che se sono importanti
gli arredi versatili è altrettanto importante la visione pedagogica dei
docenti. Per questo sono stati svolti corsi di formazione rivolti a tutti i
docenti”
Sono
stati frequentati dai docenti?
“Sono
stati frequentati dal 90 per cento degli insegnanti. È un progetto condiviso
sia dal Collegio sia dal Consiglio d’Istituto
C’è
entusiasmo per la novità negli ambienti e anche nella comunità locale?
“Devo
dire che la piccola realtà di Vannulo ha apprezzato questa novità. L’ente
locale ci ha supportati nell’abbellimento e nella tinteggiatura dei locali, ha
fatto installare delle porte scorrevoli in vari ambienti, ha collaborato attivamente
nella preparazione della sperimentazione. Ma devo dire che c’è stata e c’è una
compartecipazione collettiva di tutti a Vannulo e questa cosa è molto bella”.
Quali
sono i risultati attesi?
“I
risultati che ci attendiamo sono volti al successo formativo dei ragazzi. Il
corpo è importante nel processo di insegnamento-apprendimento. Non esistono dei
tempi che non siano funzionali ai processi di apprendimento. Ci aspettiamo
dunque che ci sia un aumento della motivazione, fondamentale per un apprendimento
che sia significativo, e dunque duraturo nel tempo. A sei mesi, un anno,
tireremo le somme. Nel frattempo, durante la sperimentazione, continueremo con
la formazione dei docenti”.
Come
si è concretizzata la formazione dei docenti in questo campo?
“Sono
venuti alcuni studiosi nelle neuroscienze e altri esperti del metodo DADA che
fanno parte della rete. Con loro ci siamo confrontati sia in presenza sia
online. Faremo poi una valutazione del sistema per migliorare le eventuali
criticità.
Pensate
di coinvolgere anche la scuola primaria nella sperimentazione?
“I
docenti sono pronti, tuttavia abbiamo pensato che sarebbe meglio partire dalla
secondaria. Ma più avanti l’esperienza sarà replicata con la primaria.
Dall’anno scolastico 2024-2025 saranno infatti coinvolte alcune classi della
primaria in vari plessi”.
Il
progetto è condiviso con il Provveditorato agli studi e con altre istituzioni?
“Questa
sperimentazione è nata in maniera autonoma. Inizieremo in settembre e il
progetto sarà condiviso con il Provveditorato. Abbiamo elaborato un protocollo
d’intesa con il Dipartimento di Scienze umane, filosofiche e della formazione
dell’Università di Salerno perché ci accompagni in questo percorso, e anche con
il Dipartimento di Fisica, per la didattica delle STEM. Infine, è in corso di
attuazione un protocollo d’intesa con l’Università “Suor Orsola Benincasa” di
Napoli, Dipartimento di Scienza della formazione primaria”.
Orizzonte
Scuola
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