È sempre più preoccupante il fenomeno dei ragazzi che decidono di togliersi la vita, una tragedia dai numeri in crescita e di cui ha anche parlato il Papa sul volo di rientro da Lisbona.
Il responsabile di neuropsichiatria infantile del Bambino Gesù: “I
cambiamenti di abituali comportamenti devono essere un campanello d’allarme per
i genitori”
- -- di Eliana Astorri e Sofiya Ruda – Città
del Vaticano
“Oggi il suicidio
giovanile è importante, è importante il numero”. Questa sua preoccupazione Papa
Francesco l'aveva espressa durante la consueta conferenza stampa sul volo di
ritorno dalla Giornata mondiale della gioventù di Lisbona. Il numero dei
giovani e giovanissimi che provano disagio e soffrono di malessere psicologico
tanto da arrivare al suicidio è infatti in costante aumento. Ad allarmare sono
anche i comportamenti suicidari ed episodi di autolesionismo. Francesco, sempre
sul volo, aveva anche raccontato dei dialoghi avuti alla Gmg, indicando il
dramma di "tanti giovani angosciati, depressi, ma non solo
psicologicamente", giovani che o per non aver conseguito la laurea o per
non aver trovato lavoro "si suicidano, perché sentono una vergogna molto
grande”.
I fattori sono molteplici
Un compito andato male o
situazioni di frustrazione non sono la causa ultima, spiega a Radio Vaticana –
Vatican News Stefano Vicari, ordinario di neuropsichiatria infantile presso
l’Università Cattolica Sacro Cuore e responsabile di neuropsichiatria
dell’infanzia e dell’adolescenza dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù,
"ma la goccia che fa traboccare il vaso di una situazione che
probabilmente è già presente e che si trascina da tempo”. In questi casi si
parla di veri e propri disturbi mentali, chiarisce il professore. “Almeno il
20% della popolazione generale soffre un disturbo mentale di ansia patologica o
depressione. Ma spesso si ignora che queste percentuali sono molto simili tra
gli adolescenti e in parte anche tra i bambini”. Si tratta di malattie
complesse determinate da molteplici fattori. “La genetica gioca un ruolo molto
importante, poi l’ambiente, il contesto e le esperienze di vita possono
incidere fortemente sul rischio biologico”.
Il ruolo dei genitori
I genitori, che sono i primi
educatori dei ragazzi, svolgono un ruolo fondamentale nel prevenire questo tipo
di sofferenza mentale, spiega ancora Vicari: “Educare un bambino fin da subito
a gestire le proprie frustrazioni, a riconoscere le proprie emozioni e a
costruirsi un mondo di relazioni è particolarmente importante”. I genitori,
inoltre, sono una figura principale nell'arginare il rischio delle dipendenze.
“Una delle ragioni che spiega la crescita di casi di disturbi mentali sta
proprio nell’aumento delle dipendenze, non solo da sostanze, ma anche da
strumenti elettronici e da social network”. La cosa fondamentale, sottolinea
l’esperto, è stare attenti a ogni piccolo cambiamento che nasce nel
comportamento dei propri figli. Per esempio, ragazzi che praticavano sport e
che smettono di farlo, oppure che andavano bene a scuola e improvvisamente
cominciano ad avere un cattivo rendimento scolastico, ragazzi che tendono a
chiudersi, che smettono di mangiare e che dormono male. “I cambiamenti di
comportamenti ripetuti per settimane o per mesi devono essere un campanello
d’allarme per i genitori e per gli insegnanti, cioè per tutto il mondo degli
adulti che circonda i giovani”.
Un aiuto concreto
I genitori, spiega
Vicari, non devono avere assolutamente paura di chiedere aiuto. “A volte la
famiglia teme che rivolgersi a un neuropsichiatra infantile possa facilitare
quello che noi chiamiamo lo stigma, cioè che i ragazzi vengano marchiati per
tutta la vita come malati, ma non è così. Da questi disturbi si guarisce”. Per
chiedere un aiuto concreto, esistono servizi di neuropsichiatria infantile sul
territorio, ovvero le ASL. “Noi abbiamo anche un servizio telefonico
dell'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù in cui a qualsiasi ora del giorno o della
notte, sette giorni a settimana, c’è sempre qualcuno che risponde e che –
conclude il professore – può accogliere la richiesta e programmare gli
interventi necessari”.
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