e la situazione è destinata a peggiorare
Secondo il nuovo rapporto
del World Resources Institute, l'aumento della domanda e l'accelerazione della
crisi climatica hanno generato una situazione senza precedenti. Medio Oriente e
Nordafrica le regioni più stressate
-
di Emanuela Prisco – Città del Vaticano
L’ aggravamento della
crisi
La domanda di acqua, a
livello globale, dal 1960 ad oggi, è più che raddoppiata e il rapporto prevede
che entro il 2050 aumenterà di un ulteriore 20-25%. Sono diversi i fattori che
hanno determinato l’aumento, quali l’aumento della popolazione e la domanda di
industrie come quella agricola, oltre a politiche di utilizzo dell'acqua non
sostenibili e alla mancanza di investimenti nelle infrastrutture.
Le regioni più sotto
stress
Medio Oriente e
Nordafrica sono le regioni idricamente più stressate, sempre secondo il
rapporto, dove entro la metà del secolo, vi saranno ripercussioni sulle
forniture di acqua potabile, danni alle industrie e potenziali conflitti
politici. Il rapporto evidenzia anche come il cambiamento maggiore nella
domanda di acqua si verificherà nell'Africa subsahariana dove, entro il 2050,
si prevede un aumento del 163%. Kuzma evidenzia come nell’Africa sub-sahariana
la domanda di acqua stia salendo alle stelle, soprattutto per l'uso domestico e
l'irrigazione delle colture. Di contro, la domanda di acqua si sarebbe
stabilizzata, grazie a misure ad hoc, sia in Nord America che in Europa, salvo
alcune regioni ancora interessate dallo stress.
Le misure per evitare il
peggio
Ad aggravare la crisi vi
è anche il cambiamento climatico. "L'acqua è il modo in cui i cambiamenti
climatici impattano più direttamente sulle persone in tutto il mondo",
dichiara Charles Iceland, direttore globale per l'acqua del programma Food,
Forests, Water and the Ocean del WRI. Il cambiamento climatico alimenta siccità
e ondate di calore sempre più gravi e prolungate, che rendono le forniture di
acqua molto meno affidabili. La mancanza d'acqua rende inoltre più difficile
per le persone sopravvivere a questi eventi estremi. Lo stress idrico costa
vite umane, minaccia la sicurezza alimentare e causa interruzioni di energia,
per questo il rapporto suggerisce alcune misure per evitare che questi si possa
trasformare in una crisi idrica. Si tratta della conservazione e del ripristino
delle zone umide e delle foreste, dell'adozione da parte degli agricoltori di
tecniche di irrigazione più efficienti, come l'irrigazione a goccia, e poi
dell'attenzione dei politici verso fonti energetiche che non dipendano così
pesantemente dall'acqua, come l'energia solare ed eolica. L’acqua, aveva detto
Papa Francesco in occasione dell’ultima Giornata mondiale dell’acqua, lo scorso
22 marzo, “non può essere oggetto di sprechi o di abusi o motivo di guerra, ma
va preservata a beneficio nostro e delle generazioni future”. Secondo gli
autori del rapporto, città come Las Vegas e Singapore hanno dimostrato che è
possibile gestire risorse idriche molto scarse attraverso politiche come il
trattamento e il riutilizzo delle acque reflue e la rimozione delle piante
assetate d'acqua. Un’azione però in ritardo, a livello globale, dati i
risultati del rapporto che, ancora una volta, ricorda all’umanità che ormai è
sull’orlo di una crisi idrica globale.
Vatican News
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