Il
prefetto del Dicastero per lo Sviluppo Umano integrale spiega in un intervento
l’attualità della “comunicazione”, concetto ritenuto fondamentale dal filosofo
gesuita Bernard Lonergan, autore del “Metodo in Teologia”: “Sia il Papa che il
Sinodo chiedono che la missione digitale sia riconosciuta e incorporata nella
Chiesa visibile e diventi un vero ministero ecclesiale”
-Lorena
Leonardi - Città del Vaticano
Come
includere la missione digitale nel processo di sinodalità in atto nella Chiesa?
Parte da questo interrogativo la riflessione del cardinale Michael Czerny,
prefetto del Dicastero per lo Sviluppo Umano Integrale, articolata alla luce
della necessità della Chiesa di essere presente nell’ambiente digitale:
esigenza, questa, emersa con forza durante la prima sessione del Sinodo sulla
Sinodalità (ottobre 2023) e che ha portato alla creazione, da parte di Papa
Francesco, di un gruppo di studio sul tema per “approfondire le implicazioni a
livello teologico, spirituale e canonico e identificare i requisiti a livello
strutturale, organizzativo e istituzionale per svolgere la missione digitale”.
La missione digitale è una “forza motrice” evangelica
Czerny,
tra i delegati del Sinodo sulla sinodalità, affonda le radici del suo
ragionamento nella volontà della Chiesa di “esserci” in un ambiente, quello
digitale, che non è solo un “luogo” ma una vera e propria cultura,
“sostanzialmente nuova e in rapida evoluzione”, che coinvolge ogni aspetto
della vita umana e in cui la sfida principale non è l’elettronica, “ma
piuttosto l’inculturazione del Vangelo e della vita della Chiesa”.
Germogliata come un “seme gettato per terra”, la missione digitale, autentica “forza motrice” evangelica, “è iniziata quando sono nati i social media, i podcast, i blog e YouTube” e “laici, sacerdoti e religiosi non hanno aspettato un mandato dal Vaticano, dal proprio vescovo o dai propri superiori. Vedendo le anime che vagavano in questi spazi digitali alla ricerca di un senso, hanno preso l’iniziativa, introducendole all’amore di Cristo”.
La comunicazione di Lonergan e il contributo alla missione digitale
Nel
suo intervento, pronunciato anche il 7 maggio scorso alla Pontificia Università
Gregoriana, Czerny mette poi in relazione la missione nell’ambito digitale con
la “comunicazione”, intesa come specialità funzionale secondo lo schema
individuato dal gesuita Bernard Lonergan nel suo “Metodo in Teologia”: un
sistema complesso, che risale a circa mezzo secolo fa e individua otto
specializzazioni funzionali (ricerca, interpretazione, storia, dialettica,
fondazione, dottrina, sistematica, comunicazione) per mirare a una unità del
metodo teologico utile ad aprire un dialogo tra materie diverse e col mondo.
La “comunicazione” di Lonergan, conclude il cardinale, “fa luce vivida sul magistero di Papa Francesco con riguardo alla missione digitale”: se quest’ultima “nasce dalla fede e dalla Chiesa, ma con modalità spontanee e dissipate”, adesso di fatto “sia il Santo Padre che il Sinodo chiedono che la missione digitale sia riconosciuta e incorporata nella Chiesa visibile e diventi un vero ministero ecclesiale e una vera missione”.
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