-di
Patrizia Maciocchi
“Poco
tempo fa un rettore ha introdotto ufficialmente il femminile sovraesteso nel
regolamento del suo ateneo: ha abolito il maschile “rettore”, lasciando
sopravvivere solo “rettrice”. Mi pare che nessuno l'abbia obbligato a
correggere una simile forzatura, che meritava come minimo un'interrogazione
parlamentare - ha commentato Marazzini - In molti atenei già le autorità
accademiche impongono ai docenti l'abbandono del maschile non marcato, e
pretendono l'uso obbligatorio di asterischi e schwa. Per fermare queste
imposizioni non si muove nessuno (basterebbe un richiamo del ministero).
Per
Marazzini sarebbe stato utile, prima di lanciare proposte inapplicabili, come
gli stessi esponenti della lega hanno dovuto riconoscere di fatto con la marcia
indietro - leggere i consigli dell'Accademia della Crusca, in particolare
quelli diretti al Comitato pari opportunità della Corte di Cassazione.
Per
Marazzini l'autoritarismo linguistico apre la via ai fautori del femminile sovra
esteso, ai fanatici di schwa e asterischi, che si potrebbero “presentare al
mondo come custodi della libertà democratica, mentre in realtà, a loro volta,
sono ben propensi a varie forme di autoritarismo.
E
il nemico vero è proprio quello: l'autoritarismo linguistico, di qualunque
segno”.
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