L'indagine IARD
Gli adolescenti italiani:
poco sonno e molto “sexting”
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di Ilaria Beretta
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I ragazzi tra i 13 e i 19
anni sono consapevoli dei rischi della vita online, eppure oltre la metà manda
foto intime al partner, esponendosi a gravi pericoli come estorsioni e
"revenge porn"
Sono
nati in un continente che da decenni conosce la pace, eppure la cosa di cui
oggi hanno più paura gli adolescenti italiani è proprio la guerra. Balza
all’occhio la notizia, leggendo i risultati dell’indagine nazionale sugli stili
di vita dei ragazzi tra i 13 e i 19 anni, condotta su un campione di 3.427
studenti da Laboratorio Adolescenza e Istituto di ricerca Iard.
Ben
oltre la metà degli intervistati, circa il 63%, teme lo scoppio di un conflitto
alle porte di casa, in Italia oppure in Europa, e non a caso i ragazzi si
dicono preoccupati per il futuro, con i tredicenni solo un poco più ottimisti
di chi ha 18 anni. Si sentono tristi soprattutto le ragazze: l’85% delle
giovani registra frequentemente un mood demoralizzato e per il futuro non si
aspetta nulla di buono. «È la prima volta
– commenta Maurizio Tucci, presidente di Laboratorio Adolescenza che ogni anno
registra i sentimenti dei ragazzi – che una generazione teme la possibilità di
una guerra che ci coinvolga direttamente».
Sui
social pericolosi
In
risposta a questa paura, i ragazzi sembrano rinunciare a guardare al domani e
invece concentrano gli sforzi nel crearsi un’identità personale che valga
perlomeno per l’oggi: pazienza se si tratta di un’immagine poco ragionata e
provvisoria. Sui social basta e avanza: qui i nativi digitali vivono la maggior
parte delle giornate e, pur potendo contare su una solida consapevolezza dei
rischi a cui ci si espone stando online, sottovalutano i pericoli. Il 15% delle
ragazze e il 10% dei maschi ammette di aver postato foto o video personali dal
contenuto sessualmente provocante (un fenomeno noto come sexting); una
percentuale che cresce se ci spostiamo nella fascia di età 17-19 anni. Sono
aumentate anche le iscrizioni a OnlyFans, la piattaforma che catalizza contenuti
ad esplicito riferimento sessuale e a cui, in teoria, i minorenni non
potrebbero accedere. I maschi lo usano soprattutto come fruitori, le ragazze
invece con un ruolo attivo. In percentuali simili, invece, le ragazze e i
ragazzi (55% le prime, 52% i secondi) mandano foto intime al partner. Alcuni
sanno che non è prudente farlo ma ci si adegua alla prassi, altri invece sono
convinti che basti avere fiducia nell’interlocutore al quale si invia la foto.
«Dobbiamo accettare – commenta Loredana Petrone, psicologa e sessuologa
dell’Università di Roma – che la rete oggi è un “luogo” dove la sessualità si
esprime. Solo così avremo la serenità di parlare con gli adolescenti e possiamo
evitare che si imbattano nel revenge porn o nell’estorsione sessuale che rappresentano
rischi gravissimi». Le fa eco Marco Domizi della sezione lombarda della Polizia
postale: «Ci piacerebbe non essere l’ultima spiaggia a cui accorrere quando non
si sa più che fare. Dovremmo prevenire dialogando con i giovani».
Notti
in bianco
E
online gli adolescenti frequentano altri siti vietati legati al gioco d’azzardo
dove approda circa il 20% dei maschi intervistati. Gli accessi avvengono anche
di notte, visto che quasi la metà dei ragazzi va a letto oltre la mezzanotte e
spesso, se non riesce a dormire, riaccende lo schermo bluastro che inibisce
definitivamente il sonno. «I ragazzi riposano meno delle 8-10 ore raccomandate
– dice Marina Picca, presidente della Società italiana cure primarie
pediatriche – e questo può avere ripercussioni sulla salute fisica e psichica
dei giovanissimi».
Indigestione
di alcol
I
disturbi del sonno sembrano correlati anche alla propensione all’abuso di
alcol. Per i ragazzini bere non è un’abitudine controllata ma un’evasione che
ha senso solo nell’ottica dell’indigestione e che diventa quasi un passaggio
obbligato: tra i ragazzi di quarta e quinta superiore solo l’11% non si è mai
ubriacato. Secondo la psicologa Giada Giglio Moro «c’è troppa disinformazione:
solo il 33,9% considera l’eccesso di alcol un fattore di alto rischio per la
salute».
Fidarsi
è bene...
Chi
può affrontare queste problematiche con i ragazzi? Sicuramente i medici, una
delle poche categorie che gode del rispetto dei giovani. Oltre a loro gli
adolescenti ascoltano amici e genitori, tutti gli altri attori sociali – dagli
insegnanti ai preti fino ai giornalisti e ai politici – non sono considerati
punti di riferimento.
Un
porto sicuro resta la scuola, con appena l’8% dei giovani che la considera un
incubo. «Confermo questi dati – ha detto Alessandra Condito, dirigente
scolastico del Liceo scientifico Einstein di Milano –. I ragazzi mi chiedono di
organizzare iniziative anche oltre le normali ore di lezione, perché per loro è
un luogo insostituibile di socializzazione e confronto tra pari».
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INDAGINE
IARD
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