- p. Giuseppe Oddone
Porgo a tutti gli
associati dell’AIMC i più sentiti e gioiosi auguri, accompagnandoli con la mia preghiera.
È la Pasqua del
Signore! Pasqua vuol dire speranza, perché la storia di Gesù non termina con la
sua morte, ma con la sua risurrezione, che ci fa rileggere alla luce di questo
evento tutta la sua vita terrena.
II Signore risorto è
sempre con noi! Egli viaggia con noi nella traversata della vita, ci esorta a non
temere in mezzo alla tempesta, ad avere fede in Lui, unico pane di vita, a
ringraziarlo perché ci ha portato la salvezza. Egli è la nostra pace e ci
abbandoniamo a Lui anche quando siamo minacciati dal male, dalla guerra, dalla
disperazione, dalla cattiveria, dagli errori delle persone.
La risurrezione di Gesù
è un fatto reale e soprannaturale, da comprendere con la fede, anche se non può
essere spiegato con le nostre categorie mentali. Ci sono tuttavia tanti indizi
esterni che testimoniano la risurrezione di Gesù: il suo sepolcro è stata
trovata vuoto dagli amici e dai nemici, Egli inoltre ha preso l’iniziativa di
apparire ai suoi discepoli, inizialmente pieni di timore, si è fatto
identificare attraverso alle sue piaghe gloriose, si è fatto continuare nella
Chiesa inviando i suoi discepoli in missione in tutto il mondo. Inoltre, le
prime professioni di fede e la prima predicazione degli apostoli, diretti testimoni
di questo evento, affermano che il Crocifisso è risorto secondo le Scritture e
che ogni persona lo può incontrare, perché Egli porta la salvezza e la
redenzione a chi lo accoglie, rinnovando la sua vita.
Gesù Risorto offre al
credente di ogni generazione i suoi doni: la pace del cuore, la gioia profonda di
sentirsi perdonati ed amati da Dio, la presenza del suo Spirito nella
profondità del nostro essere; ci rende nuove creature e ci invia nel mondo e
nella storia che scorre nei secoli perché annunciamo e testimoniamo il suo
amore.
Esemplifico il mistero
e la forza della risurrezione di Gesù con un esempio letterario.
Ricordiamo quest’anno
il 150° anno dalla morte di Alessandro Manzoni (1785-1873). Dopo la crisi
giovanile ed il ritorno alla fede (1810) egli sentì il bisogno di fare oggetto
della sua arte i valori in cui era stato educato nella fanciullezza e nella
prima adolescenza e rinnovare la sua visione del mondo e la sua poesia. Il
primo degli Inni sacri, dopo la sua conversione è appunto “La Risurrezione”
(1812). È tutto pervaso da un’esplosione di gioia che riempie l’universo, i
vivi ed i defunti che vissero nell’attesa del salvatore ed ha il suo vertice
nel cuore di Maria, regina del cielo, il cui grembo è stato il nido in cui Dio
sì è fatto uomo. Ora ella accanto al Figlio risorto inizia la sua potente
intercessione. E’ Dio stesso che ha stabilito che ogni preghiera della Vergine
in nostro favore fosse una legge, una decisione della sua divina volontà:
Dall’altar
si mosse un grido:
Godi,
o Donna alma del cielo;
Godi;
il Dio cui fosti nido
A
vestirsi il nostro velo,
È
risorto, come il disse:
Per
noi prega: Egli prescrisse,
Che
sia legge il tuo pregar.
O
fratelli, il santo rito
Sol di
gaudio oggi ragiona;
Oggi è
giorno di convito;
Oggi
esulta ogni persona.
La Pasqua è gioia
condivisa, è festa e convito, che anticipa quello del cielo. Ecco a cosa porta tutto
il nostro cammino di conversione e purificazione, specificato negli ultimi due
versi della poesia: chiunque confida nel Signore potrà salvarsi, e come lui
risorgere.
Nel
Signor chi si confida
col
Signor risorgerà.
P. Giuseppe Oddone, A.E. Naz. AIMC
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