Nei
labirinti sintattici degli
universi paralleli
-
di RAUL GABRIEL
Mi
sono perso nell'infinito, per qualche istante. Invisibile, di materia
sconosciuta in cui contemplare il nulla di colore e dimensione, oceano senza
peso, processo sconfinato dove alpha e omega sono come tutte le altre lettere,
l'inizio confuso con la fine nel continuo, unico modo di esistenza. Non sono i
15 endecasillabi sciolti, Leopardi se ne dovrà fare una ragione. Non è la volta
stellata, conforto illusorio di ogni epoca cui ci rivolgiamo da sempre nella
speranza di essere raccolti verso qualche viaggio astrale che ci liberi
finalmente dalle pastoie del concreto altezza terra. L'illimitato,
l'inesauribile e magari anche l'eterno cui mi sono affacciato dal balcone di un
pensiero che non ne vuol sapere di starsene buono, è quello degli LLMs, i large
language models la cui esistenza forse è oscura a qualcuno e il cui potenziale
è sconfinato e surreale.
Armageddon
di Rosetta e affini, terminator delle grammatiche, la parola aperta, smembrata
e ricomposta come un pulviscolo che si addensa in significati fatui. I
labirinti sintattici di questi modelli linguistici sono il futuro-presente buco
nero della conoscenza e del non conosciuto. Il loro territorio che si espande a
velocità incontrollabili non conosce proibizioni, barriere, logiche
privilegiate, restrizioni o dogmi, figurarsi etiche e morali. Gli LLMs ricevono
stringhe di testo e predicono sviluppi, ribaltano le associazioni, le ricreano,
le inventano con un rigore open source. Nessuna categoria cognitiva pregressa è
adatta a confrontarsi con questo magma ingestibile. Il bacino di dati cui
attingono e il compendio di relazioni formali che possono applicare sono così
vasti da risultare paradossi, come succede per certe medicine. Gli LLMs si nutrono
famelici di web, inclusi bug, errori software, malware, codici imperfetti
intenzionali o meno, sacro, profano, tecnico, filosofico, scientifico. Tutto
entrerà in questo enorme e instancabile meccanismo ibrido cui verrà affidata la
navigazione internet, l'informazione, il sociale di miliardi di persone, la
giustizia, la sanità, le macchine, gli aspirapolvere e i frigoriferi, la
gestione di guerre in remoto e tutto il resto. Nel mondo fenomenico come lo
abbiamo inteso fino a ora di tutte le infinite possibili combinazione del
linguaggio, cromosomiche, del dna, delle molecole e degli atomi, la natura, o
chi per lei, selezionava una infinitesima parte che funziona a uno scopo, tutte
le altre vengono scartate. Agli LLMs la selezione non riguarda, roba vecchia. Assisteremo
alla formazione di un mondo parallelo, sempre più cruciale, in cui motivazione
e senso non hanno ragione d'essere perché non attengono al processo per cui si
creano “proposizioni”. Gli LLMs imporranno una nuova idea di letteratura.
L’ossatura
dei processi stocastici (aleatori, probabilistici) finirà per confondersi con
il determinismo più estremo. Si verificherà uno spostamento dei discrimini che
normalmente attribuiamo alla coscienza. Uno di questi è l'emozione. Se qualcuno
o qualcosa prova emozione, è senziente, un dogma per tutti noi. L'emozione
spariglia le carte della logica, sorprende, e questo fa sì che la associamo
alla coscienza e all'umano. Gli LLMs avranno a disposizione talmente tante
possibilità combinatorie da replicare e moltiplicare ad libitum accostamenti
irrazionali perfettamente in grado di imitare l'emozione in una tessitura
testuale così credibile da farci cadere nel tranello di una coscienza della
“macchina linguistica”. Abbiamo inventato il linguaggio per identificare la realtà,
per capirci, per dare struttura ai pensieri e comunicare. Con gli LLMs che ne
sono l'espansione incontrollabile abbiamo dato in pasto tutto questo prezioso
patrimonio alla statistica aprendo a un infinito inedito che genera in continuo
sequenze nuove assimilando ogni dato di esistenza all'oceano indifferenziato di
un linguaggio privo di controllo.
www.avvenire.it
Nessun commento:
Posta un commento