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venerdì 7 aprile 2023

PASQUA. GIOIA CONDIVISA

 

Auguri pasquali 2023

- p. Giuseppe Oddone

Porgo a tutti gli associati dell’AIMC i più sentiti e gioiosi auguri, accompagnandoli con la mia preghiera.

È la Pasqua del Signore! Pasqua vuol dire speranza, perché la storia di Gesù non termina con la sua morte, ma con la sua risurrezione, che ci fa rileggere alla luce di questo evento tutta la sua vita terrena.

II Signore risorto è sempre con noi! Egli viaggia con noi nella traversata della vita, ci esorta a non temere in mezzo alla tempesta, ad avere fede in Lui, unico pane di vita, a ringraziarlo perché ci ha portato la salvezza. Egli è la nostra pace e ci abbandoniamo a Lui anche quando siamo minacciati dal male, dalla guerra, dalla disperazione, dalla cattiveria, dagli errori delle persone.

La risurrezione di Gesù è un fatto reale e soprannaturale, da comprendere con la fede, anche se non può essere spiegato con le nostre categorie mentali. Ci sono tuttavia tanti indizi esterni che testimoniano la risurrezione di Gesù: il suo sepolcro è stata trovata vuoto dagli amici e dai nemici, Egli inoltre ha preso l’iniziativa di apparire ai suoi discepoli, inizialmente pieni di timore, si è fatto identificare attraverso alle sue piaghe gloriose, si è fatto continuare nella Chiesa inviando i suoi discepoli in missione in tutto il mondo. Inoltre, le prime professioni di fede e la prima predicazione degli apostoli, diretti testimoni di questo evento, affermano che il Crocifisso è risorto secondo le Scritture e che ogni persona lo può incontrare, perché Egli porta la salvezza e la redenzione a chi lo accoglie, rinnovando la sua vita.

Gesù Risorto offre al credente di ogni generazione i suoi doni: la pace del cuore, la gioia profonda di sentirsi perdonati ed amati da Dio, la presenza del suo Spirito nella profondità del nostro essere; ci rende nuove creature e ci invia nel mondo e nella storia che scorre nei secoli perché annunciamo e testimoniamo il suo amore.

Esemplifico il mistero e la forza della risurrezione di Gesù con un esempio letterario.

Ricordiamo quest’anno il 150° anno dalla morte di Alessandro Manzoni (1785-1873). Dopo la crisi giovanile ed il ritorno alla fede (1810) egli sentì il bisogno di fare oggetto della sua arte i valori in cui era stato educato nella fanciullezza e nella prima adolescenza e rinnovare la sua visione del mondo e la sua poesia. Il primo degli Inni sacri, dopo la sua conversione è appunto “La Risurrezione” (1812). È tutto pervaso da un’esplosione di gioia che riempie l’universo, i vivi ed i defunti che vissero nell’attesa del salvatore ed ha il suo vertice nel cuore di Maria, regina del cielo, il cui grembo è stato il nido in cui Dio sì è fatto uomo. Ora ella accanto al Figlio risorto inizia la sua potente intercessione. E’ Dio stesso che ha stabilito che ogni preghiera della Vergine in nostro favore fosse una legge, una decisione della sua divina volontà:

Dall’altar si mosse un grido:

Godi, o Donna alma del cielo;

Godi; il Dio cui fosti nido

A vestirsi il nostro velo,

È risorto, come il disse:

Per noi prega: Egli prescrisse,

Che sia legge il tuo pregar.

O fratelli, il santo rito

Sol di gaudio oggi ragiona;

Oggi è giorno di convito;

Oggi esulta ogni persona.

La Pasqua è gioia condivisa, è festa e convito, che anticipa quello del cielo. Ecco a cosa porta tutto il nostro cammino di conversione e purificazione, specificato negli ultimi due versi della poesia: chiunque confida nel Signore potrà salvarsi, e come lui risorgere.

Nel Signor chi si confida

col Signor risorgerà.

 

P. Giuseppe Oddone, A.E. Naz. AIMC

 

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