L’indifferenza e lo scarto sono due grandi mali della nostra cultura: lo afferma Papa Francesco nel videomessaggio inviato al Simposio in corso per il lancio di un nuovo impegno educativo globale attraverso l'azione delle Nazioni Unite in sinergia con il progetto Global Compact on Education voluto dal Papa
Adriana Masotti - Città del Vaticano
L'indifferenza e la cultura dello scarto, i mali di oggi
Il Papa si fa presente al Simposio attraverso un
videomessaggio in cui si congratula per l’impegno di tanti governi e
istituzioni nel campo dell’educazione che, afferma, è davvero un atto di
speranza nel futuro e di solidarietà nei confronti delle nuove generazioni. Un
impegno tanto più necessario oggi in cui “il patto educativo mondiale si è
infranto” anche a causa della pandemia e in cui si fa più evidente la
necessità, continua Francesco, di “un nuovo tipo di educazione, che permetta di
superare l’attuale globalizzazione dell’indifferenza e la cultura dello
scarto”.
Una crisi educativa senza precedenti
Papa Francesco descrive con queste parole il 2020, un anno di
particolare sofferenza per il Covid-19 e le sue conseguenze:
Un anno d’isolamento obbligato ed esclusione, di angoscia e
crisi spirituali e di non poche morti, e di una crisi educativa senza
precedenti. Più di un miliardo di bambini hanno affrontato interruzioni nella
loro educazione. Centinaia di milioni di bambini sono rimasti indietro nelle
opportunità di sviluppo sociale e cognitivo. E, in molti luoghi, le crisi
biologica, psichica ed economica sono state aggravate dalle crisi politiche e
sociali correlate.
Davanti a questo scenario è dunque necessario, sottolinea
Francesco, “un atto di speranza affinché gli impulsi di odio, divisioni e
ignoranza possano e siano superati” attraverso nuove opportunità educative
“basate sulla giustizia sociale e sull’amore reciproco, un nuovo Patto Globale
per l’Educazione". E prosegue: Vi ringrazio per esservi riuniti oggi
per far crescere le nostre speranze e piani condivisi in una nuova educazione
che promuova la trascendenza della persona umana, lo sviluppo umano integrale e
sostenibile, il dialogo interculturale e religioso, la salvaguardia del
pianeta, gli incontri per la pace e l’apertura a Dio.
La pace, come la guerra, nasce nella mente degli uomini
Fondamentale, osserva Papa Francesco, è l’azione dell'Onu per
coinvolgere governi e società di tutto il mondo nello sforzo per una nuova
educazione. E cita le parole che san Paolo VI aveva rivolto alle Nazioni Unite
durante la sua storica visita il 4 ottobre 1965: “Signori, voi avete
compiuto e state compiendo un'opera grande: l'educazione dell'umanità alla
pace.” Ricorda poi che la Costituzione dell’Unesco, adottata nel 1945, al
termine della seconda guerra mondiale, riconobbe che ‘poiché le guerre nascono
nella mente degli uomini, è nello spirito degli uomini che devono essere poste
le difese della pace’. Questo 75 anni fa, e oggi? Il Papa afferma:
Nel nostro tempo, in cui il patto educativo mondiale si è
infranto, vedo con soddisfazione che i governi si sono impegnati nuovamente a
mettere in pratica queste idee mediante l’adozione dell’Agenda 2030 e degli
Obiettivi di Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, in sinergia con il patto
globale sull’educazione. Al centro degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile c’è
il riconoscimento del fatto che l’educazione di qualità per tutti è una base
necessaria per proteggere la nostra casa comune e promuovere la fraternità
umana.
Un comune impegno per la civiltà dell'amore
“Il Patto Globale per l’Educazione e la Missione 4.7
lavoreranno insieme per la civiltà dell’amore, la bellezza e l’unità”, afferma
ancora il Papa, e, rivolgendosi ai partecipanti al Simposio, conclude con una
visione e un auspicio: “Spero che voi siate i poeti di una nuova bellezza
umana, una nuova bellezza fraterna e amichevole, come pure della salvaguardia
della terra che calpestiamo”.
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