L'ultima operazione "Luna Park", condotta dalla polizia postale italiana e il bilancio del 2020 a tutela dei bambini, nelle parole di don Fortunato Di Noto, presidente di Meter onlus: la pandemia ha aumentato l’esposizione dei minori attraverso nuove tecnologie. La solitudine favorisce la possibilità dell'adescamento, cresca l'impegno di tutti
Amedeo Lomonaco
Almeno 140 gruppi in tutto il mondo che si scambiavano materiale pedopornografico. Più di 430 utenti che, sfruttando le applicazioni WhatsApp e Telegram, partecipavano a "canali" e "gruppi" finalizzati alla condivisione di foto e video pedopornografici ritraenti vere e proprie violenze sessuali su minori. Sono questi alcuni dei numeri dell’operazione “Luna Park” condotta dalla polizia postale italiana che ieri ha portato a perquisizioni ed arresti. Dalle indagini è emerso che gli abusi, in particolare, riguardavano prevalentemente bambine e bambini in tenera età e, in alcuni casi, anche neonati. Una caratteristica che accomuna tutti i gruppi scoperti dagli agenti è quella della transnazionalità. Si deve sempre denunciare.
“L’operazione ‘Luna
park’ dimostra che è possibile contrastare questo abietto fenomeno. È quanto
dichiara don Fortunato Di Noto, presidente di Meter onlus. L’associazione,
da 30 anni impegnata contro la pedofilia e la pedopornografia, negli ultimi 12
mesi ha denunciato 156 gruppi su Whatsapp e Telegram. Si deve sempre denunciare
sempre – sottolinea don Di Noto – perché una segnalazione può salvare i
minori dallo sfruttamento sessuale.
R. - È certamente
una delle operazioni importanti anche a livello internazionale. La polizia è
riuscita individuale dei soggetti, non soltanto italiani, ma anche
internazionali. C'era il florido scambio di materiale pedopornografico. Qui si
pone sempre il solito problema dei bambini coinvolti: bisognerebbe capire chi
sono e se si tratta di un materiale del passato o di materiale recente. Sono
comunque bambini già abusati.
Questa piaga ha una
dimensione sempre più internazionale ed è sempre più complicato scoprirne tutte
quante le ramificazioni…
R. - La
globalizzazione del crimine, per quanto riguarda gli abusi sessuali sui minori,
ha favorito di fatto una estensione è l'utilizzo di server, di provider sparsi
in tutto il mondo: non c'è ormai nazione al mondo o estensioni di dominio
o anche deep web o dark web che non ospitino materiale pedopornografico. La
diffusione da parte dei pedopornografi segue un percorso: trovare i bambini,
abusare i bambini e produrre materiale, metterlo on-line, raccoglierlo in archivi,
scambiarlo tra soggetti, proporlo come business. Ed è un dramma. Nel mondo ci
sono più di un miliardo di minori abusati, sia sessualmente sia anche in altre
forme.
Parliamo delle
attività di Meter di questi ultimi 12 mesi e delle denunce che sono state fatte
alla polizia postale...
R. – Innanzitutto,
dobbiamo dire che se noi ci limitiamo soltanto ai social, Telegram e WhatsApp abbiamo
segnalato, negli ultimi 12 mesi, 156 gruppi. Gruppi su WhatsApp e Telegram dove
venivano scambiate cose inenarrabili, indicibili. Abbiamo fatto, inoltre, 1556
segnalazioni che corrispondono a decine di milioni di immagini e video sparsi
in tutto il mondo. Ma non ci sono solo la denuncia e la segnalazione. Riceviamo
al numero verde le segnalazioni dei genitori, a volte di minori. Li accogliamo,
li ascoltiamo, li aiutiamo anche a fare la denuncia presso le autorità
competenti.
In base alle
vostre attività di contrasto a questo fenomeno così turpe, state notando un
impatto della pandemia sulla pedofilia?
R. - La pandemia ha
aumentato l’esposizione dei minori attraverso le nuove tecnologie. Da una parte
sono molto positive. Nessuno vuole demonizzare la tecnologia. Anzi ha
favorito la relazione, il legame di amicizia e il superamento di solitudini.
Però, dall'altra parte, c’è l'esposizione eccessiva da parte dei minori che a
volte non sono vigilati. Ci dev'essere una vigilanza da parte degli adulti: non
si può dare in mano uno strumento comunicativo e di comunicazione potentissimo.
E non si sa dove vanno a naufragare tante volte i minori. È molto aumentato
l'adescamento nel lockdown. Quando i bambini navigano, i genitori devono
sapere dove vanno. Io credo che sia un dovere genitoriale educativo conoscere
in quali posti i nostri bambini vanno. E si deve stare attenti perché la
solitudine dei bambini favorisce la possibilità dell'adescamento da parte di
soggetti che a a volte ricattano, dopo aver ottenuto qualche foto, i bambini
stessi e i minori facendo un'azione è seriamente negativa e dolorosa non solo
nei loro confronti.
https://www.associazionemeter.org/
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