“Storie per Genitori Appena Nati” è il nuovo romanzo dello scrittore Simone Tempia, famoso per essere il creatore del maggiordomo immaginario Lloyd, di cui potete recuperare sia i libri a lui dedicati e pubblicati da Rizzoli sia la pagina facebook “Vita con Lloyd”. Seguo e ammiro da anni il suo lavoro, per la freschezza degli argomenti trattati e per le emozioni che riesce a far scaturire da ogni lettore. Con questa nuova pubblicazione ho avuto lo straordinario onore di intervistare direttamente Simone Tempia, che ringrazio per il tempo dedicato e per la magnifica chiacchierata telefonica illuminante e istruttiva. Di seguito trovate scritto tutto ciò che ci siamo detti. Ringrazio ancora l’autore e la casa editrice Rizzoli per la possibilità che mi è stata concessa.
“Storie per
genitori appena nati” è un’opera composta da una serie di racconti, che vanno a
creare il quadro che illustra i primi passi nel mondo della genitorialità.
Quelle contenute sono storie puramente di fantasia o si ispirano a qualcosa che
hai vissuto nella realtà?
È qualcosa
che ho vissuto. Chiaramente. Ma non so dire se nella realtà. Perché ciò che
viviamo accade in noi e sempre in noi nascono le storie. Ho vissuto con mio
figlio la fase dei primi dentini? Le sue febbri? Le prime cadute? Il primo
addio? Sì, certo. Ma ho vissuto con lui anche i cavalieri a caccia di streghe,
i vulcani, le esplorazioni di grotte oscure. Tutto nella realtà.
Quanto tempo
ci è voluto per scrivere e completare il romanzo? Quando hai capito che era
giunto il momento di mettere la parola fine con l’ultimo testo?
Il libro è
stato scritto in due anni. Due anni di scrittura generosa, molto ricca, molto
prolifica. Una gran massa di sasso da cui è nato questo libro che è una piccola
biglia. Tanto tempo c’è voluto a scriverlo quanto ce ne è voluto a ridurlo,
ridurlo, ridurlo e ridurlo ancora all’essenziale. In questo lavoro di costante
pulitura e levigatura a strati successivi, la fine è arrivata in modo naturale.
L’idea per
questo nuovo libro è nata con la nascita di tuo figlio oppure è un progetto a
cui stavi pensando già prima?
Non avrei
mai pensato di scrivere un libro sul mio essere genitore, mai. Troppi ce
n’erano, troppi ne erano già usciti, molti anche estremamente efficaci (penso a
Matteo Bussola che ha rivoluzionato la narrazione del tema). Poi ho compreso
che forse avrei avuto qualcosa da aggiungere al panorama e ho creato
quest’opera dove letteratura e cronaca dei fatti non si mischiano mai. O forse si
mischiano sempre.
Qual è stato
il racconto più semplice e quale il più difficile da scrivere? Perché?
Tutti difficili, tutti semplici e questo perché nella stesura sono stato
guidato da una figura misteriosa che sta dietro al soprannome di Monica Rossi (che
è un uomo) (non chiedete di più che è lunga). Lui mi ha aiutato una bastonata
alla volta: io gli sottoponevo le favole concluse e lui le valutava in maniera
tranciante. Una volta, alla quinta favola che scrivevo dedicata allo stesso
tema (le prime quattro erano state bocciate senza riserve), mi ha risposto:
“Dai smettila di scherzare e incomincia a scrivere davvero”.
“Storie per
genitori appena nati” è un libro che, come dice il titolo stesso, è dedicato
agli adulti, ai genitori appunto. Non ai figli, non ai bambini, nonostante
abbia dei contenuti che possono intrattenere anche loro. Ti piacerebbe scrivere
qualcosa di specificatamente mirato all’infanzia?
C’è questa
vulgata sul fatto che la letteratura per l’infanzia debba essere diversa dalla
letteratura per adulti. Che debba essere più “innocua” con temi più “innocui”.
In primis ricordiamoci sempre che le favole, struttura narrativa che per
eccellenza si accosta all’infanzia, son tutto meno che innocue. Le favole,
anzi, son pericolosissime: fin dagli albori dell’umanità sono state usate per
piegare l’imponderabile e trasformarlo in conoscibile. Si pensi, ad esempio, al
mito greco che rimane legato a doppio filo con la psicologia.
Stiamo parlando di uno strumento potente, in grado di far tremare anche la
natura stessa delle cose. Le favole, semmai, sono innocenti perché non
contengono “malizie”: tutto quello che c’è è mostrato per quel che è e non ci
sono artifici di sorta. Innocenti, sì. Innocue, no.
E poi, sempre su questa cosa della letteratura per l’infanzia, mi viene in
mente quel che diceva Gianni Rodari: se tu metti un bambino davanti a una sedia
e uno sgabello e gli chiedi di spingerne uno, il bambino proverà a spingere la
sedia. Anche se è più grossa di lui e anche se non ci riesce. Questo perché i
bambini sono naturalmente spinti a confrontarsi con i propri limiti per
superarli. Perché dovremmo mai privarli del piacere della sfida rifilandogli
quello che, secondo noi, è ciò che dovrebbe essere adatto a loro (il che
pensiamo essere letteratura poco sfidante, di certo immediata, con pochi piani
di lettura). Se mi chiedi se scriverò mai qualcosa per l’infanzia la mia
risposta è: ho già scritto per l’infanzia. Tutto ciò che ho scritto, questo
ultimo libro compreso, è per l’infanzia. E per l’adultanzia.
Ho trovato
molto particolare leggere come prima parola nel libro, dopo il titolo, la
“paura”. Penso che sia stato audace accostare subito un termine come questo al
tema principale, piuttosto che amore, gioia, coraggio. Cosa ti ha spinto a
decidere in questa direzione?
Il fatto che
io sono questo: un uomo spaventato di fronte al grande mistero della vita che
cresce. Ogni giorno è una supernova di sentimenti, ogni capitombolo un big bang
di pensieri, ogni nuova parola imparata, una stella di neutroni di felicità:
come non si può essere spaventati di fronte all’immensità del cosmo. Se non
altro, però, è una paura buona.
Quali opere
possiamo aspettarci per il prossimo futuro?
Penso a un
nuovo volume di Vita con Lloyd, in questi 3 anni che mi hanno separato da
questo ultimo libro ho continuato a scrivere dialoghi su Facebook di Lloyd e mi
dispiacerebbe non conservarli in un libro. Poi, se questo Storie per Genitori
appena Nati andasse molto bene, potrei pensare a un altro volume che magari
racconti di altri Genitori in compagnia di un bambino non più appena nato, ma
magari un po’ cresciuto.
Cosa vuol
dire essere genitore in un anno come il 2020?
Quello che
voleva dire esserlo nel 1990. O nel 1500. O nel 2040. O nel 2019. Ogni singolo
genitore fa storia a sé in ogni angolo del globo in ogni singolo anno.
Il che è un
modo elegante per dire che: “Non ne ho la più pallida idea”.
Titolo: Storie
per Genitori Appena Nati
Autore: Simone
Tempia
Illustratore: Roberto
La Forgia
Editore: Rizzoli
Lizard
Pubblicazione: 10
novembre 2020
Pagine: 176
p., ill. , Rilegato
Costo: €
16
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