sabato 5 dicembre 2020

CEI: DIRE SI ALLA VITA!

 Dire “sì” alla vita 

significa cambiare la storia

“La libertà non è il fine, ma lo ‘strumento’ per raggiungere il bene proprio e degli altri, un bene strettamente interconnesso”: così i vescovi italiani nel Messaggio per la 43.ma Giornata Nazionale per la Vita, che ricorre il 7 febbraio 2021

 

-         Benedetta Capelli – Città del Vaticano

 

Libertà, vita e responsabilità. Si snoda su questi temi il Messaggio della Conferenza episcopale italiana in occasione della 43.ma Giornata Nazionale per la Vita, che cade il 7 febbraio 2021. I vescovi si interrogano sul senso della libertà a partire dal tempo di pandemia che stiamo vivendo e che ci ha costretti a limitazioni e lontananze. Un tempo nel quale c’è stata sofferenza soprattutto in termini di rapporti sociali pur respirando “reciprocità”, “a riprova – evidenziano - che la tutela della salute richiede l’impegno e la partecipazione di ciascuno”.

Quanta cultura della prossimità, quanta vita donata per far fronte comune all’emergenza!

La domanda che sorge è quale società si vuole costruire con la libertà donata da Dio e la risposta è nelle parole di Gesù: “Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi”.

Strumento di bene

Nel Messaggio si esorta a guardare alla Giornata per la Vita 2021 come una preziosa occasione per “sensibilizzare tutti al valore dell’autentica libertà” nel suo servizio alla vita, riconoscendo che essa è uno “strumento” per il bene proprio e degli altri. Pertanto è l’uso che se ne fa “la vera questione umana”, facendo attenzione perché la libertà si può perdere soprattutto se ognuno si chiude in se stesso.

Una cultura pervasa di diritti individuali assolutizzati rende ciechi e deforma la percezione della realtà, genera egoismi e derive abortive ed eutanasiche, interventi indiscriminati sul corpo umano, sui rapporti sociali e sull’ambiente.

La libertà che si genera può portare alla violenza nei confronti degli altri, a “strumentalizzare e a rompere le relazioni” a distruggere la “casa comune”. E’ una libertà che “rende insostenibile la vita, costruisce case in cui non c’è spazio per la vita nascente, moltiplica solitudini in dimore abitate sempre più da animali ma non da persone”. “Papa Francesco – si legge nel Messaggio - ci ricorda che l’amore è la vera libertà perché distacca dal possesso, ricostruisce le relazioni, sa accogliere e valorizzare il prossimo, trasforma in dono gioioso ogni fatica e rende capaci di comunione”.

Responsabilità è speranza

È la libertà a dare senso all’umanità perché è il dono che Dio offre, una libertà che si lega in modo inscindibile alla vita che rappresenta “la possibilità di lasciare una traccia di bellezza in questo mondo, di cambiare l’esistente, di migliorare la situazione in cui si nasce e cresce”. Il pensiero dei vescovi si sofferma sulla responsabilità, “la misura, anzi il laboratorio che fonde insieme le virtù della giustizia e della prudenza, della fortezza e della temperanza”.

La responsabilità è disponibilità all’altro e alla speranza, è apertura all’Altro e alla felicità. Responsabilità significa andare oltre la propria libertà per accogliere nel proprio orizzonte la vita di altre persone.

Accogliere la vita

Cambiare la storia vuol dire pronunciare un forte “sì” alla vita che merita di nascere e di esistere perché “potenziale unico e irripetibile, non cedibile”.

Solo considerando la “persona” come “fine ultimo” sarà possibile rigenerare l’orizzonte sociale ed economico, politico e culturale, antropologico, educativo e mediale.

È la verità che ci rende liberi e che invita i cristiani a camminare su questa strada.

Rispetta, difendi, ama e servi la vita, ogni vita, ogni vita umana! Solo su questa strada troverai giustizia, sviluppo, libertà, pace e felicità!


Vatican News

 

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