Il volontariato
può battere
l'indifferenza
sociale e umana
Ricorre oggi la Giornata internazionale del
Volontariato. I giovani si avvicinano al servizio per rispondere a una domanda
di costruzione della propria identità. L'esperienza di 'Young Caritas'
raccontata da Luca Orsoni di Caritas Firenze
- Luca Collodi - Città del Vaticano
Nella
Giornata internazionale del Volontariato, l'esperienza di Young Caritas si
propone come rete europea innovativa e internazionale. Contesti
diversi in un unico obiettivo: impegnarsi, come giovani, su temi quali
giustizia, cittadinanza attiva, equità sociale, sviluppo sostenibile,
educazione alla mondialità, povertà e cura del bene comune, promuovendo una
serie di progetti sociali attivati insieme alle realtà del territorio che
lavorano con i giovani, con le scuole, università, parrocchie e
associazioni. “È importante proporre e offrire ai
giovani, spiega Luca Orsoni, responsabile Area Giovani, 'Young
Caritas' Firenze, esperienze di servizio e condivisione, che facciano
toccare loro con mano situazioni di esclusione sociale e di povertà e che li
portino a maturare comportamenti più solidali e consapevoli".
Orsoni, nel
ricordare a Radio Vaticana Italia e Vatican News come in questi anni sono stati
moltissimi i giovani che si sono avvicinati al mondo Caritas attraverso le
tante proposte messe in campo, sottolinea come proprio questa esperienza di
lungo corso, gli abbia permesso di maturare una convinzione: “il giovane
si avvicina al volontariato per rispondere a una domanda di costruzione della
propria identità, per sperimentarsi in attività socialmente riconoscibili, per
scoprire quanto vale, che cosa sa fare, che cosa gli piace fare”.
R.-
L’esperienza di ‘Young Caritas’ nasce anni fa nella Chiesa austriaca e tedesca,
diventando poi una rete Europea con l’obiettivo di coinvolgere i giovani in
vari servizi. In Italia non sono molte le Caritas che partecipano alla rete.
Firenze è una delle Caritas che aderisce a ‘Young Caritas’.
Oggi è la
Giornata dedicata al volontariato internazionale. I giovani hanno ancora il
desiderio di mettersi in gioco ?
R.- Ci sono
giovani che vogliono abbracciare il volontariato anche per riscoprire un senso
della vita, utile agli altri, al prossimo. Rispetto ai giovani del passato, che
magari si avvicinavano all'esperienza di volontariato per continuare una
tradizione familiare, oggi i ragazzi spesso si avvicinano per cercare
quella motivazione dell’esistenza attraverso un'esperienza. È un po’ il
contrario di qualche anno fa. Acquisiscono coscienza con quello che stanno
facendo. E questo è molto bello perché la sfida, per noi, è anche quella di
accompagnare i ragazzi da un punto di vista formativo, non solo proponendogli
un servizio. Quando, per una serie di motivi termina la loro esperienza,
perché si formano una famiglia, lavorano, ci dicono di aver scoperto un
mondo che altrimenti non avrebbero mai scoperto.
Cosa spinge
i giovani a scegliere un’esperienza di volontariato?
R.- I
ragazzi sono spinti dall’idea di fare qualcosa di bene per gli altri. Si
rendono conto di vivere in una società che molto spesso guarda alle persone con
diffidenza, in particolare alle persone che vivono situazioni di marginalità di
difficoltà, anche per scoprire un volto nuovo del contesto territoriale sociale
che abitano. E noi siamo partiti da questo per dire: "non facciamo cadere
questa spinta che hanno i giovani".
R.- E’ una
spinta sostanzialmente sociale, politica. Purtroppo, come dire, è un segno dei
tempi, è una motivazione sociale, davvero molto sociale. E guardi, in questo
momento, se c'è una spinta spirituale, c'è perché i giovani capiscono che anche
la parte del mondo ecclesiale deve avere questo sguardo sociale. Scoprono il
valore spirituale vivendo l’esperienza sociale. Il percorso è un po' rovesciato
rispetto a quello che poteva essere qualche tempo fa una.
Una
caratteristica di Young Caritas Firenze è il servizio civile…
R.- Sì. E’
una delle colonne portanti della nostra realtà. E’ un servizio strutturato con
una sua modalità di gestione e soprattutto è un servizio che Caritas ha sempre
avuto nel suo ‘dna’ dagli anni ’70 attraverso gli obiettori di coscienza. Sulla
scia di quella storia ancora oggi rimane una delle colonne portanti
dell'esperienza che proponiamo ai giovani.
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