RISVEGLIARE LA COSCIENZA CRITICA
e non una preparazione alla vita futura.”
J. Dewey
La
libertà di imparare
Ci sono date che meritano di essere ricordate non per le guerre vinte o per i
troni conquistati, ma per le idee che hanno cambiato il destino dell’uomo. Il 20
ottobre 1859 nasceva John Dewey, filosofo e pedagogista
statunitense, il cui pensiero avrebbe rivoluzionato per sempre il modo di
intendere la scuola.
Per
Dewey, educare non significava riempire la mente di nozioni, ma risvegliare
la coscienza critica. Una scuola viva, capace di formare cittadini
consapevoli, non sudditi obbedienti. Un luogo in cui imparare a osservare, a
fare, a sbagliare, a discutere, a comprendere il mondo attraverso l’esperienza.
“L’educazione
non è preparazione alla vita. È la vita stessa”, scriveva. In questa frase si
condensa la sua visione: la scuola come laboratorio dell’esistenza, come spazio
in cui allenare la mente e il cuore alla complessità della realtà.
Dewey
rifiutava l’idea di un sapere astratto e sterile. Vedeva nel pensiero una forma
di azione, un processo dinamico e trasformativo. Non un “sapere per sapere”, ma
un pensare per comprendere e per vivere meglio.
Nella
sua concezione, l’insegnante non è un’autorità che impone, ma una guida che
accompagna. La conoscenza non cala dall’alto, nasce dal dialogo e dalla
cooperazione. Ogni bambino porta con sé un mondo da scoprire e da valorizzare.
Il
suo sogno era semplice e radicale: una società capace di pensare insieme. Una
democrazia viva, costruita ogni giorno dentro e fuori dalle aule.
Abbiamo
immaginato di poterlo incontrare oggi, in una scuola di periferia, tra tablet,
lavagne digitali e ragazzi che vivono con un piede nel reale e uno nel
virtuale.
Dottor Dewey, cosa direbbe ai ragazzi di oggi che faticano a trovare un
senso nella scuola?
Direi
loro di non cercarlo nei voti o nei giudizi, ma nelle domande che li abitano.
La scuola non serve a dare risposte, ma a imparare a formulare domande vere. È
il dubbio, non la certezza, che ci fa crescere.
Ricordate
che siete custodi di possibilità. L’insegnamento non è un mestiere, è una forma
d’arte: la capacità di trasformare la curiosità in conoscenza, e la conoscenza
in libertà.
Ogni
strumento può essere utile, se è al servizio dell’esperienza e non della
distrazione. Non temete la tecnologia, ma chiedetevi sempre: ci sta aiutando
a comprendere la vita o ci sta solo intrattenendo?
La
speranza nasce ogni volta che un insegnante ascolta un bambino. Ogni volta che
qualcuno impara a pensare con la propria testa. La scuola non deve cambiare il
mondo, deve insegnarci a non subirlo.
Forse
è tempo di tornare a una pedagogia del sentire, dove ogni lezione diventa
occasione di scoperta, e ogni errore un passo verso la comprensione. Una scuola
che non si limiti a insegnare cosa pensare, ma insegni come pensare.
Citazione d’autore
“L’educazione
è un processo di vita, e non una preparazione alla vita futura.”
John
Dewey
Consiglio consapevole
La
prossima volta che osservi un bambino che fa una domanda, non rispondere
subito. Lascia che la sua curiosità respiri, che il pensiero cresca da solo. È
in quel momento che nasce l’intelligenza autentica: quando impariamo a pensare
con libertà e meraviglia.
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