-di
Angela Ambrogetti
É
il senso del documento che oggi è stato presentato in Sala Stampa ai
giornalisti, il primo di Leone XIV o meglio l'ultimo di Francesco.
Siamo
il pronto soccorso di Papa Leone, siamo l'ambulanza, cosi ha detto il
cardinale Konrad Krajewski, Prefetto del Dicastero per il
Servizio della Carità.
Ha
sottolineato come i poveri dall'inizio della Chiesa sono sempre nel centro
della Chiesa. Uscire per sapere di cosa hanno bisogno i poveri.
Ha
commentato il capitolo del documento che parla dei Santi. Allora la questione è
di cosa hanno bisogno i nostri poveri. Il cardinale ha raccontato alcuni
momenti del suo lavoro con i poveri della città di Roma durante il Covid, con
il vaccino per 6000 senza tetto.
Nei
secoli la Chiesa ha sempre visto il volto di Gesù nei poveri. Poi ha raccontato
il lavoro per sostenere la popolazione ucraina. Krajewski parla della
elemosina, una bella pagina del documento. L'Elemosineria serve a quello. Papa
Francesco, diceva a padre Konrad: Tu devi fare e non parlare con i giornalisti,
poi loro vedranno.
Il
cardinale Michael Czerny S.J., Prefetto del Dicastero per il Servizio
dello Sviluppo Umano Integrale ha riassunto il testo e messo l'accento
sulla necessità della "Conversione delle strutture". Educazione,
Eucarestia, Servizio, così la Chiesa offre misericordia al mondo.
Poi
le testimonianze come quella di Suor Clémance delle Piccole Sorelle di
Gesù e lavora tra i Roma e ha raccontato la sua esperienza, e
sottolineato che i poveri non sono un probelme da risolvere ma
fratelli da accogliere.
Testimonianza
anche di Fr. Frédéric-Marie Le Méhauté, Provinciale dei Frati Minori
di Francia/Belgio, dottore in teologia che ha messo in luce che l'impegno per i
poveri non solo una conseguenza della nostra fede, ma la garanzia di una Chiesa
fedele al cuore di Dio.
In
sintesi, Dilexi te, ha detto, articola una teologia della rivelazione che
scaturisce dalla misericordia verso i più poveri, da un'ecclesiologia della
diaconia come criterio di verità e da un'etica sociale che si unisce, con la
mano tesa, alla lotta per la giustizia.
Ovviamente
il testo che pure ha molto di Papa Francesco, è un testo di Papa Leone XIV
perché il Magistero si sviluppa e continua, ha detto il cardinale gesuita Czerny.
Certo non si diceva la stessa cosa dopo il pontificato di Benedetto, anzi si
sottolineava il cambiamento.
Mentre
veniva presentato il documento il cardinale Matteo Zuppi presidente della
Conferenza Episcopale italiana, ha sottolineato la "piena continuità
con il Magistero di Francesco" con questo testo sui poveri. E aggiunge:
"È tempo di passare dalle analisi alle azioni, dall’indifferenza alla
cura, dalla speculazione teorica alla concretezza dell’impegno: solo così
potremo rimuovere le cause sociali e strutturali della povertà, diffondere
attraverso i valori radicati nel Vangelo la custodia dell’umanità, ascoltare il
grido di interi popoli, denunciare ciò che non va"
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