Nel
messaggio a firma del cardinale segretario di Stato Parolin per la Giornata
internazionale dell’alfabetizzazione dell’Unesco - che quest’anno si tiene a
Yaoundé, in Camerun, il 9 e 10 settembre - Francesco sottolinea come la lingua
sia uno strumento fondamentale di comunicazione tra individui e popoli, capace
di favorire il dialogo
-Roberta
Barbi - Città del Vaticano
Il
Papa invita a riflettere sul contributo che l’alfabetizzazione porta in termini
di avvicinamento dei popoli e di promozione della comprensione reciproca:
“Un’occasione per la Santa Sede di rinnovare il suo apprezzamento per il ruolo
svolto dall’Unesco nella promozione della diversità linguistica e culturale,
senza dimenticare quella del multilinguismo”. Il multilinguismo, in
particolare, si legge nel testo, è riconosciuto come "un fattore che
favorisce lo sviluppo delle persone, in particolare nell’ambito della
flessibilità mentale, apertura dell’apertura e adattamento dell’adattamento ad
altre realtà culturali, ma anche per la sua capacità di favorire il dialogo,
l’ascolto e la mediazione".
Secondo
Francesco, i poliglotti, cioè coloro che sanno comprendere e parlare più
lingue, sono spesso ricercati anche perché “dimostrano spesso migliori
competenze analitiche, una maggiore facilità di comunicazione e di
socializzazione, oltre a migliori attitudini cognitive" e sono dunque
"più disposti ad apprezzare le ricchezze delle altre culture, anche di
quelle che sono molto lontane dalle loro”.
A questo proposito, il Papa cita le parole di Nelson Mandela: “Se parli
a un uomo in una lingua che capisce, parli alla sua testa. Se gli parli nella
sua lingua, parli al suo cuore”.
Nell’incoraggiare
i responsabili politici e tutti a valorizzare l’importanza
dell’alfabetizzazione per costruire "una società più alfabetizzata,
fraterna, solidale e pacifica”, il Papa ricorda come la lingua sia uno
strumento fondamentale nella comunicazione tra individui e popoli: “Aiutare le
persone e i futuri leader a familiarizzare con più lingue significa dare alla
nostra umanità dei costruttori di ponti, capaci di superare pregiudizi,
differenze, antagonismi e polarizzazioni per dare la priorità al dialogo e
all’incontro; è dare al nostro mondo uomini che sappiano parlare alla mente ma
anche al cuore dei loro interlocutori, siano essi partner o avversari”.
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