“Sarai pienamente riuscito quando sarai capace di sperare per tutti, allora il tuo animo sarà cosmico”.
- di ENZO BIANCHI
La violenza delle guerre ai confini dell’Europa e nel Mediterraneo
orientale spinge ad un pessimismo largamente condiviso che minaccia le nostre
speranze.
Soprattutto la sensazione di essere alla vigilia di una guerra tra i Paesi
Nato e la Russia emerge dalle notizie dell’espansione del conflitto e
dell’intensificarsi dell’offensiva anche in terra russa.
In questa situazione di depressione nella quale non sono più eloquenti le
proteste, le manifestazioni nelle piazze, le indignazioni e le rare iniziative
di massa a favore della pace: che cosa sperare?
Sì, dobbiamo porci la domanda di tanti: “Che cosa posso sperare?”.
Perché la speranza non può venir meno nell’umanità, dunque in ciascuno di
noi. La speranza è al cuore della condizione umana.
Infatti, l’uomo è l’unico animale che ha l’audacia di sperare.
Amo pensare il detto latino homo spes erectus come l’uomo che si è eretto,
alzato, elevato quando ha cominciato a sperare, e proprio la speranza germinata
nel suo cuore gli ha dato la postura eretta.
Perché eretto, l’uomo cammina guardando avanti, verso il futuro “impegnato
in una attiva lotta contro la disperazione” (Gabriel Marcel).
Ecco il dovere per il quale dobbiamo esortarci alla speranza e ravvivare la
speranza anche in queste situazioni di crisi, per attraversarle nella
consapevolezza che il grande nemico della speranza è l’indifferenza. La virtù
teologale della speranza è stata sempre meditata dalla tradizione cristiana, ma
ci può essere speranza per l’essere umano che non confessa di credere in Dio?
Sono convinto che ogni essere umano anche areligioso, che certo non può
nutrire una speranza al di là della morte, vive però di speranza sulla terra. È
la speranza che nasce dalla sua fede-fiducia nell’umanità, la quale compie un
cammino di umanizzazione lottando contro le forze mortifere sempre presenti
nelle battaglie.
Affrontando le crisi drammatiche e facendo fronte alle situazioni negative
gli uomini compiono un cammino verso un’umanità migliore. Non che l’essere
umano sia sempre migliore di quelli che lo hanno preceduto, ma ci sono
conquiste e progressi verso una vita più bella e buona, degna e retta per molti
popoli.
Sì, c’è speranza in chi abbandona le terre dell’Africa e si mette in
viaggio disposto a rischiare la vita per trovare pane e libertà. C’è in chi
lascia la Siria, l’Ucraina e Gaza perché nutre la speranza di vivere alcuni
anni nella pace. Ci sono poi le speranze personali di uomini e donne che nella
malattia sperano una guarigione che tarda a venire.
La speranza non va vissuta nella solitudine: si spera insieme. Si spera con
tutti quando la speranza ha un orizzonte collettivo che ci fa sentire sotto un
unico destino. Si spera per tutti, perché la speranza è un desiderio del cuore
umano capace di estendere uno sguardo che abbraccia tutti.
Sperare per tutti è l’atto di piena umanità. Dice un sapiente buddista:
“Sarai pienamente riuscito quando sarai capace di sperare per tutti, allora il
tuo animo sarà cosmico”.
Alzogliocchiversoilcielo
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