La
violenza
e la “politica
della cura”
–
di Eleonora Mosti
Abbiamo
costruito negli ultimi vent’anni una società a suon di violenza verbale, di
immagini cruente, tv riempita di talk show cariche di aggressività. Ora di cosa
ci meravigliamo? Non in ultimo, quando accadono episodi di violenza reale, come
guerra, femminicidi, vita di bambini tolta da sanità scellerata, ancora una
volta si parla, parla e parla nei canali comunicativi fino alla nausea, veicolando
e consolidando ancora di più messaggi che si traducono nella nostra psiche come
icone di morte.
Quando
si parla di giovani che non credono più nel futuro, quando leggiamo statistiche
che descrivono la realtà di ragazzi e ragazze che non studiano, né lavorano, ma
rimangono isolati nelle case senza far nulla, non cerchiamo motivazioni fuori
da responsabilità già annunciate da anni. La Chiesa italiana dal 2010 al 2020
parlò di “emergenza educativa” organizzando attività nell’arco di dieci anni
per risolverla o quantomeno cercare di trovare soluzioni al problema che prima
o poi sarebbe esploso.
Evidentemente
è stato più forte il potere economico su quello valoriale ,tanto da far
chiudere gli occhi o depistare dietro la cultura della libertà negata, per
farci cadere tutti nella trappola mortale che stiamo vivendo. Gli stessi anni
della pandemia, evento accaduto con una tempestività perfetta per dare il colpo
di grazia “mondiale” al senso della vita che le società andavano costruendo,
danno oggi come risultato un serio aggravamento circa la sanità psicologica di
molti giovani e sanità fisica di adulti, scatenando attacchi di panico e casi
di depressione collettiva in forte aumento.
Scenario
apocalittico? Tutto dipenderà ancora una volta dall’opera di coloro che
sceglieranno di riportare al centro la Persona e non più quella visione
materialistica della vita che solo esalta il consumismo causa e rovina della
nostra esistenza. Consumismo che possiamo declinare in:
–
ricerca del piacere individuale
–
trionfo della propria libertà a scapito dell’altrui vita
–
annullamento della famiglia come “luogo” di prima educazione emotiva e
valoriale, eliminando così lo “spazio” dove le radici della crescita umana
naturalmente dovrebbero attecchire
–
decadimento della cultura Politica che ha indebolito le stesse Istituzioni
dando insicurezza decisionale ai cittadini indignati ormai da tante menzogne
elettorali veicolate da personaggi e non testimoni di coraggio e coerenza di
vita.
Occorre
allora fermare questo treno in corsa verso il deragliamento totale e fare
Verità. Assumere tutti le nostre responsabilità di perdenti e riprendere il
cammino per una riflessione da questa palude di melma soffocante perché ogni
Persona è dotata di un’anima rigenerativa che sempre innesta quel pilota
automatico che si chiama spirito di conservazione, di Vita vera per meglio
dire.
Però
ora il fondo che abbiamo toccato come società, essendo passato del tempo, si è
appesantito di quella melma di cui sopra; pertanto, occorrerà più tempo e più
sacrificio per la risalita. Ma solo chi dimostrerà coraggio e determinazione
nella scelta di voler rinascere sarà ascoltato e potrà realizzare il
cambiamento di vita. Cominciando dalle tante forme di povertà. Questo nelle
comunicazioni sociali, nelle istituzioni, nella politica, nella vita di ogni
giorno, nelle nostre famiglie. Facciamo qualche esempio.
Saranno
coraggiose le televisioni a tal punto da cambiare lo stile del proprio
palinsesto e costruire programmi non solo sulle disgrazie, sulla violenza
verbale perché da ascolti notevoli e sceglieranno di educare al Bene attraverso
le mille buone pratiche che sono presenti comunque in Italia? La Politica sarà
in grado di attuare programmi di crescita verso il vero Bene comune e guarderà
alla Famiglia come il centro da cui far partire azioni di governo sul lavoro,
la sanità, la scuola? Il tempo delle deleghe è terminato, ognuno ha le proprie
responsabilità, ognuno può essere una goccia “distillata” che diventa mare non
più inquinato da comportamenti di una umanità tossico-dipendente.
Quanto
alla domanda, la Chiesa in quei dieci anni famosi cosa ha fatto?
Risponderei
che ,intanto, è stata come al solito profetica ma per fare memoria ricorderei
lo stesso testo scritto e un passo tratto da un articolo. Leggiamo da Avvenire,
EMERGENZA. La «sfida educativa» Serve nuova alleanza
«La
sfida educativa» il volume curato dal Comitato per il
Progetto culturale della Cei (Editori Laterza, pp. 224, 14 euro), con la
prefazione del cardinale Camillo Ruini. Il rapporto vuole sollecitare una
riflessione sullo stato dell’educazione e, più in generale, sulla realtà
esistenziale e socioculturale d’oggi, alla luce dell’antropologia e
dell’esperienza cristiane. L’obiettivo è quello di promuovere una
consapevolezza che possa dar luogo a un’alleanza per l’educazione in grado di
coinvolgere tutti i soggetti interessati, dalla famiglia alla scuola, al mondo
del lavoro, a quello dei media…” E il mondo politico?
A
questa dimenticanza, forse voluta anni prima dallo stesso Ruini che concorse
alla creazione della diaspora dei cattolici in politica, per meglio irrorare
diversi terreni, con il risultato però di creare quella irrilevanza di cui
ancora paghiamo le conseguenze, oggi non possiamo che porre rimedio. La Chiesa
dovrebbe accogliere l’idea di alcuni cristiani che hanno risposto a questa
emergenza educativa inserendo soprattutto la dimensione politico-partitica, in
quanto sono le Istituzioni che dirigono il potere, lo stile, il governo di un
popolo, di un Paese.
L’assenza
di una presenza valoriale forte, tra le diverse forze politiche, ha creato un
vuoto esistenziale costruito sul silenzio di tanti credenti resi afoni da forze
con più potere decisionale.
Occorrono
operai pronti a lavorare, con sacrificio ed equilibrio, con determinazione ma
senza odio aggiunto. Occorre una nuova Politica della Cura: basta con lo
scontro e la comunicazione aggressiva, tutti insieme ce la faremo.
Solo così
l’emergenza da stato di allerta collettiva potrà essere vissuta come
opportunità di ritrovato Bene.
Da
Politica
Insieme
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