la vita dei bambini tra violenza e sfruttamento
Secondo il Rapporto annuale delle Nazioni Unite la
Repubblica Democratica del Congo è in testa alla classifica globale dei Paesi
in conflitto con più reati sui minori. Più di 3mila bambini risultano vittime
di soprusi. Filippo Ungaro di Save the Children Italia: “Nel corso degli anni
abbiamo visto aumentare a dismisura le violazioni dei diritti umani nel Paese”
- di Beatrice D'Ascenzi – Città del Vaticano
Una realtà di privazioni e abusi che impediscono ai minori di vivere
serenamente l’infanzia e la futura vita adulta. Per il secondo anno consecutivo,
nel 2022 la Repubblica Democratica del Congo ha registrato il più alto numero
di gravi violazioni contro le bambine e i bambini nei conflitti armati, con
almeno 2.420 vittime di violazioni, tra cui uccisioni, mutilazioni, rapimenti e
violenze sessuali. Filippo Ungaro, direttore Comunicazione e Campagne di Save
the Children Italia, racconta a Radio Vaticana – Vatican News la quotidianità
nel Paese: “I rischi che i minori corrono sono moltissimi. Possono essere
uccisi o feriti, ma uno di pericoli più grandi per loro è quello di essere
reclutati dai gruppi armati per combattere.”
Il rapporto delle Nazioni Unite
“Il Paese è in conflitto da decenni, è instabile e sta vivendo una grave
crisi economica”, spiega Ungaro. “Nel corso degli anni sono aumentate a
dismisura le violazioni dei diritti sui minori”. Secondo il Rapporto annuale
delle Nazioni Unite sui bambini e i conflitti armati, nel 2022 ci sono state
almeno 27.180 gravi violazioni in tutto il mondo, con un aumento del 13%
rispetto all'anno precedente. Il dato più alto riguarda l'uccisione e la
mutilazione di bambine e bambini, seguito dal reclutamento e dal rapimento, con
un aumento del 112% degli attacchi a scuole e ospedali rispetto al 2021. In
questo quadro la Repubblica Democratica del Congo si posiziona in testa a
questa tristissima classifica. Il Paese conta almeno 2.420 minori vittime di
violazioni di vario tipo al quale si aggiungono almeno 3.377 gravi violazioni
dei diritti dell’infanzia. Una realtà che Save the Children, presente nella
Repubblica Democratica del Congo dal 1994, conosce molto bene: “Nonostante le
grandi risorse che il Paese possiede la popolazione vive fortissime
disuguaglianze che molto spesso coinvolge i più piccoli in prima persona”.
Questi maltrattamenti hanno delle ripercussioni fortissime sulla psiche
dei bambini, continua Ungaro: “I minori subiscono forti traumi psicologici che
si possono manifestare in vari modi, dal non dormire la notte fino al rifiuto
completo della socialità. Ma la parte più difficile da superare è lo stigma
della comunità”. Problemi che spesso si aggiungono alla difficoltà di
ricostruirsi una vita serena, trovare delle opportunità e poter continuare gli
studi interrotti. Per questo Save the Children è in prima linea nel combattere
i traumi psicologici, cercando di applicare degli interventi capaci di
elaborare le ferite psicologiche dei singoli con dei programmi che prevedono il
coinvolgimento delle comunità di origine dei bambini: “Quello che facciamo,
conclude Save the Children, è cercare di creare un clima favorevole
all'elaborazione del trauma perché è
fondamentale proteggerli dalle ferite fisiche ed emotive della guerra e
intensificare gli sforzi per prevenire le violazioni contro di loro”.
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