Ragazzi e genitori
senza limiti
e insegnanti
«eroi muti d’Italia»
-
di UMBERTO FOLENA
La
scuola è impotente. No, la scuola fa molto e potrà fare di più. I ragazzi sono
in gran parte perduti. No, la maggioranza dei ragazzi è in salute, intelligente
e generosa. Chi ha ragione? Forse tutti, dipende dal punto di vista. A scrivere
di più di ragazzi, giovani e malessere è senza dubbio la “Stampa”. Ultime
puntate: la scrittrice Paola Mastrocola (La cultura dell'illimite) (6/6) non si stupisce di maltrattamenti
e aggressioni. Ma allarga la responsabilità dai ragazzi agli adulti: « Non
amiamo le leggi, le regole, i divieti, ogni forma d’imposizione. Non tolleriamo
più nulla che restringa l’ampiezza smisurata della nostra libertà e dei nostri
capricci, qualsiasi uzzolo frivolo e passeggero ci sfiori la mente». Così per
la scuola è impossibile svolgere la propria missione: « Non è disagio
giovanile. È cultura dell’illimite. Insopportazione continua di ogni cosa che
limiti o dispiaccia, restringendo il campo dell’azione e del piacere».
Il
giorno dopo (7/6) le replica il maestro Franco Lorenzoni – autore del recente
Educare controvento – da un punto di vista molto diverso: « Ha senso dire che
ragazzi e ragazzi sono incontenibili, prepotenti e violenti per la troppa
libertà che gli concediamo? Per gli effetti nefasti della “cultura
dell’illimite”? Non sarà vero piuttosto il contrario? Non sarà che proprio gli
orizzonti angusti dei lavori precari e sottopagati che li attendono rende
opache le loro aspettative e accerchia e avvilisce il loro immaginario, in un
paese saldamente nelle mani di generazioni anziane assai poco lungimiranti?».
Titolo: « Il disagio dei ragazzi e la solitudine degli insegnanti».
Chi
è più convincente tra Mastrocola e Lorenzoni? La prima, il secondo, tutti e due
o nessuno dei due? Materia difficile, vasta e complessa, non riducibile a una
battuta, assai poco maneggevole in un talk-show. Intanto Francesco Merlo sulla
“Repubblica” (7/6) ricorda la professoressa Elisabetta Condò, «accoltellata e
dimenticata », e tutti gli insegnanti – vedi Lorenzoni – lasciati soli: « La
preziosa fatica dei loro gesti minuti, anche a difesa del decoro, è la forza
della scuola e della democrazia italiane (...). Sottopagati, senza le luci
della tv né il conforto della politica, sono gli eroi muti d’Italia». In attesa
dell’aumento di stipendio, i prof si accontentino di questo pieno di retorica.
www.avvenire.it
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