Ci sono studenti con Bisogni educativi speciali (Bes) che solo recentemente stanno ricevendo l’attenzione di una parte crescente di insegnanti, decisori politici e ricercatori.
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di Brunella Fiore
In
Italia gli studenti gifted (o di talento o con plusdotazione) rientrano
all’interno della categoria Bes (Students with Special Needs). Fin qui nulla di
male, anche in molti altri Paesi gli studenti di talento vengono considerati
studenti Bes. In Italia, però, quando si parla di studenti con bisogni
educativi speciali frequentemente si sottende un approccio inclusivo ma
“livellante”. Il talento è trattato al pari di una disabilità: obiettivo è
omologare per non far sentire “diversi”.
In
questo modo, però, l’adeguamento può solo avvenire andando incontro a quegli
studenti che non ce la fanno; ciò distoglie l’attenzione dall’offrire volani di
sviluppo per questi studenti speciali. Eppure, saper riconoscere e valorizzare
i talenti è sia una questione di giustizia ed equità verso il pieno sviluppo
delle identità personali, sia un’importante occasione di potenziamento con
ricadute sul benessere complessivo dei sistemi sociali, economici e culturali
di ciascun territorio.
Non
è così semplice identificare la plusdotazione tra ragazze e ragazzi. Non si
tratta sempre di studentesse e studenti eccellenti sotto il profilo delle
valutazioni scolastiche. Anzi. Soprattutto in un sistema come il nostro che,
per approccio e/o mancanza di strumenti, fatica a riconoscerli, questi studenti
sono in sofferenza. Tra i segnali principali vi sono la noia in classe (ma al
contempo la capacità di afferrare anche quando si sembra distratti), il mancato
riconoscimento – se non vera e propria ostilità – di compagni e insegnanti per
i comportamenti devianti, la demotivazione. Proprio perché le ragazze gifted
sono capaci di adattarsi di più al contesto, sono meno riconoscibili rispetto
alla controparte maschile; lo stesso accade agli studenti gifted con background
migratorio e ai cosiddetti 2E (double exeptional) ossia quegli studenti che
sono al contempo gifted e con, in più, qualche forma di disturbo
dell’apprendimento. Vi è quindi una quota di potenziali talenti che non viene
riconosciuta e che è a rischio di demotivazione e, non infrequentemente,
dispersione.
Attualmente
l’individuazione dei gifted (soprattutto in Europa) passa attraverso test di
natura psicologica e di rilevanza cognitiva. Tra i testi più noti e utilizzati
vi sono i test di Renzulli ma sono anche utilizzati test home-made a livello
scuola o di sistema regionale/nazionale. Ricordiamo la necessità di distinguere
tra eccellenza e talento: a questo proposito, l’esperienza di una scuola
secondaria delle Fiandre insegna che un modello più articolato è possibile.
Dopo una prima scrematura sulle eccellenze sulla base dalle valutazioni
scolastiche e che avviene nella prima parte dell’anno scolastico, si prosegue con
un approfondimento dello stato dello studente che comporta un colloquio
personalizzato con lo/la studente/essa, con i genitori, con il collegio dei
docenti. Come si procede poi? Si decide se e dove “compattare” il programma per
quello studente/studentessa offrendogli la possibilità di saltare le lezioni di
una materia di studio per il rimanente anno scolastico.
A
questo punto, lo studente può gestire il suo tempo per svolgere approfondimenti
su altri contenuti concordati con il referente per la plusdotazione, a cui
dovrà far seguire la compilazione di diari nei quali deve indicare cosa ha
fatto in ciascuna ora, cosa ha imparato e come intende procedere. Alla fine
dell’anno scolastico c’è un piccolo esame per monitorare l’acquisizione dei
contenuti della materia lasciata indietro. Per gli studenti outstanding, la
legge del sistema scolastico delle Fiandre consente (da qualche mese) un
percorso di accelerazione anche su più anni.
Dieci
anni fa il Belgio era al punto zero che oggi constatiamo sulla questione gifted
in Italia, ma in realtà la nostra legge sull’autonomia consentirebbe ampi
margini di manovra in questo senso, se il cambiamento culturale sulla
percezione dei gifted e la preparazione degli insegnanti facessero la loro
parte.
A
proposito di insegnanti: quali strumenti? Ancora il modello delle Fiandre offre
indicazioni. È necessario essere capaci di identificare in classe i segnali
anche oltre le valutazioni cognitive: i gifted sono quegli studenti che fanno
non solo più domande ma anche interventi out of the box; i talented sembrano
distratti ma poi colgono più facilmente il senso di quello che si sta facendo.
Infine,
è necessario fare un lavoro di demolizione dei miti. La letteratura sta
iniziando ad evidenziare come questi studenti siano spesso emotivamente più
sensibili: un percorso che differenzia, compatta, arricchisce e/o accelera non
solo non rende disadattati rispetto ai pari ma, al contrario, fa sentire
riconosciuti, valorizzati o, in parole più semplici, fa stare bene.
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